Rassegna stampa: cosa dicono i giornali di oggi

Pubblicato il 26 Ottobre 2009 in , da Vitalba Paesano

Le aperture

L’Unità apre con una foto di Pierluigi Bersani e il titolo: “Ha vinto”. “Bersani nuovo leader del Pd. Dai primi dati supera il 50 per cento. Gli auguri di Franceschini. Quasi tre milioni al voto. Numeri straordinari, ovunque grande successo”. Nelle pagine interne il quotidiano sottolinea che l’unico vero calo di affluenza ai seggi è venuto dal Lazio, e in particolare a Roma città. “Lo scandalo della Regione Lazio aleggia sul popolo dei gazebo”.

 “Alta affluenza, Bersani conquista il Pd” titola Il Corriere della Sera. “Alle urne tre milioni, lunghe code fino a sera. Prodi: la quantità c’è, ora serve la qualità. ‘Alternativa, non solo opposizione’. Con Franceschini disputa sulle percentuali”. Infatti ieri sera gli uomini di Franceschini parlavano di numeri sotto il 50 per cento per Bersani. In evidenza anche il titolo “La Bindi presidente”, in cui si parla di questa ipotesi, cui starebbe pensano Bersani. A centro pagina il quotidiano milanese dà notizia dell’attentato a Baghdad, dove due attentati kamikaze hanno causato 165 morti e “lanciato un doppio messaggio: la ricononcliazione nazionale irachena è una chimera a dispetto dei progressi compiuti nelle condizioni di vita dei civili; Obama rischia di restare intrappolato”. Ancora a centro pagina anche la situazione nel Pdl: “Vertice del Pdl su Tremonti: ‘Ha già il potere che serve”. In evidenza anche una intervista a Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera: “Collegialità sulle scelte di economia”, il titolo.

Il Giornale: “Se Tremonti va, Draghi arriva. Giornate incandescenti al ministero dell’Economia. Molto difficilmente il ministro otterrà di essere nominato vicepremier come ha chiesto a Berlusconi. A quel punto potrebbe lasciare il governo sbattendo la porta. In tal caso è già pronta una soluzione”. E poi, sul Pd: “Ecco la scossa di D’Alema: le primarie incoronano Bersani e il Pd torna Ds”. Vittorio Feltri scrive che quello del titolo “non è un vaticinio” e neppure “una analisi con pretese di infallibilità”, ma quasi un consiglio a Tremonti: “Per evitare di cedere il posto al suo rivale di sempre (il Governatore della Banca d’Italia, ndr) farrebbe meglio a ripensarci”.

La Repubblica: “Pd, la vittoria di Bersani. L’ex ministro eletto segretario, i consensi sfiorano il 52 per cento. Marino: partito vivo, vogliamo tornare al governo del Paese”. “Una bella giornata per la democrazia” è il titolo di un commento di Curzio Maltese, dedicato ai tre milioni di votanti. “Se qualcuno ha ancora dubbi sulle primarie è un pazzo”, perché “sono l’elemento più identitario del partito, dal giorno della nascita”. A centro pagina l’attentato a Baghdad, con foto e articolo di Thomas Friedman dedicato alla situazione in Iraq. A fianco il titolo: “Berlusconi avvertì Marrazzo: ‘Circola un video su di te’. Telefonata del premier al governatore. Il Pdl attacca: l’autosospensione è illegale”. Il quotidiano romano offre anche un retroscena firmato da Carlo Bonini che si sofferma soprattutto sulla pista della cocaina, ipotizzando anche che la polvere bianca possa essere stata posta sulla scena filmata dagli stessi carabinieri corrotti, per rendere ancora più devastanti le immagini che dovevano ricattare Marrazzo, visto che – come riferiscono i trans – la cocaina era la ricchezza che i carabinieri avrebbero regolarmente munto dai viados con finte irruzioni e sequestri di stupefacenti che non finivano nel deposito dei corpi di reato, ma nelle tasche dei militari.

“Il Pd ha scelto Bersani” è il titolo di apertura de La Stampa. “Tre milioni alle urne per le primarie. E Rutelli pensa di andarsene”. Il quotidiano torinese dedica due pagine all’Iraq, e un commento di Vittorio Emanuele Parsi (“I pericoli del fronte dimenticato”). “Strage a Baghdad: vogliono fermare il progresso in Iraq”, parole del presidente Talabani. Il Sole 24 Ore: “Aumento record dei reati fiscali. Nei primi nove mesi incremento del 28 per cento per i contribuenti denunciati dalla Guardia di Finanza. La metà delle violazioni accertate riguarda gli obblighi delle dichiarazioni”. Pd Romano Prodi ha votato online dagli Stati Uniti.

