Già dall’inizio la magia opera. Le prime note, esalate dal clavicembalo, evocano la sacrosanta Offerta Musicale (e questa, oso dire dedica se non consacrazione, spesso ritorna nella prima composizione in programma – Revenant di Jocelyn Morlock – fantasticamente illuminata dalla splendida sonorità del traverso di Matteo Gemolo o sfidata dall’affilato violino barocco di Patrizio Germone).
Non perdetevi, tuttavia, nella ricerca di riferimenti, citazioni, allusioni, associazioni o antinomie. Lasciatevi, piuttosto, andare al fascino di questa musica che, tutta anima e amore, non è paragonabile a nessun’altra, con la sua incredibile ricchezza sonora, inedita per il nostro orecchio contemporaneo.
Fondato su una ricerca di dottorato di Matteo Gemolo sulla nuova musica scritta per strumenti antichi, Affect is no crime (già il titolo è oggetto di meditazione …) illumina la complessità e l’eterogeneità di questi nuovi percorsi musicali, presentando 5 prime esecuzioni mondiali di 5 opere scritte da altrettanti celebri compositori viventi, originari di 5 differenti paesi.
Composizioni sempre sorprendenti, e talvolta attraversate da esclamazioni violente, arroganti (Jacqueline Fontyn: La Fenêtre Ouverte: IV, Un Peu Timbré), ma sopratutto animate da una grande e bella libertà, senza le costrizioni, spesso arbitrarie, incomprensibili per l’ascoltatore non iniziato, di certe musiche contemporanee. Temi noti e cari affiorano e si dileguano qua e là, ed una misteriosa comunione lega gli interpreti, con qualcosa del fascino, e molto della sorpresa, di una jam session.
“Quello che conta veramente – conclude Matteo presentando il cd – è l’incontro tra spirito ed anima, il razionale e le emozioni, ed, infine, tra l’arte ed il suo pubblico”.
Un cd che va ascoltato e riascoltato per svelarne le ombre e scoprirne le insospettate prospettive, ed un regalo che vi rievocherà sovente alla memoria del destinatario.
Affect is no crime
New Music for Old Instruments – Europa Ritrovata: Matteo Gemolo: traverso, Patrizio Germone: violino barocco, Miron Andres: viola da gamba, Lisa Kokwenda Schweiger: clavicembalo – Arcana (58’31)
Oeuvres pour la main gauche, vol. 8
Septuor à vents, Trio à cordes – Janacek, Korngold – Gouache Wind Ensemble, Lyodoh Kaneko, Young-Eun Koo: violino, Marlène Rivière: violoncello, Maxime Zecchini: pianoforte – Ad Vitam Records (61’17)
Già il regalo di un cd è, secondo me, il più bello che si possa fare (dopo, forse, quello di un anello di fidanzamento …?); inoltre – al contrario del suddetto anello -, questo regalo può essere moltiplicato: due cd son meglio di uno, tre meglio di due e così via … Quindi, se volete lasciarvi andare – e volete offrire qualcosa di certamente più interessante del cofanetto de “Le più belle Ave Marie”, o di quello de “Il meglio della musica delle Crociate” – nulla di più originale che questa affascinante, interessantissima collezione di Opere per la mano sinistra che Maxime Zecchini porta avanti da ormai quattro anni, della quale ho spesso ed entusiasticamente parlato in questa rubrica e che vi permetterà di modulare super-regali, scegliendo ed associando i generi e le epoche.
La collezione è, infatti, ormai arrivata al volume 8, alternando i cd dedicati alle composizioni più note, per il pianoforte solo o solista accompagnato dall’orchestra, a quelle meno frequentate dedicate in particolare modo alla musica da camera.
Come quest’ultimo, appunto, che ci fa scoprire le bizzarre, inquietanti sonorità dei fiati nel Capriccio per pianoforte mano sinistra e sette strumenti a fiato di Leos Janacek e la più moderna, innovatrice, espressionista, quasi sinfonica Suite per due violini, violoncello e pianoforte mano sinistra dell’austriaco-americano Erich Wolfgang Korngold.
