I dischi del mese: marzo ’14- 1

Pubblicato il 9 Marzo 2014 in , da Ferruccio Nuzzo

Bernardo Pasquini 

Sonate per gravecembalo – Luca Guglielmi: clavicembalo – Stradivarius (54’55)

Ancora un compositore condannato, malgrado – o proprio a causa – dell’eccessiva popolarità di due o tre delle sue composizioni, alla damnatio memoriae, a restare cioè uno sconosciuto, inchiodato ed identificato per l’eternità a qualche tormentone che oscura il resto di una produzione quasi sempre ben più interessante di quel poco che si conosce e che viene continuamente e ripetutamente scodellato (d’altra parte, cosa conosceva cinquant’anni fa di Antonio Vivaldi l’ascoltatore lambda oltre alle Quattro stagioni o, di Boccherini, oltre al «famoso» e letale Minuetto ?).

Questo bel cd di quell’intelligente e raffinato virtuoso del clavicembalo che è Luca Guglielmi, uno dei più grandi tastieristi italiani, accompagnatore regolare dei più famosi specialisti della musica barocca – come Jordi Savall o l’Ensemble Zefiro – e di Cecilia Bartoli, ci rivela con un programma ricco e completo, anche se certamente non esaustivo, un vasto panorama dell’opera per clavicembalo del toscano – ma, dall’età di 13 anni, romano di adozione – Bernardo Pasquini, sin troppo noto, come si diceva, per l’Aria Seconda in Do maggiore e per la Toccata in La maggiore «Con lo scherzo del cucco», a tutti sin troppo note per la trascrizione che quel fantasioso compositore e raffinato orchestratore che fu Ottorino Respighi ne fece in apertura e chiusura della sua Suite « Gli uccelli ».

Pasquini – compositore e virtuoso all’organo ed al clavicembalo, «Principe della musica», come lo definì la regina Christina di Svezia – fu certamente il più celebre tastierista del suo tempo, tra Girolamo Frescobaldi e Domenico Scarlatti, gloriosamente attivo a Roma al servizio del principe Borghese e del cardinale Chigi, che lo portò con sé in Francia, ove ebbe l’occasione di suonare in presenza di Louis XIV, il Re Sole, e di frequentare la musica di quella Corte, sorgente d’ispirazione con gli elementi delle Suites che sono spesso presenti nelle sue opere pur senza contaminare il suo purissimo stile italiano.

Musica ricca e complessa, quanto di più lontano si possa immaginare dagli stereotipi ai quali essa è stata ridotta, e che ci fa rimpiangere le numerosissime opere, cantate, oratori e mottetti che rappresentano l’altro versante della sua produzione, in massima parte perduta.

Suites, Toccate e Passagagli – originale quella in Do maggiore «Per Petronilla» -, concepite per l’uso pratico del nipote e allievo Bernardo Felice Ricordati, scorrono fluide sotto le eleganti dita di Luca Guglielmi che approfittano delle splendide sonorità di uno straordinario clavicembalo, copia di un originale di Giovanni Battista Giusti, e – per terminare – del commovente organo Concone (1752) della chiesa di San Genesio martire di Corio (Torino) in una delicata Pastorale, celebrando la fama di di Pasquini che, organista «del Senato e del Popolo romano», fu titolare per tutta la sua vita di organi famosi come quello di Santa Maria Maggiore o di Santa Maria in Aracoeli.

ascolta il Pasquini di Luca Guglielmi


FauréGabriel Fauré (4)

Duos et Trio avec piano – Eric le Sage e Alexandre Tharaud: pianoforte, Emmanuel Pahud: flauto, Pierre Colombet: violino, Raphaël Merlin e François Salque: violoncello – Alpha (70’32”)

 

 

 

 

 

 

Fauré - copieGabriel Fauré (5)

Works for violin and piano – Eric le Sage: pianoforte, Daishin Kashimoto: violino – Alpha

Due cd che concludono l’integrale della musica da camera di Gabriel Fauré, un’integrale destinata ad entrare gloriosamente nella discografia come l’altra – egualmente definitiva – che Eric le Sage ed i suoi complici, giovani musicisti di differenti provenienze e fama internazionale, hanno dedicato alla musica da camera di Robert Schumann in 7 cd o alla sua musica per pianoforte in 13 cd.

Non è evidente conservare in queste imprese enciclopediche la continuità della tensione e della qualità dell’interpretazione di opere che coprono periodi diversi, lontani nel tempo e spesso – è sopratutto il caso per le composizioni di Fauré – fondamentalmente differenti, nelle intenzioni e nel tipo di programma.

Come le due Sonate per violino e pianoforte, composte a quarant’anni di distanza. Fauré a trent’anni quando compone la prima, ha appena lasciato il posto di organista a Saint Sulpice e sostituisce Saint-Saëns alla chiesa della Maddalena, rompe il suo fidanzamento con Marianne Viardot, la figlia della celebre cantante Pauline, e viaggia in Germania per incontrare Liszt ed ascoltare i Nibelunghi di Richard Wagner che egli ammira pur senza subirne l’influenza (nel cd n°4 sono registrati i divertenti e umoristici Souvenirs di Bayreuth, «Fantasia in forma di quadriglia» per pianoforte a quattro mani). E, quando compone la seconda, egli è il tirannico direttore del Conservatorio di Parigi, l’intransigente critico musicale del Figaro, ma, sopratutto, la sua sordità ormai avanzata lo porta a scrivere una musica statica, spoglia, quasi immateriale.

Daishin Kashimoto, sensibile e profondo interprete, dà una versione intensa e rattenuta di queste opere, tutta in finezza, senza esagerare nella caratterizzazione, né in quella giovanile e appassionata della prima, né in quella distante, crepuscolare della seconda. Eric le Sage è accompagnatore ideale, anima e sostiene, e la sua presenza illumina tutto il programma, come nel cd n°4, più variato, e che presenta capolavori ben conosciuti di Fauré, come Dolly e Masques et bergamasques per pianoforte a quattro mani (assieme all’elegante ed intenso Alexandre Tharaud), ma anche i meno noti Souvenirs di Bayreuth di cui si è detto, e composizioni per flauto e pianoforte – come la bellissima Sicilienne da Pélléas e Mélisande, la Fantasia op.79 ed il minuscolo (2’38) Pezzo da concorso. Chiudono il programma due memorabili miniature per violoncello e pianoforte: Après un rêve e la Sicilienne, una melodia sublime che Fauré ha più volte ricucinato, ma sempre con rinnovate implicazioni.

Scoprite su Youtube gli estratti di questa integrale.