“Potere digitale”, di Gabriele Giacomini
Come Internet sta cambiando la sfera pubblica e la democrazia
Meltemi Editore
Pagine 352 – euro 20,40
Come internet sta cambiando la sfera pubblica e la democrazia? Per rispondere l’autore ha intervistato autorevoli esperti dalle cui parole emergono posizioni ricche e plurali. Attraverso un’analisi dei recenti cambiamenti sociali, questo volume intende affrontare problemi come la crisi dei partiti e dei media tradizionali, l’affacciarsi di nuovi intermediari (come le piattaforme social), la frammentazione e la polarizzazione della sfera pubblica, la sfida della partecipazione online fra limiti e opportunità, l’ipotesi della democrazia digitale. Il web è il luogo dell’informazione libera e autonoma o le informazioni si stanno organizzando attorno a inediti centri di potere? Internet promuove un pluralismo dialogico o rischia di nutrire una crescente polarizzazione? La democrazia rappresentativa è da superare oppure rimane la soluzione migliore per governare? La democrazia è certamente un sistema aperto (quindi sempre imperfetto e in evoluzione), ma è anche responsabilizzante: è compito dei cittadini e delle classi dirigenti gestire al meglio gli esiti dell’innovazione tecnologica.
La Rete è un strumento, funzionale alle finalità umane, oppure è un ente dotato di una sua essenza con caratteristiche proprie che condizionano i comportamenti individuali e sociali (superando le volontà degli esseri umani)? Detto in altri termini, Internet è neutrale oppure no? Nessuna delle due ipotesi oppure entrambe insieme, si potrebbe rispondere. Dipende tutto dalle intenzioni dell’utilizzatore, dalle finalità umane, sottolineando l’eterogeneità delle finalità per cui possono essere utilizzati. L’indicidibile rapporto fra la potenza della tecnica e la volontà dell’essere umano porta inevitabilmente a interrogarsi sulle conseguenze delle tecnologie digitali sulla più grande delle manifestazioni della volontà collettiva: la democrazia.
Di certo la partecipazione politica non può più essere confinata soltanto all’interno dell’iscrizione ad un partito, del partecipare ad una campagna elettorale, dell’essere candidato eccetera, ma deve essere oramai estesa ai movimenti della società civile, a tutta quell’area che va dal movimentismo anti-sistema, anti-establishment, di contro-democrazia fino alle forme di cittadinanza attiva. Tuttavia, come sostiene Gianfranco Pasquino in una delle interviste nell’appendice di “Potere digitale” tratta spesso di forme transeunti. Emblematico ed interessante il caso della “costituzione in crowdsourcing” dell’Islanda nel 2012. In quel caso, l’elezione di un Consiglio costituzionale era stata entusiasticamente preceduta da un ampio lavoro di tipo partecipativo, seguita dall’interlocuzione con la popolazione attraverso i media digitali. Ma anche se la popolazione dell’Islanda conta circa 330.000 abitanti, l’esperimento non ha avuto un esito positivo: la bozza di costituzione elaborata con un processo partecipativo e utilizzando strumenti digitali, infatti, doveva essere approvata dal Parlamento, e i cittadini hanno poi finito per esprimere una maggioranza parlamentare contraria al progetto. L’ironica rivincita della rappresentanza.
“Internet diventa luogo in cui diventa possibile attivare forme di partecipazione, sebbene a volte con approcci individualisti, ma dove si sviluppano anche forme di tecno-populismo. Un Giano bifronte…” descrive il lavoro editoriale Michele Sorice nella sua introduzione
Gabriele Giacomini, dottore di ricerca in Filosofia e scienze della mente all’Università San Raffaele di Milano e allo IUSS di Pavia, è attualmente assegnista di ricerca in Sociologia della comunicazione e della cultura all’Università di Udine. È membro del Laboratorio di Ricerca per i Nuovi Media dell’Università di Udine e del Centro Studi di Etica e Politica dell’Università San Raffaele di Milano. Collabora con la Fondazione “Giannino Bassetti” di Milano. Ha pubblicato numerosi articoli in riviste scientifiche nazionali e internazionali. La sua ultima monografia è Psicodemocrazia. Quanto l’irrazionalità condiziona il discorso pubblico(prefazione di Angelo Panebianco, Mimesis 2016), con cui ha vinto nel 2017 il Premio nazionale Frascati “Elio Matassi” come migliore esordiente.