“Governo, le carte di Tremonti” è il titolo più grande del Corriere della Sera. Si tratta di una intervista a Giulio Tremonti, che interviene su tutti i temi della politica, dal congresso del Pd ai richiami di Fini. “Il Pdl deve discutere sulle idee di ini. Serve una tregua. Il congresso del Pd sarà decisivo”, dice il Ministro. Il titolo di apertura del quotidiano è per le polemiche sulla informazione, dopo la scelta dei vertici Rai di rimandare l’avvio di Ballarò stasera per lasciare il monopolio della prima serata a Bruno Vespa, che stasera parlerà del terremoto de L’Aquila con il premier Berlusconi: “La puntata sull’Aquila diventa un caso politico. Salta anche Matrix, stasera solo Porta a Porta. Zavoli: grave la scelta di bloccare Ballarò”. Il commento di Paolo Conti è titolato “L’errore a reti unificate”. Nella parte alta della prima pagina anche la foto di Barack Obama che ieri ha tenuto un discorso sulla crisi economica. A centro pagina le proteste degli insegnanti (“Le lezioni ripartono tra le proteste”) e le criche dell’Onu ai migranti.
La Repubblica apre con Obama (“Mai più eccessi, non vi perdoneremo”), con articolo di Federico Rampini dal titolo “Una frustata ai banchieri”. Il titolo più grande è: “Dossier, attacco a Fini. Feltri allude a ‘faccende a luci rosse’. Il Presidente della Camera: pronto ad azioni giudiziarie. Lettera di 50 deputati al premier. La minaccia del Giornale”. E poi: “Caso Ballarò, l’ira di Zavoli”. Due articoli (“Il coltello del potere”, di Giuseppe D’Avanzo, e “La strategia del ragno”, di Curzio Maltese) completano la copertura sull’argomento, che occupa 4 pagine all’interno.
A centro pagina: “L’Onu: i migranti non sono rifiuti. Accuse all’Italia: i respingimenti violano i diritti”.
In prima pagina anche una immagine di un bambino afghano con un aquilone: “Lo scrittore torna a Kabul per far volare gli aquiloni”. Si tratta di Khaled Hosseini, naturalmente.
La Stampa: “Scontro nel Pdl, Fini pronto a querelare Feltri. Tv nel caos, rinviato anche Matrix. Allusioni in un editoriale nel direttore de Giornale”. Retroscena: “E Gianfranco sbottò. ‘Siamo alla barbarie’”. Il titolo più grande è per le parole di Obama: “Basta eccessi a Wall Street. A un anno dal crac Lehman Brothers. Il presidente Usa ai colossi del mercato: non vi salveremo un’altra volta”. In prima anche le parole pronunciate ieri dal Ministro Gelmini: “A scuola un tetto al 30 per cento degli stranieri”. Il quotidiano dà spazio anche a due articoli, uno dedicato alla scuola multietnica (“Modello Inter tra i banchi. A San Siro un’alementare con 97 allievi: gli italiani sono solo 4”) e l’altro ad una lettera aperta al ministro Gelmini da parte di una bambina Down (“Rivoglio la mia maestra”)
Il Giornale: “La sinistra sfotte i terremotati. Oggi il governo mantiene una promessa che sembrava un azzardo. Parte la consegna degli alloggi a chi persa tutto nel sisma. Invece di festeggiare, l’opposizione definisce gli aquilani ‘comparse’ e si occupa di Ballarò e di Santoro”. Vittorio Feltri scrive in prima pagina. In prima sul quotidiano anche una foto del segretario del Pd, “Franceschini, capo dei gufi”, perché “sta scommettendo su una Italia depressa e sciagurata” per “delegittimare Berlusconi”. Da sottolineare anche una colonna dedicata all’immigrazione con un dibattito sulla norma sui clandestini, con un contributo del procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro titolato così: “I pm hanno il diritto di valutare le leggi”.
Libero, che titola “Altri cento furboni”, e continua a pubblicare l’elenco degli italiani “nel mirino del Fisco per i conti all’estero”, dedica spazio anche al concorrente Giornale: “Avvertimento a Fini: attento ai sexi dossier”. Filippo Facci scrive che “è il settembre nero del giornalismo italiano e rischiamo di finirci dentro tutti”.
Il Riformista: “Il Lodo si sbroglia. Consulta: buone notizie per il Cavaliere. Oggi consegna le case e sogna una tregua. Ma Feltri spedicsce un editoriale-pizzino a Fini sul sexigate, e il presidente della Camera minaccia querela”.
