Durante la sua visita a Milano, il Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso ha tenuto una lezione all’Università Cattolica del Sacro Cuore, nell’ambito di una serie di seminari intitolati “Colloqui d’Europa“. L’intervento aveva per tema la Governance dell’Unione, argomento molto generale, che ha permesso di discutere di una serie di tematiche molto varie, dalla crisi economica all’importanza dei giovani per l’Europa. Il Presidente ha iniziato il suo intervento in italiano, per rendere omaggio alla platea gremita di studenti, proseguendo poi in inglese.
Il punto focale è stato come la crisi attuale abbia portato a un cambiamento profondo della società europea, delle istituzioni dell’Unione e, più in generale, delle mentalità dei cittadini europei; come i giovani debbano oggi rivedere la loro visione del futuro, e affrontare una grande crisi del mercato del lavoro.
Il Presidente ha sottolineato come gli strumenti per affrontare queste sfide siano già presenti, fra questi la strategia Europa 2020 e il nuovo trattato sull’Unione fiscale, firmato durante il Consiglio europeo di Primavera. Il cambiamento necessario nella governance è in atto; sono in divenire discussioni su un’unione economica, che andrà ad affiancare e completare l’unione monetaria. Dalle parole del Presidente sono emerse onestà e semplicità, egli infatti, ha ammesso i limiti dell’UE riaffermando, con estrema convinzione, i grandi progressi che sono stati compiuti finora, ed evidenziando che, nell’affrontare la crisi, ogni passo è stato fatto verso un’ulteriore integrazione, senza mai proporre strategie in controtendenza.
In particolare il Presidente Barroso ha ricordato che la Commissione europea è l’organo esecutivo dell’Unione europea, deputato a mettere in atto le politiche. Ma sono gli Stati membri a decidere queste politiche. I governi degli Stati membri sono gli ultimi responsabili delle scelte europee. E’ fuorviante e falso pensare che sia una non meglio definita “tecnocrazia europea” a decidere alle spalle dei cittadini: sono sempre e solo i governi a prendere le decisioni. Quegli stessi Stati che si sono molto indebitati in passato, anche per comprare il consenso elettorale, e ora scaricano sull’Europa la colpa dei sacrifici richiesti.
Molte sono state poi le domande degli studenti, su diverse tematiche, dagli Eurobonds alle prospettive di allargamento ad altri quesiti più euroscettici, ai quali il Presidente ha saputo replicare trasmettendo sempre una grande passione per l’Europa.
Il Presidente è stato in grado di catalizzare l’attenzione di tutti gli studenti: ha saputo trasmettere grande entusiasmo per l’Europa, entusiasmo non così scontato nelle nuove generazioni, nonostante il bacino incolmabile di opportunità che la nostra Unione europea rappresenta per loro. Forse più informazione corretta permetterebbe di apprezzare maggiormente la costruzione europea, che da più di 50 anni garantisce pace e prosperità ai nostri paesi.
di Fabrizio Spada
Rappresentanza a Milano