Le aperture
La Repubblica: “Appalti e sesso, bufera su Bertolaso. Nuove rivelazioni nelle carte del Gip. Il sottosegretario si difende: sono disposto a dare la vita, non ho mai ingannato gli italiani. Berlusconi: Guido non si tocca. Sdegno all’Aquila: ‘Sciacalli’”. Un articolo di Carlo Bonini basato sui documenti di indagine e sulle intercettazioni parla di “ombra della mafia”. Di spalla l’Iran e gli scontri di ieri: “I blogger: ‘Ci sono delle vittime’. Scontri in Iran, le milizie sparano sui manifestanti”. A centro pagina i conti pubblici europei: “Ue, per la Grecia solo promesse. Le Borse cedono. Il premier: alzare l’età della pensione”.
Il Corriere della Sera: “Pensioni, allarme di Berlusconi. ‘Pesano sempre più sui bilanci, ho posto il tema al vertice Ue’. La spinta di Francia e Germania sblocca l’accordo con la Grecia. Mercati scettici”. In evidenza anche una grande foto di Bill Clinton, operato al cuore a 63 anni. Ancora a centro pagina Bertolosa: “Vittima dell’invidia, io non ho tradito il Paese”. Sulla inchiesta il quotidiano aggiunge che uno degli arrestati, Balducci, sarebbe stato arrestato per il rischio di fuga.
La Stampa: “Il premier: Bertolaso non si tocca. L’accusa del Gip: ‘Per il capo della Protezione civile organizzati festini a base di sesso in cambio di favori sugli appalti”. A centro pagina la notizia dell’arresto di un consigliere comunale del Pdl di Milano: “Consigliere Pdl prende i soldi e scappa”, arrestato per concussione dopo aver incassato una tangente di 10 mila Euro nascosta in un pacchetto di sigarette. In alto sulla prima pagina l’Iran: “Scontri a Teheran. La polizia spara sull’Onda verde. L’opposizione: tre le vittime”.
Libero: “Bertolaso racconti tutto. L’inchiesta ha molte ombre. Il sottosegretario può sbugiardare chi lo accusa. La difesa di Berlusconi: Guido resta, la gente è con lui. Che vergogna i giudici”. Un altro articolo, a firma di Franco Bechis, è titolato: “Qualcosa non torna nelle carte dei Pm”. In evidenza sulla prima pagina anche una intervista a Pierferdinando Casini (“Mai più alleanze con il Pd”) e un articolo di Giampaolo Pansa sulla informazione tv: “Santoro spento porta voti alla sinistra”.
Il Giornale: “Sesso e soldi, le solite trappole. Escort in cambio di favori. Le intercettazioni (tutte da interpretare) riaccendono sospetti e pettegolezzi. Bertolaso smentisce, Berlusconi si infuria. ‘I pm si devono vergognare’. Nuova stagione di fango”.
Il Riformista: “Bertolaso: c’è la manina. ‘Come se mi avessero messo in tosca una busta di cocaina’”. L’editoriale di Antonio Polito è dedicato alla vicenda: “Quando l’inchiesta si fa al telefono”: “Dubbi e domande, interessano di più gli appalti elargiti alle stesse persone grazie ai poteri speciali oppure le prestazioni sessuali e le risate degli imprenditori la sera del terremoto?”.
Il Sole 24 Ore: “Piano a metà per la Grecia. Al summit Ue accordo ma senza dettagli operativi. Euro in calo, spread sul debito in tensione, sale Wall Street.
Protezione civile
E’ ancora La Repubblica il quotidiano che si occupa più estesamente dell’affaire Bertolaso, con ampi stralci delle intercettazioni. Anche oggi la questione si intreccia con le critiche al decreto che istituisce la Protezione civile Spa. Il Corriere della Sera intervista lo stesso Bertolaso: “Il Salaria Sport village è un circolo di 6 mila iscritti e io sono uno di loro”, dice Bertolaso confermando che le prestazioni richieste riguardavano massaggi antistress. Poi precisa: “Io non ho dato gli appalti del G8 della Maddalena, non li ho seguiti direttamente né personalmente. Ha gestito tutto Angelo Balducci (arrestato l’altro ieri, ndr), uno che è diventato presidente del Consiglio superiore lavori pubblici, cioè la massima autorità in Italia: non mi pare di aver affidato l’incarico al primo che passa per strada”. Sui lavori alla Maddalena: “Abbiamo fatto tutto in accordo con Soru, abbiamo le carte che lo dimostrano”.
La Stampa intervista invece il senatore Pdl Mario Baldassarri, molto critico da sempre sulla trasformazione della Protezione civile in società per azioni: “non si possono usare l’efficienza e la rapidità per sottrarre pezzi di istituzioni alle regole del diritto pubblico”, “mi posso fidare di Bertolaso al 100 per cento, ma facendo leggi mi devo preoccupare anche di chi verrà dopo di lui”, “non si possono creare poteri senza controlli”.