Vivaldi
Jupiter – Thomas Dunford – Alpha ( 78’07)
Un cd pieno da scoppiare, di un Vivaldi, a dir poco, esplosivo, e il debutto discografico dell’ensemble Jupiter, creato lo scorso anno dal giovane liutista Thomas Dunford. Protagonista una voce femminile, quella della scatenata mezzo-soprano franco-italiana Lea Desandre, evocazione delle virtuosissime orfanelle dell’ospizio della Pietà che il Prete Rosso educava alla musica come onesta distrazione e spirituale elevazione (ed, al tempo stesso, delizia dell’aristocrazia veneziana e di chi altri avesse il privilegio dell’accesso alle esibizioni delle Figlie di Choro).
È difficile immaginare un’orfanella cantare Armatae Face et Anguibus nel ruolo della Juditha Triumphans (Armate di torce e serpenti / Dal vostro regno cieco e funesto / Barbare compagne / Furie / Venite a noi / Con la morte, il flagello, il massacro …), ma Lea è credibilissima, e travolgente in questo inno pre-femminista e rivendicatore.
Assieme ad altre arie d’opera e d’oratorio, quattro esemplari concerti, per liuto, per liuto e violino, per fagotto e per violoncello fanno fiammeggiare il programma. Accanto a Thomas Dunford la bravissima Cecilia Bernardini e gli esemplari Peter Whelan e Bruno Philippe. All’organo e al clavicembalo Jean Rondeau soffia sul fuoco.
Marin Marais
Deuxième Livre des pièces de viole – François Joubert-Caillet: viola da gamba, L’Achéron – Ricercar (5h56’24)
Due anni or sono, il Premier Livre des pièces de viole di Marin Marais nella memorabile interpretazione di François Joubert-Caillet inaugurava gloriosamente la stagione discografica iniziando il lungo, avventuroso viaggio di un integrale che conterà non meno di 5 libri. Ed ecco che i 5 cd del Deuxième Livre arrivano giusto in tempo per un sontuoso regalo di Natale.
Composto di musiche scritte in momenti diversi, denso di novità tonali mai utilizzate sino ad allora, questo Secondo libro è una porta aperta verso tutti i rinnovamenti stilistici che apporterà l’inizio del Siècle des lumières, rendendo tuttavia numerosi omaggi ai maestri del passato. Un esempio sono i Couplets sur les Folies d’Espagne, la composizione, certo, più nota e popolare di questa raccolta, che evoca uno dei soggetti più frequentati dai compositori barocchi, da Arcangelo Corelli in poi.
Attorno a François sono Sarah van Oudenhove alla viola e Angelique Mauillon all’arpa (potrete ascoltarle nella Polonaise qui di seguito), poi Miguel Henry alla tiorba, Vincent Flückiger alla chitarra e Philippe Grisvard al clavicembalo.
Julien Hervé
Wolfgang Amadeus Mozart: Clarinet Concerto K.622, Clarinet Quintet K.581 … – Rotterdam Philharmonia Orchestra, Gustavo Gimeno, G. Nikolic, G. Gribajcevic: violini, R. Spitzer: viola, C. Flamen: violoncello – NoMadMusic (70’23)
Due capolavori di Mozart e due monumenti della letteratura per clarinetto solista: il Concerto K.622 e il Quintetto K.581 nella coinvolgente interpretazione di Julien Hervé, realizzata su uno strumento – il clarinetto di bassetto in la – di fattura moderna. Julien, anche se precocemente appassionato e coinvolto dalla musica non si è dedicato che tardivamente allo studio del clarinetto, attendendo i 21 anni per entrare nella classe di Pascal Moraguez al Conservatorio Nazionale Superiore di Musica di Parigi. “Anche se sono queste due opere ad avermi orientato verso la scelta del clarinetto, io non ho osato affrontarle se non nei miei primi anni di studio in Conservatorio – ha detto Julien – … ho passato dei mesi sulle prime quattro battute … e questa ricerca non si è mai arrestata, ed è per questa ragione che è stato così difficile realizzare una registrazione di queste due opere fondamentali”.
