Oeuvres pour la main gauche – vol. 1
Ravel, Scriabine, Chopin, Saint-Saëns, Bach – Maxime Zecchini: pianoforte – Ad Vitam Records (64′)
Oeuvres pour la main gauche – vol. 2
Saint-Saëns, Blumenfeld, Schulhoff, Zecchini, Bartok, Sancan, Alkan, Reger – Maxime Zecchini: pianoforte – Ad Vitam Records (72’31)
Oeuvres pour la main gauche – vol. 3
Wagner/Liszt, Meyerbeer/Liszt, Saint-Saëns, Samazeuilh, Fauré, Lipatti, Bellini – Maxime Zecchini: pianoforte – Ad Vitam Records (65’49)
Oeuvres pour la main gauche – vol. 4
Hommage a Paul Wittgenstein – Ravel, Prokofiev, Britten – Maxime Zecchini: pianoforte, Cape Philharmonic Orchestra, Jan Moritz Onken – Ad Vitam Records (74’07)
Oeuvres pour la main gauche – vol. 5
Transcriptions inédites de Paul Wittgenstein – Maxime Zecchini: pianoforte – Ad Vitam Records (53’41)
Le iniziative più interessanti ci vengono oggi proposte dalle case discografiche «indipendenti» («indipendenti» nel senso che tutto – programmazione, realizzazione, comunicazione – è nelle mani di un piccolo gruppo – spesso familiare – di appassionati, direttamente coinvolti nell’impresa: musicisti, ingegneri del suono …, e le cui risorse sono tutte nella creazione, non disponendo degli enormi archivi delle majors, che vivono di questa inesauribile eredità, rinforzandola ma proponendo rarissimamente qualcosa di nuovo e originale). È il caso di Ad Vitam Records, nata nel 2004 dall’incontro di Jean-Yves Labat de Rossi – ingegnere del suono e produttore di numerose registrazioni per Deutsche Harmonia Mundi, BMG, Sony e Deutsche Grammophon – con Anne Dieumegard, e che in questi poco più di dieci anni ha messo su un catalogo assolutamente originale, valorizzando settori poco esplorati – come i rapporti musicali tra Oriente e Occidente – o repertori più consueti – da Johann Sebastian Bach al Mozart meno noto ed a Garcia Lorca.
Ma la più importante di queste iniziative è l’antologia dedicata alle composizioni scritte o adattate per il pianoforte suonato con la sola mano sinistra, nata dall’appassionato impegno del pianista Maxime Zecchini – francese di origine italiana – che è il protagonista della collezione, inaugurata nel 2012 con un primo cd il cui programma iniziava con la trascrizione, dello steso Zecchini, per pianoforte solo del Concerto di Ravel per la mano sinistra. Questa pratica, nata dalla necessità o dall’esibizionismo virtuoso, data dalla prima metà dell’800, ma si nobilita di un forte messaggio umano con Paul Wittgenstein, negli anni della Grande Guerra. Ho già parlato di questo pianista, divenuto famoso grazie al suo coraggio ed alla sua forza di volontà, che gli permisero di riprendere la sua carriera di concertista nonostante la mutilazione del braccio destro, perduto al fronte.
Nei 5 cd sino ad ora pubblicati – l’ultimo sarà disponibile in questi giorni – Maxime Zecchini ha raccolto un gran numero di composizioni, dalle più note a quelle inedite (e che verrano, all’occasione pubblicate dall’editore Joseph Weinberger). Per apprezzare veramente tutta l’importanza di quest’impresa ed il significato della collezione, bisogna tuttavia andare al di là del virtuosismo strumentale dell’interprete, della sua capacità di una performance che ha qualche volta del miracoloso, dell’illusionistico, come – nel primo cd – lo Studio n° 22, da l’Étude révolutionnaire opus 10 n°12 di Fréderic Chopin nella trascrizione del grande concertista e pedagogo americano Leopold Godowsky, che attraverso la riscrittura per una mano sola ci permette di ascoltare questo capolavoro in una nuova luce (cd n°1).
Nulla, ad un primo ascolto, permette di distinguere queste opere da quelle eseguite a due mani, e spesso sono i movimenti lenti, senza alcuna complicazione di diteggiatura, i più commuoventi, come Mélancolie op.47 n°5 ed Elégie op.47 n°7 di Edward Grieg o la conosciutissima Rêverie di Robert Schumann, nell’ultimo cd pubblicato (devo, tuttavia, precisare che, non essendo per nulla pianista ed ignaro delle tecniche di esecuzione su questo strumento, preferisco non identificare le difficoltà, che spesso non sono dove le si potrebbero immaginare – come, ad esempio per la Siciliana di Johann Sebastian Bach – cd n°5 – un pezzo tranquillo – si fa per dire -, che un allievo di pianoforte esibisce all’inizio dei suoi studi, ma che dev’essere terribilmente difficile per una mano sola; le mie impressioni, quindi, sono puramente estetiche …).