Il Foglio spiega in prima “cosa vuole Fini e cosa concederà il Cav (se il gossip non esonda). Berlusconi e leghisti impegnati a pacificare, segnali distensivi dalla cerchia finiana, ma poi Capezzone…”. Di spalla Obama, che “vuole nuove regole globali ma si è già alienato un pezzo di G20”.
Il Sole 24 Ore apre con il via allo scudo fiscale, l’operazione che parte oggi e che prevede rimpatri di capitali esportati illegalmente e regolarizzazione prevista versando il 5 per cento delle somme riemerse. A centro pagina la foto di Obama (“Riforma di Wall Street entro l’anno”).
E poi
L’inserto R2 de La Repubblica è dedicato all’ora di religione, dopo le decisioni del Tar e poi del ministro Gelmini sul tema. “Quella disputa che divide lo Stato dalla Chiesa”, scrive Filippo Ceccarelli. Il teologo Vito Mancuso spiega perché “rimane indispensabile” anche se è “necessario un cambiamento radicale” nel senso che deve essere lo Stato a decidere i programmi e a scegliere gli insegnanti, mentre Stefano Rodotà ricorda che l’ora di religione cattolica è una anomalia e presenta tutti i rischi di un insegnamento confessionale.
Gian Enrico Rusconi su La Stampa (“Italia, anche questa è democrazia”) si sofferma sul Pdl di Berlusocni e sul suo partito e sulla “mutazione genetica del concetto di demos”.
“Bin Laden manda un messaggio all’America” è il titolo che il Corriere della Sera dà alla notizia della diffusione di un messaggio audio del capo di Al Qaeda. “Se volete la pace rompete con Israele”, il senso del suo intervento.
Il Sole 24 Ore si occupa invece di un “blitz anti Al Qaeda a New York”, nel Queens, dove è stata condotta una operazione di polizia dopo le rivelazioni un americano arrestato nel novembre scorso in Pakistan
Il Foglio si occupa in prima pagina di Joe Wilson, il deputato Repubblicano alfiere della protesta contro Obama e la sua riforma sanitaria, quello che ha gridato “you lie” al Presidente, e che ha raccolto molti soldi per la sua campagna. E’ “l’uomo del giorno”, “i conservatori ne hanno fatto un’icona”, spiega il quotidiano. Alle pagine interne invece Il Foglio si occupa dell’Afghanistan e della “idea paradossale ma non troppo” secondo cui la Cina sarebbe la soluzione del conflitto: “Se la Cina salva l’Afghanistan”.
da Caffè Italia
Sarò sincera : una bella impresa quella di commentare i fatti del giorno, riportando i titoli e i sommari dei giornali, ma mi sembra un lavoro titanico che dovrebbe essere svolto da un’equipe di addette ai lavori, come avviene nella bella trasmissione “il caffè di Corradino Mineo” ( la mattina alle 6,30 sulla Rete TRE o nel Primo Piano della notte della RAI T V, sempre Rete TRE )
Più che conoscere gli avvenimenti, molti di noi “ultra” sono interessanti a leggere o a sentire una critica, un approfondimento, un suggerimento per sviluppare un naturale senso di comprensione, riusciremo a farlo fra di noi come si fa spesso tra amici, o amiche ? E senza litigare?
Mi si apre ancora uno spazio bianco e quindi ho ancora la possibilità di interloquire ad esempio suggerendo un tema e ponendo una domanda:
la libertà di stampa in Italia corre pericoli? Il parlamento europeo l”8 ottobre terrà un dibattito sulla libertà di informazione in Italia, ma suggerisco di provare ad esprimere un’ opinione , dato che in segno di lutto per l’attentato di Kabul la manifestazione indetta dalla Federazione nazionale della Stampa del 19 ottobre è stata rimandata .
Per la libertà di opinione – o meglio opinioni al plurale-
segnalo la nascita di un
nuovo quotidiano, “IL FATTO QUOTIDIANO” diretto da Antonio Padellaro ,già direttore dell’Unità, e firme illustri come Furio Colombo, Marco Travaglio , Peter Gomez. Una novità : gli abbonati possono leggere on line già a mezzanotte il giornale in edicola il giorno dopo.
Nel primo numero una notizia inedita :Gianni Letta sarebbe indagato
per una supposta turbativa d’asta in una gara per l’assegnazione di un centro rifugiati nel Sud.
Oggi, lasciate da parte le polemiche, credo che molte sagge grey-panthers auspicano, nell’interesse di tutti, che il nostro super dotato (o votato) Cavaliere, dopo la bocciatura del Lodo Alfano, la smetta di attaccare il Presidente Napoletano, i giudici della Consulta, gli organi di garanzia dello stato e della costituzione .Non giova a nessuno, neppure a lui,
perché questo ripetuto attacco alle istituzioni rende il nostro paese più debole e poco credibile a livello internazionale.