Competa il programma l’incompiuto, e raramente eseguito, Quintettsatz KV Anhang 91.
Fernando Sor
Philippe Muratoglou: chitarra – Vision Fugitive (54′)
Uno dei dischi più interessanti pubblicati quest’anno, da offrire agli appassionati della chitarra ed a chi ama le sfumate, esitanti atmosfere del primo romanticismo. Fernando Sor fu un genio musicale che seppe scrivere – piegandosi alle esigenze degli editori – musiche semplici di esecuzione per non scoraggiare il giovane dilettante e pur piene di segrete bellezze e di geniali trovate che sono la delizia del virtuoso dello strumento. E l’interpretazione di Philippe Muratoglou – qui al suo primo cd monografico – è piena di delicata poesia nello straordinario rinnovarsi delle sonorità, esaltate da una registrazione intima e ricca di dettagli.
L’eleganza del libretto che accompagna il cd rende il regalo ancor più prezioso.
Mieczyslaw Weinberg
Chamber Music – Gidon Kremer: violino,Yulianna Avdeeva: pianoforte, Giedré Dirvanauskaité: violoncello – Deutsche Grammophon (59′)
Scopersi Mieczyslaw Weinberg – e i suoi Quartetti – tanti anni fa, quando i cd di importazione sovietica cominciarono a frequentare gli scaffali dei negozi di dischi – a quei tempi senza Amazon, unica risorsa dei musicofili – con i loro esotici repertori di compositori ed interpreti sconosciuti. Poi di Weinberg non intesi più parlare, la cortina di ferro scomparve, i grandi solisti russi – quasi tutti – si occidentalizzarono ed i dischi sovietici furono relegati, annegati tra le compilazioni a 2 €, in qualche bancarella dei mercatini domenicali.
Ed ecco che il gran virtuoso – strenuo difensore di musiche sconosciute o dimenticate – Gidon Kremer rievoca quei tempi con un intenso cd di composizioni per violino, più il Trio “Sogno di una bambola” per pianoforte, violino e violoncello. La musica di Weinberg – che ha composto molto per il cinema – è tesa, drammatica, densa di atmosfere fantomatiche, dickensiane; non so se proprio natalizia, comunque sorprendente di novità ed originalità.
Modernisme
Sarah Nemtanu: violino, Orchestre Symphonique National d’Ukraine, Bastien Stil – Klarthe (69′)
Un periodo pressoché sconosciuto della musica sovietica, dal 1917 al 1937, è esplorato da questo interessantissimo cd. È un momento, alla fine della prima Guerra Mondiale, di grande creatività, ed il Modernismo – in architettura, sopratutto, e con le arti figurative, ma anche in musica – identifica tutti i fermenti che, sopiti durante il conflitto, si manifestano, finalmente come un sintomo di ritorno alla vita.
Sono di questi anni le prime manifestazioni del genio di Dimitri Chostakovitch non ancora ventenne, con la sua Prima Sinfonia che conclude il programma del disco, preceduta dalla Ballata op.24 dell’ucraino Boris Liatochinski e dalla prima registrazione mondiale del profondo e ispirato Concerto per violino e orchestra del franco-ucraino Dimitri Tchesnokov, grande specialista dei compositori che lo accompagnano nel cd.
Sarah Nemtanu, primo violino solista del’Orchestre National de France, è la brillante interprete di questa rivelazione.
Bacewicz
Integrale des Sonates pour violon – Annabelle Berthomé-Reynolds: violino, Ivan Donchev: pianoforte – Muso (54’04 + 71’15)
Tutte impregnate della lucida vitalità di un neoclassicismo che ogni tanto sembra evocare la scuola francese (polacca, Grazyna Bacewicz si perfezionò nei primi anni ’30 a Parigi, con Nadia Boulanger), ma talvolta inquietanti, e dense di dolorosa irrequietezza, come sovente la musica di Grazyna Bacewicz, queste Sonate – quasi tutte affrancate dal condizionamento imposto dal regime socialista, che tra il 1949 ed il 1954 influenzò – o tentò di influenzare – ogni forma di creazione artistica – sono dei capolavori che, ohimè, rarissimamente è dato di ascoltare, in concerto come in disco.
