J.S. Bach: Fait pour les Anglois
Le Suites Inglesi BWV806-811
Pascal Dubreuil
Ramée (2 cd: 70’15″+72’04”)
Il titolo: Suites Inglesi, non è di Bach; fu il figlio Johann Christian che lo appose a un sua copia manoscritta (esercizio imposto dal papà), e si presta a confusione. L’ispirazione «inglese» non è, infatti, per nulla evidente; queste suites sono piuttosto, nella loro struttura, «alla francese», molto probabilmente la risposta di J.S. Bach alla pubblicazione del primo libro delle Pièces de Clavecin de François Couperin.
Le registrazioni sono rare (eccessiva difficoltà d’esecuzione?), ma Pascal Dubreuil non è soltanto uno straordinario virtuoso, è sopratutto un clavicembalista ispirato, che plana sulle difficoltà di queste impervie composizioni godendo e facendoci godere delle qualità di uno strumento eccezionale: l’elegante, agile, trionfante, capolavoro dell’olandese Titus Crijnen, ispirato a un modello di Hans Ruckers II (1624). Siamo molto lontani dal chiasso di «due scheletri che fan l’amore su un tetto di zinco», come diceva – parlando del clavicembalo – Sir Thomas Beecham, gran direttore d’orchestra e autore di rimarchevoli boutades musicali.
La registrazione, dettagliata ed ariosa, è all’altezza delle qualità dello strumento e delle raffinatezze dell’interpretazione.
L. van Beethoven
Quartetto in fa minore n°11, op.95 «Quartetto serioso»
W.A. Mozart
Adagio e Fuga in do minore, K.546
Quartetto in Mi bem. maggiore n°16, K.428
Chiaroscuro Quartet
Aparté (57’25”)
Chiaroscuro è un giovane quartetto multi-nazionale – Russia, Spagna, Svezia, Francia – che, dopo un debutto discografico folgorante – un premiatissimo cd Mozart/Schubert – si cimenta con un opera ben più complessa e torturata.
Il «Quartetto serioso», avanguardista e sperimentale – come lo definì lo stesso Beethoven, già isolato nella sua sordità – sembra provenire da un luogo straniero, da un’epoca musicale sconosciuta, lontana da ogni convenzione musicale e culturale. Non si tratta più di un «divertimento» tra quattro musicisti beneducati – quel che era il quartetto all’epoca – ma di un viaggio attraverso paesaggi abitati dalla disperazione, in un serpeggiare violento e doloroso di dissonanze, tra la luce e le tenebre del Chiaroscuro.
Segue l’Adagio e Fuga in do minore, K.546 di Mozart, opera strana e solitaria, ispirata al modello contrappuntistico di J.S. Bach, in un’eruzione di dissonanze di un rigore ostinato e senza concessioni.
Per concludere, Chiaroscuro si rilassa nel Quartetto n°16, K.428, dedicato a Haydn, senza tuttavia cedere alle tentazioni di un’eleganza superficiale, né rinunciare ai raffinati giochi di luce ed ombre ammirevolmente restituiti da una registrazione di gran qualità
Ascolta il “Quartetto serioso”
F. Mendelssohn Bartholdy
Sonate per violoncello e pianoforte op.45 e op.58, Variazioni concertanti op.17, Lied ohne Worte op.109
Ferenc Vizi: pianoforte, Laura Buruiana: violoncello
Coviello classics (61’37”)
Un repertorio poco frequentato dai grandi solisti: le musiche per violoncello e pianoforte di Felix Mendelssohn
Si tratta di opere tutt’altro che «minori» («La musica più pura, così bella, così limpida, così particolare» scrisse Robert Schumann), ma non ancora consacrate, in disco, da un’interpretazione memorabile.
Il duo rumeno Buruiana – Vizi affronta queste composizioni con tutta l’energia e l’entusiasmo necessari, forse con un tantino di aggressività e rigidezza per l’op.45 – un modo di risolvere le apparenti contraddizioni tra la profondità contrappuntistica e l’apparente frivolezza salonistica (questa Sonata, peraltro, non piaceva neanche a Mendelssohn, che la offrì all’amico Ferdinand Hiller «giusto perché ha un bel frontespizio, altrimenti non vale gran ché»).
Più a loro agio nella op.58 e sopratutto nell’interpretazione piena di slancio delle Variazioni concertanti ed in una delle più sognanti Romanze senza parole, per un cd assai gradevole anche se non definitivo.