I dischi di marzo ’15-2: la nostra selezione del mese

Pubblicato il 22 Marzo 2015 in , da Ferruccio Nuzzo

Love I Obey

Rosemary Standley, Helstroffer’s Band – Alpha (58’13)

Non so quanto in Italia sia conosciuto il gruppo Moriarty, sei artisti d’origine francese, americana, svizzera e vietnamita (ma tutti vivono in Francia, ed il nome del gruppo non si ispira a quello del nemico mortale di Sherlock Holmes, ma a Dean Moriarty, uno dei protagonisti di Sulla strada di Jack Kerouac). Sin dal primo, casuale, ascolto – non mi occupo, di solito di questa, musica, alla frontiera di vari generi: pop, folk, country, blues, rock e via dicendo – Moriarty mi ha entusiasmato per l’originalità della sua ispirazione e per un’intensità che ho sentito animata sopratutto dalla calda e spontanea voce della vocalist, Rosemary Standley. Un ascolto che mi sorprese e mi fece riflettere sulla vastità degli orizzonti che si aprivano a questa splendida voce.   

Ed ecco che Rosemary Standley ha registrato per Alpha uno straordinario cd in cui si fondono tutto il raffinamento della musica barocca ed il vigore delle musiche tradizionali del Vecchio e del Nuovo Mondo. Il progetto è nato dall’incontro con il chitarrista e liutista Bruno Helstroffer e con la clavicembalista Elisabeth Geiger. Da due anni di lavoro in comune, sulla base di lunghe ricerche, è nato questo crogiolo in cui fondono la musica inglese del XVII secolo – popolare e colta – e le tradizionali ballate americane, nello straordinario fluire e rimescolarsi di differenti ispirazioni, animate dalla voce magnetica di Rosemary e dal suono di antichi strumenti: la tiorba, l’organo, la viola da gamba, il serpentone …

Folk barocco? Ballate transatlantiche? Musica antica dal Nuovo Mondo? Un disco al di là di ogni classificazione e che ignora tutte le frontiere.

gli estratti del disco 

ed il trailer dell’album 


The Bach Court in Leipzig

The Bach’s Court in Leipzig

The harpsichord lordship – daccapo: Luigi Accardo, Enrico Bissolo: clavicembalo – Stradivarius (59’09)

Nato nel 2013 dall’intesa appassionata di due solisti virtuosi – il cagliaritano Luigi Accardo ed il veronese Enrico Bissolo, daccapo (tutto in minuscole) è un duo di clavicembali, formazione atipica – non so proprio quanti ce ne siano in giro – anche se il repertorio non è certo limitato, in opere scritte all’origine per uesti due strumenti o in trascrizioni.

Solidarietà, entusiasmo, raffinatezza e scrupolosa fedeltà allo spirito delle fonti di questa musica, animano le interpretazioni di daccapo, nello sviluppo della densissima scrittura contrappuntistica di queste composizioni, in particolar modo il Concerto per due clavicembali in Do maggiore BWV 1061a che Johann Sebastian Bach scrisse in due versioni, una con accompagnamento orchestrale e l’altra – presentata in questa registrazione – con i soli strumenti solisti che, autosufficienti, sono in costante dialogo  tra di loro non lasciando mai spazio a momenti di vuoto sonoro o di monotonia timbrica.

Se è certo che Bach scrisse questa – come altre sue composizioni – contando sulla collaborazione familiare (tutti i suoi figli furono grandi virtuosi di strumenti a tastiera), mi sembra evidente che tutte le opere in programma sono ispirate dalla possibilità di finalizzare un rapporto docente-allievo, coronando i risultati di un insegnamento, di quella pedagogia che fu una preponderante motivazione in tutta l’opera di Bach. Come testimonia il Concerto in la minore, in apertura del disco, di Johann Ludwig Krebs, allievo prediletto di Bach, e le composizioni di due dei suoi figli, il Duetto in Fa maggiore di Wilhelm Friedman, il primogenito, e la gioiosa Sonata in Sol maggiore di Johann Christian, l’undicesimo figlio.

ascoltate gli estratti di daccapo