Stefano Folli sul Sole 24 Ore scrive: “Quello che si conosce finora fa pensare a una storia molto brutta, nella quale però il ruolo del sottosegretario (Bertolaso) potrebbe essere marginale o insignificante. La partita va ormai al di là di Bertolaso, la cui caduta secondo Folli sarebbe un colpo letale al profilo pubblico del governo e al meccanismo del consenso, ma a Bertolaso conviene affrettare il giudizio della magistratura sul suo operato attraverso il processo, “magari separando il suo destino da quello del gruppetto degli arrestati, se sarà in grado di farlo”. Ma anche per Folli sarebbe opportuno che il decreto sulla Protezione civile Spa conoscesse una pausa di riflessione: si potrebbe cogliere l’occasione per rendere trasparente e solido il sistema delle regole, che dovranno essere semplificate e snelle, ma tali da garantire a Parlamento e organi di controllo le necessarie verifiche.
La pagina 3 del Foglio presenta 4 approfondimenti sul caso Bertolaso: “La maggioranza fa quadrato, ma timido. Oltre al Cav e a Letta nessuno si espone troppo per Bertolaso”. “Solo una sana alternanza salva l’uomo per tutte le stagioni”, “una tecnostruttura efficiente ma troppo autonoma”. “Una politica troppo porosa”. “Rischi e vantaggi dello spoils system”, “che cosa c’è di buono nel lavorare passando con il rosso”, ovvero “perché Guido Bertolaso ha il merito di aver trasformato le eterne e croniche emergenze italiane in problemi risolvibili”. E poi: “Illustri governanti, ma tenere ogni tanto la patta chiusa no?”.
Anche su Il Riformista: “Fini e Tremonti tacciono. Molti nemici nel Pdl”, titola parlando del caso Bertolaso.
Iran
La “prova di forza del regime” iraniano compare su tutti i quotidiani, che danno conto di cariche e spari sugli oppositori e dell’oscuramento della rete. Secondo le informazioni arrivate da Twitter ci sarebbero stati tre morti. Picchiati l’ex candidato dell’opposizione Karroubi e sua moglie, impedito a Moussavi di partecipare alla manifestazione. Sul Sole 24 Ore prosegue il dibattito sulle sanzioni: “La benzina tallone d’achille di Teheran”. Mentre Washington prepara un embargo sulle forniture dall’estero che coprono il 40 per cento dei consumi, il governo aumenta le scorte e le importazioni da Paesi meno sensibili alle pressioni Usa o schierati sull’altro fronte, come Cina e Venezuela.
Su La Stampa un retroscena nella corrispondenza da New York secondo cui Obama sta giocando la carta dell’Arabia Saudita attraverso la segretaria di Stato Clinton, che starebbe per recarsi nel Paese per parlare di Iran e in particolare per chiedere sostegno nel convincere la Cina a non ostacolare le sanzioni. Significherebbe convincerli a dare più petrolio ai cinesi per averne il consenso al Consiglio di sicurezza Onu.
E poi
Sui quotidiani ancora spazio per le polemiche dopo il caso Boffo. A riaccendere l’attenzione sono le dichiarazioni del segretario di Stato vaticano Bertone: “La Chiesa non si governa come una democrazia”, “nella Chiesa il potere non è divisibile”. Così La Repubblica riassume il pensiero da lui espresso. E lo stesso quotidiano offre ai lettori una inchiesta sulle “nuove nomine e la partita in Puglia”. Anche sul Corriere si racconta la lectio magistralis di Bertone in Polonia, mentre sullo sfondo rimangono le tensioni con la Cei per il caso Boffo: “Il potere nella Chiesa indivisibile”, “Bertone, primato del Papa, non siamo una federazione né una democrazia”. Su Libero: “Bertone avverte: la gerarchia non si tocca. ‘La Chiesa non è una democrazia’ dice il segretario di Stato: messaggio agli avversari dopo il caso Boffo?”.
Sul Corriere della Sera l’ex ministro socialista Formica torna a parlare delle vicende che hanno coinvolto il leader di Idv Di Pietro e dice, ripartendo dall’espressione toghe rosse: “Si comincia a capire che non furono rosse, le toghe. La cena Contrada-Di Pietro, di cui voi del Corriere avete pubblicato le foto, e ciò che avvenne poi, ci può autorizzare a parlare semmai di magistrati deviati”. Di Pietro, ricorda Formica, “non era il titolare di Mani Pulite. Lo era il pool. Quella era la riunione dei carabinieri di supporto alla polizia giudiziaria. Perché non fu investito il pool?”.
Il Riformista recensisce una pubblicazione di Michele Salvati per Il Mulino, dal titolo “Capitalismo, mercato e democrazia”. Ovvero, come titola il quotidiano, “Come si produce democrazia”: riflessioni di un “liberale per disperazione” sullo spazio sovrano personale. Note di lettura sul rapporto di polis, mercato e capitalismo.
(fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo, Paolo Martini)