In occasione del cinquantenario della scomparsa della grande violinista-compositrice – certamente la più interessante del XX secolo – Annabelle Berthomé-Reynolds, singolare virtuosa ed appassionata ricercatrice di partiture dimenticate, ci propone questa preziosa integrale, accompagnata da Ivan Donchev al pianoforte. La loro lettura è penetrante, appassionata e poetica, e mette nella giusta luce tutta l’ingegnosità ritmica e metrica (si è spesso parlato della sua “motricità”) che è caratteristica della scrittura della Bacewicz.
Les Siècles Quintette de cuivres
Couleur cuivre – Dukas, Ewald, Simon, G., Debussy – NoMadMusic (41’20)
Il suono caldo e luminoso di questo glorioso ensemble, Les Siècles, riscalderà le prossime serate festive di cui già questo freddissimo autunno annunzia il rigore.
Le tre piacevolissime Sérénades – in particolare modo il Bolero di G. – sono rappresentative di un repertorio virtuoso e popolare che nella seconda metà dell’800, affidato agli ottoni, si allargherà sino al Caffè-concerto o al Bal musette. La rievocazione dei cinque virtuosi de Les Siècles – cornetto a pistoni, tromba, corno a pistoni, trombone e tuba a pistoni – appassionati avventurieri del suono, da tempo alla ricerca di strumenti originali, va dalle musiche di Antoine Simon – che dalla direzione d’orchestra al Théâtre Bouffe di Parigi passò ad animare i concerti all’aperto delle primavere moscovite e di Pietroburgo – a quelle del russo Victor Ewald sino alla Fanfare pour précéder la Peri di Paul Dukas ed ad una raffinata trascrizione de La fille aux cheveux de lin di Claude Debussy.
Dialodie
Berio, Bussotti, Donatoni, Maderna – Duo Controversia & Guests: Aurélie Bouchard: arpa, Sergio Menozzi: sassofono – Hortus (63’51)
Quanta emozione all’ascolto di questo cd! E quanti ricordi di tempi lontani – oltre mezzo secolo fa …-, quando la musica “contemporanea” era un’avventura vissuta e condivisa da pochi, ferocissimi appassionati, che si agitavano tra due festival, quello tradizionale, un po’ imbalsamato, di Venezia e quello giovane, indisciplinato, di Palermo.
Amadea Lässig non è certo Katy Berberian, la mitica, geniale creatrice di tante di quelle musiche, ma ne rievoca con fantasia ed eleganza il vertiginoso virtuosismo, che veramente “creava”, dava un’anima a quelle “nuove” musiche, destinate a spegnersi nelle voci di altri, meno felici, interpreti. Bravissimo, anche il baritono Nicholas Isherwood, nella fantastica Sequenza III per voce di Luciano Berio come gli altri, numerosi, ospiti che circondano il Duo Controversia in questo meritevole impegno. Musiche che oggi val la pena di rievocare – ed offrire come singolare, originale regalo a chi ha conosciuto quei tempi ed a chi neanche ne sospetta l’esistenza -, non foss’altro che per impedire che compositori come Bruno Maderna, Berio, Franco Donatoni e Silvano Bussotti vengano dimenticati.
Keith Jarret
Munich 2016 – Keith Jarret: pianoforte – ECM (45′ + 49′)
40 anni or sono, con il folgorante, universale successo della sua registrazione delle Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach, Keith Jarret si rivelò al gran pubblico come un genio musicale capace di creare ed illuminare nuovi, insospettabili itinerari tra stili tra loro differenti come il gospel, il jazz (in particolare il ragtime e il free jazz, senza tralasciare il jazz-rock), la musica classica (barocco, classico, neo-classico e contemporaneo), la musica folk e le musiche etniche.