L’Unità e La Repubblica offrono il commento del Professore, che dice “ci sono riuscito da solo, senza l’aiuto di Flavia”, e considera straordinaria l’affluenza che si è registrata in tutta Italia: “Che meraviglia questa voglia di politica”. Su La Repubblica Prodi dice “Sono davvero molto contento, Bersani ha grandi capacità e sono convinto che ben presto dimostrerà non solo di essere il leader riconosciuto da tutto il Pd ma il rinnovatore del partito. Quello di cui avevamo bisogno”. “I gufi sono stati sconfitti”, dice. Secondo un retroscena pubblicato da La Stampa Francesco Rutelli starebbe pensando di lasciare il Pd “già nei prossimi giorni”, perché nei giorni scorsi avrebbe confidato che quella di uscire sarebbe stata l’unica scelta possibile in caso di vittoria di Bersani. Avrebbe persino affittatto una sede per un nuovo movimento, e accanto a lui ci sarebbero il presidente della provincia di Trento Dellai, Massimo Cacciari, John Lloyd. Il piano di Rutelli sarebbe quello di “metter su un movimento capace di attrarre la maggior quantità di parlamentari possibile, darsi una ossatura e un gruppo dirigente in modo da poter affrontare con una identità e con delle “truppe” il futuro appuntamento con Pierferdinando Casini. Con quale dar vita ad una più ariosa Costituente di centro, confluenza dell’Udc e del nuovo soggetto liberaldemocratico di Rutelli”. Altri nomi: Lusi, Vernetti, forse Lanzillotta, ma anche Giorgio La Malfa e “i più irrequieti tra i parlamenti di Italia dei Valori”. Pdl Su Tremonti La Repubblica il ministro Calderoli: “Non ci sono alternative alla politica impostata dal ministro dell’Economia e condivisa non solo da noi leghisti, ma da tutte le persone di buonsenso. Non può essercene un’altra, anche perché questa politica è equilibrata”, visto che “affronta temi che dovrebbero essere cari anche a sinistra: sanità, pensioni, ammortizzatori sociali. Addirittura il posto fisso”, che però “non deve essere un ammortizzatore sociale”. Sul taglio dell’Irap: “E ‘inverosimile persino discuterne”. Sulla ipotesi di un Tremonti vicepremier: “Di questo al vertice di Arcore non si è parlato. Per me non ci sarebbe nulla di strano: quel ruolo Tremonti lo ha già ricoperto”.

Il Giornale sottolinea che “nel Carroccio non tutti flirtano col superministro” : il più insofferente all’intesa tra Bossi e Tremonti sarebbe Naroni, per una questione di fondi negati (la Finanziaria non è stata ‘munifica’ con la Polizia), ma anche di giochi di successione a Berlusconi (Tremonti dopo Berlusconi? Maroni ricorda la contrapposizione con lui ai tempi in cui era al welfare e, da quella sese, dide avvio alla riforma Biagi, che cozza con l’ideologia del posto fisso.

La Stampa intervista il Ministro Brunetta, che definisce Giulio Tremonti “il miglior ministro dell’Economia e delle finanze d’Europa e forse del mondo”, e aggiunge che finora “ha avuto la totale responsabilità economica del governo” e “nessuno l’ha messa in dubbio”; “Se poi Tremonti vuole lanciare la Banca del sud, i ministri avranno il diritto di dire la loro? Se lui invita a pazientare, gli altri ministri potranno domandare quando si comincia il rilancio? Potrò chiedere se ci sono le rirosrse per i contratti pubblici o per gli investimenti della banda larga? Potrà il ministro Gelmini voler fare la riforma dell’Università, il ministro Alfano la riforma della Giustizia, il ministro Sacconi quella del Welfare sanitario?. Potrà il ministro Calderoli sollecitare l’applicazione del federalismo fiscale? Potranno chiedere anche i ministri Prestigiacomo, Scajola o Bondi”. Oggi il Presidente del Consiglio incontra i coordinatori del Pdl per uscire dall’impasse. Il Corriere della Sera intervista il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, che invoca “collegialità sulel scelte economiche”: “il ministro lo capisca”, dice, riferendosi a Tremonti, poiché nell amaggioranza c’è una discussione “seria” su come coniugare il rigore e la diminuzione del carico fiscale su piccole e medie imprese. La pagina seguente ospita un’intervista al leader della Cisl Bonanni, il cui pensiero viene riassunto così: “Tremonti sta lavorando bene. E adesso meno imposte sul lavoro. ‘Banche più attente alle famiglie dopo gli interventi del ministro dell’Economia”. Su “l’assedio a Tremonti e il rebus delle tasse” interviene Luigi Spaventa, in prima pagina su La Repubblica: “Si dovrebbe almeno spiegare se e come si intendano sostituire le entrate soppresse”, visto che si tratta secondo alcuni di tagli all’Irap, secondo altri di tre sole aliquote per i redditi delle persone, o di riduzione della tassazione per famiglie. E poi su La Stampa il ministro degli Esteri Frattini, in una intervista, illustra la sua proposta sull’ora di Islam: “E’ fondamentale che si costituisca un Islam italiano prima di portare il Corano nell’istruzione pubblica, altrimenti l’ora di Islam diventa davvero una corsia privilegiata, una scorciatoia come dice Bagnasco”. Prima di dire sì al Corano in classe “serve capire chi lo insegnerà”. Un albo dei docenti di Corano? “Con la Chiesa l’ordinamento lo prevede già. In base al Concordato il sacerdote che insegna religione a scuola deve essere autorizzato dall’autorità ecclesiastica”. Serve, insomma, un accordo con la confessione islamica analogo a quello che lo Stato ha con il Vaticano.

Il Giornale offre ai lettori le pagine ‘storiche’ del quotidiano diretto da Montanelli: oggi compaiono quelle dell’ottobre 1974, commentate da Mario Cervi (“Così Montanelli ridicolizzava le crisi politiche”) e relative, tra l’altro, alle dimissioni del direttore Rai Bernabei. La Stampa si occupa delle elezioni presidenziali in Tunisia: candidato per la quinta volta è Ben Ali, “presidente eterno”; “i tre avversari sono scelti da lui stesso e chi dubita dei risultati rischia il carcere”.

 

 (fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo, Paolo Martini)