J. Brahms
Sonate per violoncello e pianoforte, Trio per clarinetto, violoncello e pianoforte – Ophélie Gaillard: violoncello, Louis Schwizgebel-Wang: pianoforte, Fabio Di Casola: clarinetto
Aparté (75’25”)
Ophélie Gaillard – che alterna le registrazioni di musiche barocche a quelle del repertorio romantico – illumina delle sue sonorità dense e impone con il suo fraseggio scultoreo i due monumenti del repertorio cameristico di Brahms per violoncello ed il Trio op.114 in cui il violoncello è protagonista assieme al clarinetto.
La Sonata op.38 è dedicata all’amico Gänsbacher, giurista di formazione, professore di canto e dilettante di violoncello (si racconta che durante una prima lettura dello spartito, assieme a Brahms, il povero Gänsbacher si lamentasse di esser sopraffatto dal pianoforte, e di non riuscire a sentirsi; «siete veramente fortunato», sembra sia stata la risposta del compositore …).
Non è qui il caso. Tra Ophélie Gaillard e Louis Schwizgebel-Wang equilibrio e complicità sono perfetti nel decifrare le complesse tessiture polifoniche e nello slancio di una rara intensità espressiva, ancor più evidenti nella più «difficile» Sonata op.99, di un Brahms maturo e affermato, che, vent’anni dopo il successo della prima, non esita a disturbare il pubblico e la critica per il suo procedere al di là delle convenzioni.
Conclude questa preziosa registrazione il Trio op.114 per clarinetto, violoncello e pianoforte, frutto dell’incontro di Brahms – che già meditava di abbandonare la composizione – con Richard Mühlfeld, un virtuoso de clarinetto che lo convinse della forza espressiva del suo strumento e delle sue capacità ad evocare le voci umane in una molteplicità di registri. Nascono quindi le due Sonate, il Quintetto e questo Trio, capolavoro della letteratura romantica per il clarinetto, qui ammirevolmente interpretato dallo svizzero Fabio Di Casola.
F. Couperin
Complete Sonatas – Les Dominos, F. Malgoire
Ricercar (69’47”)
Con queste sette Sonate, François Couperin inaugura il ‘700 musicale francese; Lulli – ormai divenuto Lully ed assimilato alla corte del Re Sole – trionfa cercando di far dimenticare le sue origini italiane, mentre Arcangelo Corelli è ascoltato nella quasi clandestinità dal giovane Couperin che solennemente dichiara «amerò le sue opere sin tanto che avrò vita». Soltanto 35 anni più tardi – ormai divenuto «Le Grand» – Couperin confesserà la «piccola menzogna ufficiosa» con cui aveva presentato le sue Sonades come composte da un «nuovo Autore italiano», convinto che questo travestimento gli avrebbe procurato la benevolenza di un pubblico – già allora, e forse ancor più di oggi – sensibile all’esotismo e alle tendances, ma reticente ad accettare la musica puramente strumentale e che considera il violino «appena adatto a far ballare»…
Florence Malgoire e i suoi Dominos coltivano intensamente questa ispirazione corelliana, con il tessuto voluttuoso delle sonorità raffinate ed un’intelligenza retorica ed espressiva che riscatta l’apparente monotonia del programma. (È da segnalare la presenza di una prima mondiale: La Convalescente, da una copia manoscritta recentemente trovata in Germania).
ps: mi capita raramente di essere affascinato dal libretto che accompagna il disco altrettanto che dalla musica registrata; in questo, il testo di Catherine Cessac illumina la poetica e la storia di queste 7 Sonate con una quantità di preziose informazioni.
J.S. Bach
Suites per violoncello (trascritte per viola) BWV1007-1009-1011 – Antoine Tamestit
Naïve (59’00”)
Ancora una trascrizione delle Suites per violoncello di Bach, questa volta per la viola, strumento ingrato e che soltanto pochi virtuosi osano presentare sotto le luci inesorabili del repertorio solistico – ed, in questo programma la viola è veramente sola, senza neanche il sostegno del pianoforte, e in un programma dei più difficili e complessi.
Ma Antoine Tamestit è un virtuoso straordinario e un interprete profondo ed elegante, a suo agio nel repertorio cameristico e solistico contemporaneo (Shostakovich, Ligeti, Schnittke) e in quel po’ che i romantici (Schumann, Berlioz) si son degnati di concedere alla viola solista.
Non è la prima volta, d’altronde, che Tamestit ricorre alle trascrizioni, dal violoncello (Schubert, Arpeggione) ma anche dal violino, con una vertiginosa Partita n°2 di Bach (quella con la famosa Ciaccona), offrendoci delle interpretazioni memorabili.