Opere talvolta di mostruosa difficoltà – sopratutto nelle trascrizioni -, come la Grande Fantasia su Roberto il Diavolo di Meyerbeer, trascritta per il pianoforte da Liszt, e ri-trascritta per la mano sinistra dall’inzaghese Adolfo Fumagalli, il «Paganini dei pianisti», autore di numerose composizioni e trascrizioni per la mano sinistra – tra l’altro una magica Casta Diva, dalla Norma di Bellini, qui registrata(cd n°3) – mano che sembra Fumagalli avesse fortissima e dotata di prodigiosa agilità. Ben al di là del semplice virtuosismo, il solista presenta – nel cd n°2 – un sua composizione, Naouli, breve ma sconfinata: una melodia limpida e nostalgica, sostenuta da armonie dalle sfumature impressionistiche e che si conclude come è cominciata: un éternel retour come un rasserenante moto perpetuo.
Mi è sembrato interessante porre qualche domanda a Maxime Zecchini, particolarmente sui problemi tecnici dell’interprete, che l’ascoltatore ignaro rischi di sotto- o sopravvalutare… E Maxime ha risposto con l’entusiasmo di chi vede in questo programma più un’impresa ideologica che un exploit tecnico.
– È necessaria una preparazioni fisica particolare per suonare le opere scritte per la mano sinistra?
– È necessario sopratutto essere all’ascolto del proprio corpo, dare molta importanza alla decontrazione ed evitare di forzare. Ed, inoltre, facendo sempre ben attenzione a rilasciare le tensioni muscolari durante i momenti più calmi dell’esecuzione è possibile arrivare alla fine del pezzo senza problemi. Lo spostamento dello sgabello leggermente verso la destra mi permette di sentirmi più a mio agio, perché il tal modo posso raggiungere le note più acute della tastiera con la sinistra senza troppe contorsioni.
– Cosa implica il fatto di suonare sia con la sola mano sinistra che con le due mani in occasione dello stesso concerto?
– Quando suono in concerto, sono felice di alternare le opere per la mano sinistra e le opere per le due mani. In tal modo posso proporre i grandi classici del repertorio per pianoforte e far scoprire al pubblico composizioni nuove, o raramente eseguite, per la sola mano sinistra.
Dopo aver suonato un pezzo per la mano sinistra, può essere destabilizzante ricominciare direttamente a suonare con le due mani … è necessario, infatti, qualche minuto perché l’equilibrio del corpo e delle mani si ristabilisca in maniera armoniosa … È per questo che, prima del concerto, rifletto a lungo sull’ordine delle musiche in programma per essere il più possibile a mio agio.
– Paul Wittgenstein è il solo musicista ad essersi interessato a questo repertorio?
– assolutamente no! molti compositori hanno scritto per la sola mano sinistra. Brahms, tra l’altro, che ha trascritto per la mano sinistra la Ciaccona di Bach (scritta, all’origine, per violino solo); egli ha voluto che il pianista risentisse le stesse sensazioni del violinista, che é confronto alle difficoltà di posizioni estremamente aperte delle dita nell’esecuzione di questa partitura (cd n°1).
Poi ci sono altri compositori che hanno scritto per allievi o amici che, per una ragione o per un’altra, erano impediti nell’uso della destra. E, sopratutto nell’800, alcuni pianisti hanno trascritto delle opere liriche per impressionare il pubblico con tutto quel che di virtuoso e spettacolare può esserci nell’esecuzione con una mano sola.
Senza dimenticare Scriabin … S’era ferito alla mano destra, ed i medici dicevano che non avrebbe più potuto utilizzarla al pianoforte; e questo l’indusse a comporre il celebre Preludio e Notturno opus 9, una delle sue opere più conosciute, quella che, per il suo estremo romanticismo, gli valse il soprannome di «Chopin mancino». Ed anche dopo aver riacquistato l’uso delle due mani, Scriabin ha continuato ad includere questo pezzo nei suoi programmi, a ragione del gran successo.
– Ci sono composizioni per due mani sinistre ?
– esiste un Concerto per due pianoforti per due mani sinistre, composto per i famosi pianisti americani Leon Fleisher e Gary Graffman, ma è una caso unico …
– … ed opere per la sola mano destra ?
– appena una decina, contro più di 600 per la mano sinistra. Questo è dovuto al fatto che la posizione delle dita della mano destra sulla tastiera permette difficilmente l’elaborazione dell’adattamento: si dovrebbe suonare la melodia con le dita più deboli – cioè l’anulare ed il mignolo – e l’accompagnamento con le dita forti – pollice, indice e medio. Il contrario è molto più facile dal punto di vista musicale: paradossalmente, la sinistra è molto più a suo agio della destra in questo tour de force …
Ad Vitam Records utilizza un sistema di registrazione molto avanzato l’«HDRS» – particolarmente concepito e sviluppato per la registrazione live. Questo sistema permette di restituire il suono nel suo contesto naturale rispettando i parametri acustici originali, senza ricorrere ad alcun tipo di correzione dello spettro sonoro, denaturandolo.
Sono previsti ancora 4 o 5 cd, ed alla fine un cofanetto riunirà tutta l’antologia. I numeri 6 e 7 saranno dedicati alla musica da camera ed il numero 8 ai compositori contemporanei.
Potete ascoltare gli estratti di tutti i cd sul sito di Ad Vitam Records.