I dischi del mese: la nostra selezione di giugno

Pubblicato il 30 Maggio 2015 in , da Ferruccio Nuzzo

Frédéric Chopin

Autour des Ballades – Kotaro Fukuma: pianoforte – Hortus (75’54)

Kotaro Fukuma è l’astro montante del pianismo mondiale. Giapponese, si è affermato giovanissimo negli Stati Uniti – dove, a 14 anni ha vinto il suo primo concorso -, continuando, poi, la sua formazione in Italia ed in Germania, e coronandola in Francia con un primo premio del Conservatorio nazionale superiore di musica di Parigi nel 2005. Quinto cd pubblicato da Hortus – ma registrato in Giappone da Denon – è questo il secondo che Kotaro Fukuma dedica alle Ballate di Frédéric Chopin alternandole ad altre composizioni della stessa epoca per metterne in rilievo l’universo fantastico e l’originalità, a cominciare dall’Andante spianato e Grande Polonaise brillante, qui nella versione per pianoforte solo.

Il rapporto che Kotaro ha con la musica del genio polacco è singolare: bambino, e ispirato dall’ascolto dei dischi (sopratutto gli Studi nell’interpretazione di Maurizio Pollini), comincia a decifrarne la musica a modo suo. «Soltanto quando, anni dopo, ho cominciato a studiare qualche pezzo di Chopin  più seriamente, e con dei professori, ho preso coscienza della profondità e della raffinatezza della sua arte, il che ha aumentato il mio amore ed il mio rispetto per questo compositore e per la sua musica».

E devo riconoscere che tutta la spontaneità di questa prima, infantile, passione è rimasta nell’interpretazione di Kotaro Fukuma: il suo Chopin non ha radici nello Chopin di Arthur Rubinstein o di Marta Argherich (o di altre divinità della tastiera), ridigerito e presentato a modo suo, ma è uno Chopin «nuovo», animato ancora dal miracolo di quella prima scoperta.

Qualche parola a proposito della Fantasia-Impromptu qui registrata: l’autore non voleva che questa composizione – una delle sue più note – fosse pubblicata (a causa della sua troppo evidente prossimità con l’Impromptu op.89 del compositore suo amico Ignaz Moscheles), ed è stata per oltre un secolo conosciuta soltanto attraverso una pubblicazione postuma (e abusiva) di Julius Fontana. Soltanto nel 1960, in occasione di un’asta a Drouot, Arthur Rubinstein acquistò un manoscritto con l’autografo del brano, dedicato alla baronessa d’Est. Ed è questa versione originale che Kotaro Fukuma splendidamente interpreta.

Ascoltate la Ballata n° 4 in fa minore, op. 52, interpretata da  Kotaro Fukuma all’Arthur Rubinstein International Piano Master Competition


 

AasheyaniAashenayi

Rencontre musicale en terre Ottomane – Canticum Novum, Emmanuel Bardon – Ambronay (65’39)

Appena qualche giorno fa lamentavo la scarsità di registrazioni di musica etnica veramente interessanti in catalogo, ed ecco che un nuovo cd viene a smentirmi (anche se questa volta, a dire il vero, si tratta di musiche tradizionali sublimate dall’incontro con l’interpretazione di un ensemble specializzato nell’interpretazione della musica antica). Canticum Novum ed il suo direttore, Emmanuel Bardon (violoncellista di formazione) si dedicano da tempo a illustrare i legami tra la musica europea, il repertorio del bacino del Mediterraneo e quello della Via della seta, ricco della fusione del mondo cristiano e di un oriente marcato dalla doppia eredità ebraica e moresca.

Aashenayi – che significa, appunto, «incontro» in lingua persiana – tra i canti e le musiche strumentali dell’Impero Ottomano, che si estendeva al XVI secolo dall’Europa balcanica all’Iran e sul quale regnava Solimano il Magnifico. La strumentazione e l’elaborazione di queste monodie sensuali ed evocatrici – in gran parte sefarade e persiane, trasmesse oralmente, ma anche ottomane, armene e spagnole – sono frutto di un lavoro collettivo, e l’interpretazione lascia libero spazio all’improvvisazione, ed a variazioni che sono un simbolo dell’incontro tra popoli e culture diverse. Un’iniziativa intellettuale, dunque, ma che lascia a queste musiche tutto il fascino esotico di una favola delle Mille e una notte.

