I dischi del mese: gennaio ’14- 3

Pubblicato il 30 Gennaio 2014 in , da Ferruccio Nuzzo

Carl Philipp Emanuel Bach 

Gamba Sonatas – Alberto Rasi: viola da gamba, Patrizia Marisaldi: clavicembalo, Claudia Pasetto: viola da gamba – Stradivarius (56’28)

Le due Sonate ed il Trio (o Sonata in forma di trio) per viola da gamba di Carl Philipp Emanuel Bach, sono un ultimo grandioso spasimo «fuori del tempo» per salvare dalla minaccia dell’oblio uno strumento che ormai, e malgrado le accese polemiche dei suoi più strenui difensori, aveva dovuto soccombere nel confronto con il violoncello «miserabile somaro, odioso e povero diavolo» dopo aver già da tempo ceduto al violino «dall’anima di gigante nel corpo di una nano» molte delle sue prerogative (le citazioni sono tratte dalla «Difesa della viola da gamba contro le imprese del violino e le pretese del violoncello» di Hubert le Blanc).

È forse proprio per questo che ho sempre visto in queste composizioni – più di ogni altra, forse, impregnate del sentimento e dell’approfondimento psicologico che abita l’opera del figlio di Bach – come un’estrema testimonianza di nostalgica fedeltà allo strumento che aveva meglio illustrato la musica del XVII e della prima metà del XVIII secolo.

Carl Philipp Emanuel – che più e meglio di tutti i suoi fratelli trasmise la gloria del Padre – rinnova il linguaggio di una musica capace di «comunicare al cuore parlando all’immaginazione», articolandone il discorso lungo il percorso di «affetti» che traggono dalle sonorità sensuali e preziose della viola da gamba significati fragili e segreti, irraggiungibili dalle estroversioni del violino e del violoncello, ormai destinati a ben altre esibizioni.

Il veronese Alberto Rasi è l’interprete ideale dell’esasperata nostalgia di questi capolavori, con un virtuosismo tutto interiore, un invito a penetrare nell’estremo rifugio ove il glorioso strumento canta le sue ultime, accorate verità. Con lui Patrizia Marisaldi e Claudia Pasetto illuminano il percorso di una raffinata rievocazione.

ascoltate la viola da gamba di Alberto Rasi


 

WagschalArabesques

Martin Münch: musica per pianoforte – Laurent Wagschal: pianoforte – Prometheus (67’15)

Allievo del grande compositore tedesco Wolfgang Rihm, uno dei più interessanti musicisti oggi attivi, Martin Münch, filosofo, pianista e compositore, si dichiara – a quanto dice Wikipedia – sensibile all’eredità di Alexander Skrjabin. A me sembra, piuttosto, ch’egli profitti più spesso della leggerezza di Eric Satie che delle magiche sonorità di Skrjabin; un Satie, forse, più esplicito, meno misterioso, meno freddo e più agitato; ma molto probabilmente è la lucidità, la trasparenza del virtuosismo di Laurent Wagschal che danno alla sua musica un’irrefrenabile energia comunicativa, in un programma che copre 25 anni di attività, dalla Seconda Sonata, composta a 17 anni, ai dodici fantasiosi e divertenti Märchen une Arabesken (Racconti ed Arabeschi), alle stravaganti Sette marce funebri proibite, ed ai due Omaggi musicali, pieni, nel loro minimalismo, di sottili evocazioni poetiche.

Non si tratta di una musica rivelatrice di grandi novità né  sorgente di verità segrete, ma la grande sensibilità di Laurent Wagschal ci rivela – ancora una volta – un settore del panorama pianistico europeo che lo completa significativamente, come è già accaduto in altre sue interessanti registrazioni con le musiche di autori più o meno significativi ma diversamente e ingiustamente trascurati, dal Dukas di cui si è parlato in queste cronache a Gabriel Pierné, Florent Schmitt, Maurice Emmanuel, ed al grande Jean Cras, ufficiale di marina e sensibilissimo compositore, più noto per le sue invenzioni di strumenti di navigazione (ancora in uso) che per la sua musica.

ascoltate la musica de Martin Münch