“I confidenti”, di Charlotte Gneuss. Innocenza e potere nella Germania dell’Est

Pubblicato il 21 Giugno 2024 in , da Emma Faustini
confidenti

I confidenti sono anche le spie, i delatori, quelle persone di cui si servono i sistemi totalitari per incutere terrore e tenere sotto controllo la popolazione. Karin è la protagonista e Paul, il suo ragazzo scomparso nella Germania Est, prima del crollo del muro di Berlino

I confidenti è un libro molto bello ma che mi ha messo un po’ a disagio. Il titolo ha una certa ambiguità che corrisponde al contenuto del libro. Confidenti sono quelli che raccontano una confidenza, un qualcosa di intimo e privato che si suppone non debba essere divulgato. Confidenti sono quelli che si fidano molto di se stessi, come spesso sono i giovani. E confidenti sono anche le spie, i delatori, quelle persone di cui si servono i sistemi totalitari per incutere terrore e tenere sotto controllo la popolazione.

In apertura: una scena tratta dal film “Le vite degli altri” (2006) di Florian Henckel von Donnersmarck, vincitore del Premio Oscar per il miglior film straniero 

Il romanzo si svolge nella campagna vicino a Dresda, nella DDR, la Germania Est, prima del crollo del muro di Berlino e dell’Unione Sovietica. Durante la guerra fredda, quella guerra non dichiarata e non direttamente combattuta ma che è durata, minacciosa e incombente, dalla fine della Seconda guerra mondiale fino alla fine del regime sovietico, durante tutti quei lunghi anni la Germania Est si trovava in una posizione particolare. Separata dall’ovest dal muro di Berlino, a un soffio dal mondo capitalistico con le sue ricchezze, la sua libertà vera o presunta, la sue ingiustizie e le sue disuguaglianze, viveva con particolare forza ed evidenza la distanza e l’opposizione tra il mondo capitalista e quello comunista. I suoi abitanti vivevano anche una separazione forzata da famiglie e amici, qualcuno di qua e qualcuno di là dal muro. E per queste ragioni la pressione da parte del regime sovietico è sempre stata intensa e capillare. E il mezzo principale con cui esercitarla è sempre stato la delazione e il controllo attraverso i servizi segreti. Vi ricorderete il bellissimo film “Le vite degli altri”, che raccontava proprio questa dimensione insopportabile e quasi surreale.

I confidenti, la delazione unica soluzione possibile?

Karin è la protagonista de “I confidenti”. Il suo ragazzo, Paul, è scomparso. È partito per il weekend, ha cercato di convincere Karin ad andare con lui ma lei non poteva, ha una sorella piccola da accudire e i genitori che si stanno separando. Sì, la cosa un po’ strana è che le ha fatto vedere che aveva dei marchi, dei soldi tedeschi nascosti nelle gomme della moto, ha detto che servivano per comprare le corde e i materiali da arrampicare. Arrampicare era la loro passione. Karin non ha sospettato di nulla. Certo sa che l’ovest è una potente calamita. La sua amica Marie ha il padre che vive all’ovest e progetta di andarci a studiare anche lei.

Ma quando la Stasi, la polizia segreta, arriva a casa sua, lei non sa nulla di quel che Paul aveva in progetto e sa solo quanto le manca, quanto strano le sembra il mondo senza Paul. È minorenne e non può essere accusata di nulla. Ma il funzionario Wickwalz ha dei modi molto gentili e quasi affettuosi, e Karin senza volerlo, quasi senza accorgersene, diventa una “confidente”. Sì, diventa un’informatrice. Conosce gli amici di Paul, potrebbe aiutare a stanare qualcuno che ha in programma la fuga. Paul potrebbe mettersi in contatto con lei e aiutare la polizia a rintracciarlo. Paul è un ragazzo che lavora in miniera, non ha particolari convinzioni politiche, vuole solo una vita migliore, più libera, più divertente, più leggera. Perchè si percepisce con chiarezza la rigidità, l’ottusità, la pesantezza del regime. L’eccesso di zelo e di timore. La quotidianità cupa e triste, le certezze, come quella del lavoro dopo gli studi, che sono degli obblighi e delle gabbie.

Si percepisce che i ragazzi che vogliono fuggire all’ovest non sono controrivoluzionari, non sono neppure politicamente consapevoli. Sono solo in cerca della possibilità di una vita migliore. Non sono neanche illusi che ci sarà di sicuro una vita migliore, all’ovest. È la possibilità quella che cambia le regole del gioco, quella che apre le porte, quella senza la quale ci si sente morti dentro.

Contro la forza della possibilità e della libertà il regime totalitario non ha altre armi che la delazione, e il terrore. Una delle cose più aberranti, più disumane che si possano immaginare. C’è su questo tema un bellissimo libro di Orlando Figes, uno storico britannico, dal titolo “Sospetto e silenzio. Vite private nella Russia di Stalin”. In originale si intitola “The whisperers”, i sussurratori, e racconta come la delazione eletta a sistema di vita corrode le anime, distrugge le relazioni tra le persone, e lascia dei segni che vanno ben oltre la durata del regime totalitario.

E Karin è la prova di questa corrosione dell’animo, di una perdita dell’innocenza, di macchie che non si cancelleranno mai.

I confidenti” mi ha lasciato un senso di disagio. Perchè è tutto vero e potrebbe succedere, dovunque e in qualsiasi momento. Quindi il romanzo è anche un po’ un monito, un suggerimento a stare attenti, a ricordarci come le nostre democrazie imperfette, che a volte ci sembrano insopportabili, o che diamo per scontate, siano ancora, al momento attuale, i migliori tra i regimi possibili. E come la libertà, anche questa spesso data per scontata e considerata insufficiente, è in realtà una delle cose più preziose che abbiamo.

confidentiI confidenti di Charlotte Gneuss

Opera pluripremiata in Germania, romanzo di formazione tenero e spietato, I confidenti racconta con uno sguardo cinematografico l’incontro distruttivo tra l’innocenza e le manipolazioni del potere, la banalità del male che scopriamo dentro di noi. Estate 1976, un piccolo sobborgo di Dresda. Karin ha sedici anni e la sua vita ruota intorno a Paul, il suo primo grande amore, l’amica Marie, che sogna di diventare la prima donna ad andare sulla Luna, e la sorellina di cui si prende cura mentre i genitori si stanno lasciando. Quando Paul parte per una gita in moto in Cecoslovacchia, Karin si trova in casa la Stasi e scopre che il ragazzo è fuggito all’Ovest. Di colpo il mondo esterno e il regime, finora per lei innocua cornice del quotidiano, travolgono la sua esistenza. Perché Paul se n’è andato? Perché non le ha detto niente? È riuscito ad arrivare di là sano e salvo? Sola, smarrita, incompresa da chi la crede complice o evita le sue domande per non avere guai con l’apparato, Karin conduce in segreto la propria ricerca della verità, mentre il seducente funzionario Wickwalz comincia a farle visita regolarmente, offrendo conforto e risposte ai suoi dubbi e alle sue ferite, e diventando per lei l’unica presenza rassicurante. Credendosi tradita, Karin si scoprirà traditrice, intrappolata in un gioco manipolatorio in cui non può esistere l’innocenza. Con uno sguardo intimo ma di implacabile lucidità e una lingua tersa, essenziale, capace di rendere con poche pennellate complessità e sfumature, Charlotte Gneuss racconta l’incontro tra la libertà della giovinezza e il potere autoritario, ritraendo un mondo governato dall’ambiguità a cui è così facile adattarsi per sopravvivere, un mondo dove tutto sembra scivolare tra le dita, anche la morale.