Il disco è pubblicato dal Festival di Ambronay che ospita i concerti di Canticum Novum.

su Youtube il film di Aashenayi 


 

Thierry-gervais-great-trumpet-concertos.jpgThierry Gervais

Great trumpet concertos – Plog, Nesterov, Loucheur, Tashdjian, Zwilich – Moscow Symphony Orchestra, Ensemble de cuivres et percussions des Solistes de Paris, Paris clarinet sextet, Utopia – Indesens (65’)

Indesens promuove da sempre, nel suo ricco e molteplice catalogo, la musica per strumenti a fiato ed i solisti francesi, pilastri di una scuola mondialmente conosciuta. E dopo aver percorso i capolavori del repertorio, ci presenta opere poco – o per nulla – conosciute, spesso delle vere, esaltanti sorprese. Come in questo cd, che senza pretendere una coerenza stilistica tra le varie composizioni presentate, conferma le intenzioni dell’impegnato solista ad allargare un panorama già vasto e di molteplice ispirazione, ridando, tra l’altro, una rinnovata vitalità ad un’opera maggiore della scuola russa, vivaio di splendide pagine per la tromba, che all’epoca della sua creazione non varcò i confini di un’URSS avara delle sue glorie musicali che non fossero i grandi solisti del violino o del pianoforte (a ristabilire una certa compensazione, la Moscow Symphony Orchestra ha partecipato alla registrazione del disco).

Il programma s’apre con il bel Concerto per tromba dello statunitense Anthony Plog, virtuoso e pedagogo mondialmente conosciuto, una luminosa vetrina – nell’atmosfera vagamente western e morriconiana degli Adagio – per le molteplici faccette dello strumento di Thierry Gervais. Seguono, appunto, il Concerto in do minore op.42 del russo Arkadi Nesterov, solenne e virtuoso al tempo stesso, l’originale Concertino per tromba e sestetto di clarinetti di Raymond Loucheur e la prima registrazione mondiale di Chrysalide, opera recentissima (2014) del francese François Tashdjian.

Uno straordinario tour de force conclude il cd, il Clarino quartet della statunitense Ellen Taaffe Zwilich, per quattro trombe, evidentemente tutte suonate – in successive registrazioni, quindi sovrapposte – dal vertiginoso Thierry Gervais.

ascoltate la tromba di Thierry Gervais


 

purcell-dido-and-Aeneas-le-poeme-harmonique-vincent-dumestre-deception-pour-classiquenews-1-dvd-alpha-vivca-genauxHenry Purcell

Dido & Aeneas – Vivica Genaux, Henk Neven, Ana Quintans, Marc Mauillons, Choeur Accentus / Opéra de Rouen Haute Normandie, Le Poème Harmonique, Vincent Dumestre, regia  di Cécile Roussat e Julien Lubek – Alpha (1h20’)

È la prima volta che vi parlo di DVD: non sempre – anzi, raramente – questo supporto giova alla riproduzione musicale. O si tratta di vetusti documenti d’archivio, vecchie registrazioni di captazioni televisive, effettuate con mezzi primitivi e miserabile qualità sonora, comunque preziosi in quanto testimoniano di valori insostituibili (prima di tutti, Maria Callas), ma musicalmente frustranti, oppure di moderne realizzazioni nelle quali la musica è sacrificata alla regia ed a coreografie più o meno agitate e che inutilmente distraggono dall’ascolto.

Eccezioni a questa consacrata regola sono i DVD che Vincent Dumestre ed il Poème Harmonique hanno dedicato per Alpha al Bourgeois Gentilhomme di Molière / Lully (Alpha 701) ed a Cadmus & Hermione di Lully / Quinault (Alpha 707), splendide realizzazioni nelle quali la musica ed il virtuosismo dei cantanti non sono mai sacrificati all’immagine.

Proseguendo la sua esplorazione del repertorio operistico del XVII secolo, Vincent Dumestre ci propone questo capolavoro di Henry Purcell, poetica illustrazione del mito virgiliano degli impossibili amori di Didone, principessa cartaginese, per Enea, figlio di Venere e transfuga, con quel che resta della sua famiglia, da Troia distrutta verso l’Italia. Didone & Enea appartiene ad un genere diffuso in Inghilterra a quell’epoca, un ibrido tra il teatro ed il masque (un divertimento composto di canti, danze, di musica strumentale e di effetti spettacolari ottenuti grazie a macchinari complessi anche se rudimentali). Sola opera che Purcell – morto a 36 anni – produsse nella sua breve carriera, questo gioiello di rara bellezza gli permise di realizzare il suo ideale drammatico grazie anche alla qualità del libretto, opera del poeta irlandese  Nahum Tate.

Filmato all’Opéra de Rouen, questo Dido & Aeneas si giova della mess’in scena di Cécile Roussat et Julien Lubek – ambedue provenienti dalla scuola del famoso Marcel Marceau, e con un’esperienza circense che mescola mimo, danza ed acrobazia alla musica, in una scenografia movimentata e fiabesca.

su YouTube potrete farvi un’idea di questo Didone & Enea.