Reati commessi con armi da fuoco: azione piu’ decisa da parte dell’UE

Pubblicato il 22 Ottobre 2013 in , da redazione grey-panthers

Negli ultimi anni sono balzati all’onore della cronaca tragici attacchi con armi da fuoco avvenuti in Europa, in particolare in Norvegia, Belgio, Finlandia, Francia o Italia per citare solo alcuni paesi. Nessun paese e’ escluso e in tutta l’UE ogni anno oltre mille persone sono uccise a colpi d’arma da fuoco e mezzo milione di armi da fuoco smarrite o rubate nell’UE non vengono ritrovate.

Oggi la Commissione ha presentato suggerimenti per ridurre i reati commessi con armi da fuoco in Europa, individuando azioni a livello dell’UE, attraverso la legislazione, le attivita’  operative, la formazione e i finanziamenti dell’UE, per affrontare le minacce poste dall’uso illegale di armi da fuoco.

In questa occasione, la Commissione pubblica i risultati di un’indagine Eurobarometro che indica come il livello dei reati commessi con armi da fuoco sia probabilmente destinato ad aumentare nei prossimi cinque anni e come il 55% dei cittadini europei desideri norme piu’ severe su chi e’ autorizzato a detenere, acquistare o vendere armi da fuoco.

“Tutte le settimane veniamo a conoscenza di nuovi reati commessi con armi da fuoco. Il fatto piu’ preoccupante e’ che il dibattito circa l’uso e il traffico illegali di armi da fuoco in Europa e’ ancora troppo limitato. Il dibattito americano sull’ampia diffusione delle armi da fuoco e’ spesso piu’ visibile, mentre invece dovremmo concentrarci su quanto accade a livello interno. C’e’ molto da fare anche qui in Europa affinche’ pistole, fucili e armi d’assalto non finiscano in mani criminali”, ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria europea per gli affari interni.

La Commissione presenta pertanto idee utili a colmare le lacune a livello dell’UE, in tutto il ciclo di vita delle armi, tra cui la produzione, la vendita, la detenzione, il commercio, l’immagazzinamento e la disattivazione, rispettando una lunga tradizione di uso legittimo delle armi da fuoco, come ad esempio in attivita’  quali il tiro sportivo e la caccia.

Le norme comuni piu’ severe a livello dell’UE in materia di disattivazione delle armi da fuoco potrebbero assicurare che, una volta dismesse, le armi da fuoco rimangano inutilizzate.

La Commissione si concentrera’ su un approccio comune relativo alle modalita’  per contrassegnare le armi da fuoco con un numero di serie al momento della produzione, onde poter rintracciare piu’ facilmente quelle utilizzate dai criminali.

E’ necessario prendere in considerazione una legislazione unionale che preveda norme minime comuni sulle sanzioni penali per garantire che le attivita’  dissuasive siano efficaci in tutti gli Stati membri e che non vi siano lacune giuridiche a favore dei trafficanti. Tali norme potrebbero stabilire quali violazioni commesse con armi da fuoco debbano essere oggetto di sanzioni penali (fabbricazione illecita, traffico, manomissione dei marchi, detenzione illegale e intenzione di fornire armi da fuoco), nonche’ specificare il livello delle sanzioni che devono essere imposte dagli Stati membri.

La violenza da arma da fuoco potrebbe essere ridotta anche dal rafforzamento della direttiva concernente il mercato interno dell’UE per quanto riguarda il possesso di armi negli Stati membri, ad esempio limitando l’accesso ai modelli di armi particolarmente pericolosi per l’utilizzo civile. Saranno esaminate inoltre procedure per la concessione del porto d’armi per individuare soluzioni concrete.

Si dovranno effettuare in modo adeguato i controlli sulla vendita e la produzione illegali di armi da fuoco. La Commissione raccogliera’ inoltre maggiori informazioni sulle nuove sfide tecnologiche, quali la vendita online di armi o la stampa tridimensionale delle loro componenti, ma anche su come ridurre il rischio di consegna illegale di armi da fuoco da parte dei servizi postali.

La Commissione esaminera’  inoltre soluzioni affinche’ learmi provenienti da paesi terzi non siano utilizzate in modo improprio, attraverso l’assistenza tecnica, compreso il rafforzamento dei propri sistemi di controllo dell’esportazione delle armi, chiudendo le rotte dei contrabbandieri e gestendo meglio le riserve di armi militari.

Tali suggerimenti saranno ora discussi con il Parlamento europeo, gli Stati membri e i portatori d’interesse, al fine di valutare le diverse opzioni, tra cui l’azione legislativa.