Grazie all’appassionata collaborazione con ECM, i suoi cd si sono susseguiti, numerosi, e sempre sorprendenti per l’inventività delle forme e della complessità armonica, e la freschezza dell’improvvisazione (non bisogna dimenticare che Keith ha 74 anni). Questo cofanetto riunisce in 2 cd la registrazione dal vivo dell’ultimo dei concerti della sua tournée europea, il 16 luglio 2016 alla Filarmonica di Monaco di Baviera. Un Keith Jarret al vertice della sua arte, ed emozionante nei bis, in particolare modo It’s a lonesome old town (È una vecchia città solitaria).
Brel & Barbara
A cappella – Ensemble Aedes, Mathieu Romano – Evidence (73’31)
Le gotiche sonorità che aprono questo affascinante cd, non devono trarre in inganno: il brano si intitola Gauguin ed il programma è esclusivamente dedicato ad un raffinato pastiche degli immortali successi di due mostri sacri della canzone francese: Barbara e Jacques Brel.
L’Ensemble Aedes – fondato 10 anni or sono da Mathieu Romano che lo dirige in uno dei repertori più vasti per un complesso esclusivamente vocale, che va dalla musica sacra di tutti i tempi al jazz ed alla musica leggera – ha già da qualche anno portato in concerto un programma a cappella (cioè per voci sole) – ma arricchito e movimentato da una mess’in scena, una scenografia ed una coreografia – dedicato a 17 canzoni, divenute ormai dei classici di questi due grandi autori-compositori-interpreti.
I 17 interpreti (una coincidenza ?) danno una bella prova di coesione e vitalità, nell’insieme e negli interventi solistici, alternando i temi drammatici, spesso sconvolgenti, a quelli più leggeri, apparentemente frivoli (Brel) e l’ascolto è sorprendente, sconcertante e spesso entusiasmante.
A Kind of Wind
Connesson – Beffa – Adams – Pärt – Nicolas Prost & Guests – Indésens (74’27)
Il sassofono è alla moda, di questi tempi, così come i programmi – esibiti in concerto o registrati in cd – che coprono vertiginosi spazi nel vastissimo panorama della storia della Musica, mescolando con disinvoltura i generi e provando – se ce ne fosse bisogno – la relatività delle distanze tra di essi.
Esemplare questo disco, nel quale Nicolas Prost si circonda di egregi ospiti – tra i quali l’eccellente pianista Laurent Wagschal – per presentarci sia le perle del repertorio per il suo strumento – dalla Sonata per sassofono contralto e pianoforte di Paul Hindemith al Concerto di John Adams, Summa di Arvo Pärt e Obsession di Karol Beffa – che imprevedibili adattamenti come l’Hymne sacré di Hector Berlioz o il Choeur des pécheurs di César Franck.
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Le Violon et l’Oiseau
Un conte musical de l’Ensemble artifice – Armelle Bossière, Victoria Morel, ÉmelineBayart – Seulétoile (36’)
Non credo di essermi mai occupato su queste pagine di dischi per bambini, musicali o educativi che fossero. Una originale, felice eccezione, e la prossimità delle Feste Natalizie – dominate dalla preoccupazione di trovare regali infantili che siano graditi ed al tempo stesso non minacciosi per la casa ed i suoi frequentatori – giustificano questa intrusione.
Si tratta di un libro/cd, una favola poetica e musicale ispirata a uno dei programmi di concerto dell’Ensemble artifice, Le carnaval des Oiseaux (Il Carnevale degli uccelli) evidentemente ispirato dal famosissimo Carnevale degli Animali di Camille Saint Saëns. La musica spazia da Il gatto e l’usignolo di Biber alle musiche, appunto, di Saint-Saëns e gli strumenti – dai prevedibili flauti e flautini, accompagnati da violino, viola da gamba e tiorba, ad ogni sorta di richiami ornitologici – si alternano alla voce, in francese ohimè, ma non preponderante e comunque propizia a calmare ed a, eventualmente, addormentare i cari angioletti.
Garbati e poetici i disegni.