Xavier Sabata
I Dilettanti – Xavier Sabata: contro-tenore, Latinitas Nostra, Markellos Chryssicos: clavicembalo e direzione musicale – Aparté (59’)
Mi rendo conto che, senza averlo specialmente previsto, questa pagina riunisce oggi quattro dischi con programmi che più originali non si può. In diverse maniere: per questo primo si tratta di autori assolutamente sconosciuti – tranne uno, Benedetto Marcello, massimo rappresentante della molteplice, attiva e variegata categoria dei dilettanti di musica di cui fanno parte anche Giacomo Maccari, il barone d’Astorga, Diogenio Bigaglia, Giovanni Maria Ruggieri e Vincenzo Benedetti. Ma chi erano costoro? Un corista della Cappella di San Marco, un aristocratico siciliano, un Priore di San Giorgio Maggiore, degli altri ben poco di sa, ma tutti arricchirono la loro vita della passione per la musica producendo arie e sonate – e talvolta addirittura cantate o opere liriche – non per professione ma per il piacere loro e dei loro amici ed arricchendo il già ricchissimo, anche se estremamente labile, repertorio vocale che animava i canali, i rii, campi e campielli, sino ai teatri veneziani. Un appassionato lavoro di ricerca – sino agli archivi della British Library – ha permesso a Xavier Sabata di ritrovare un’enorme quantità di manoscritti, e di effettuare tra di essi la scelta che ha condotto al programma di questo cd.
Anche se non si può parlare di sensazionali scoperte, queste arie, interpretate con l’abituale raffinata eleganza dal contro-tenore spagnolo, accompagnato dal focoso ensemble greco Latinitas Nostra – anch’esso formato nello spirito dei Dilettanti – illuminano questo originale ambito della storia della musica del ‘700 in un alone di romantica energia.
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Kohlhaas
Martin Wheeler & les Witches – Alpha (68’24)
Un disco, quanto meno, singolare. Intanto, nonostante Mads Mikkelsencampeggi in copertina con il suo cipiglio di sfortunato giustiziere, egli non ha nulla a che fare con il contenuto sonoro del cd, il quale, peraltro, oltre alla colonna sonora del bel film – di Martin Wheeler (premiata con il César 2014 della miglior musica originale) – contiene numerosi brani che hanno accompagnato la genesi del film senza esser presenti nel montaggio finale, in una creazione autonoma, quindi, che prolunga l’opera cinematografica rievocandone le atmosfere selvagge e le luminosità raffinate di questa epopea della vana rivolta di un «Don Chisciotte borghese dalla rigorosa morale» (come lo definì Ernst Bloch).
Due universi musicali differenti e lontani: le sonorità «classiche», anche se radicate nel repertorio popolare, e l’energia e la forza emozionale dell’interpretazione delle Witches si alternano ad elementi sonori e d’ambiente registrati durante le riprese del film e rielaborati elettronicamente da Martin Wheeler sino a trasformarli in brani di musica concreta, elettronica ma che, combinata a quella degli strumenti antichi, elaborata anch’essa elettronicamente, suona come acustica, una musica «orizzontale», d’accompagnamento, un basso continuo narrativo.
Martin Wheeler ha voluto, sopratutto, evitare che questa colonna sonora suonasse «d’epoca», pur senza essere in contraddizione con il mondo di Kohlhaas, tra mito, epopea e violenza del quotidiano.
Avevo incontrato – ed amato – le Witches (Le Streghe: un ensemble dinamico e raffinato specializzato nella musica del Rinascimento) in ben altre e più garbate ed eleganti atmosfere. Quest’occasione – che non credo le abbia sorprese più di tanto – mostra loro sua versatilità, la capacità di adattare i loro orizzonti sino ad integrare altre musiche ed altre storie.
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Desde Carlos Gardel
Cancionero Porteno – Diego Flores: baritono, William Sabatier: bandonéon, Ciro Perez: chitarra – Ambronay (71’46)
Piazzolla – Monteverdi
Una utopia Argentina – Diego Flores: baritono, William Sabatier: bandonéon, Cappella Mediterranea, Leonardo García Alarcón – Ambronay (71’50)
Due anni dopo Piazzolla – Monteverdi, un cd che ha fatto sensazione, per l’originalità del programma – al limite della dissacrazione … – il bandoneonista William Sabatier ed il baritono Diego Flores, con la complicità, questa volta, del chitarrista uruguaiano Ciro Perez, ritornano a deliziarci con un recital intimista ispirato ad un mito a noi più prossimo, quello della famosissimo – in Argentina ed in Europa, anche grazie alle sue origini – tanguero (cioè tanghista) franco-argentino Carlos Gardel.
La voce calda ed intensa di Diego Flores – uno specialista del genere, ma anche frequentatore assiduo della scena lirica e della commedia musicale – è particolarmente suadente nella narrazione di queste cronache dei quartieri popolari di Buenos Aires, qualcosa di molto simile alle sceneggiate napoletane, appassionate ed intense, con qualche accento di malinconia in più (porteno è l’abitante di Buenos Aires, solitamente figlio di immigrati).
E colgo l’occasione – come si sul dire – per ricordare Piazzolla – Monteverdi, un disco eccezionale che mette insieme in uno slancio che non ha nulla di artificiale, di forzato, il barocco del XVII secolo ed il tango della fine del XX. Il tango è una base non soltanto culturale, ma sociale, familiare, dell’educazione musicale di Leonardo García Alarcón, creatore e direttore della Cappella Mediterranea, un ensemble che ci ha dato alcune delle più affascinanti interpretazioni e registrazioni (per il label Ambronay) dei capolavori della musica sacra barocca, da uno splendido Vespro della Beata Vergine di Monteverdi a musiche sconosciute come Il diluvio universale e Il Dialogo del Nabucco di Michelangelo Falvetti o l’Ulisse all’isola di Circe di Gioseffo Zamponi.
Non è qui il caso di sviluppare tutti gli interessanti ed indubbiamente motivati argomenti che hanno indotto Leonardo García Alarcón à tracciare questi itinerari, e gli aerei ed improbabili ponti che collegano misteriosamente la musica del divino Claudio (Monteverdi) e quella di Astor Piazzolla (il quale, dal canto suo, venne anche lui in Europa a studiare la musica seria, tra l’altro anche con Nadia Boulanger, che era stata tra i primi ad interessarsi a Monteverdi ed a farlo conoscere dirigendo le sue opere vocali). Troverete tutto nell’interessante intervista con Isabelle Battioni pubblicata nel libretto che accompagna il cd; ma penso che l’ascolto di qualche brano (ne trovate diversi, integralmente, su YouTube) basterà a farvi sentire il fascino di questo originalissimo programma, dalla Sinfonia dell’Orfeo di Monteverdi alla Romance del Diablo di Astor Piazzolla o alla Balada para mi muerte & crucifixus, con le splendide voci di Mariana e Diego Flores.
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