Al Consiglio straordinario dei Ministri dell’energia è emerso un vasto consenso sul fatto che la Commissione europea deve preparare degli stress test sulle centrali nucleari, in collaborazione con gli Stati membri e i regolatori nazionali. Si tratterebbe di test volontari basati su standard comuni. Alcuni Ministri hanno sottolineato la necessità di trasparenza, suggerendo che i risultati dei test dovrebbero essere resi pubblici. Largo consenso ha trovato anche l’idea di proporre ai Paesi al di fuori dell’UE, in particolare quelli vicini, di effettuare questi stress test.
L’idea di lanciare gli stress test per tutte le centrali nucleari è del Commissario europeo all’energia Günther Oettinger, che aveva precedentemente invitato i Ministri responsabili per l’energia dei 27 Paesi UE, tutte le autorità nazionali per la sicurezza nucleare, gli operatori delle centrali nucleari e i venditori di centrali nucleari dell’UE (circa 30) a valutare la situazione in Giappone e identificare degli eventuali insegnamenti da trarre a livello europeo. In questo contesto, Oettinger aveva lanciato l’idea degli stress test e ottenuto l’appoggio dei ministri e degli stakeholders presenti.
Anche se non è stata presa alcuna decisione formale dal Consiglio, i risultati della discussione sono stati trasmessi al Consiglio europeo che riunirà i Capi di Stato e di Governo. La Presidenza ungherese ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio Herman Van Rompuy con questi risultati e il consenso raggiunto sugli stress test.
La competenza di agire nei confronti delle centrali che non supereranno gli stress test spetta agli Stati membri. Quest’azione, a seconda dei risultati dei test, potrebbe non essere necessariamente la chiusura della centrale, ma la necessità di elevare il livello della tecnologia della centrale stessa.
I criteri degli stress test verranno definiti dalla Commissione europea e dagli Stati membri, e l’industria del settore sarà consultata. Indicativamente, questi criteri dovrebbero rientrare in due categorie, una delle quali applicabile a tutte le centrali, e un’altra legata a situazioni specifiche come il rischio di terremoti o inondazioni. Questi criteri vanno dai due rischi citati, alle specifiche tecniche dei sistemi di raffreddamento, all’età della centrale, al tipo di reattore, agli attacchi informatici o terroristici, fino agli incidenti aerei.
Il Commissario Oettinger ha anche annunciato che la revisione della direttiva del 2009 sull’energia, attualmente in vigore, si effettuerà nel 2012, invece del 2014 come programmato in precedenza. Nuove misure saranno inserite in questo processo di revisione.
La prima direttiva europea sulla sicurezza nucleare risale al 2003 (COM 2003/32) ed è stata successivamente rivista fino al testo attualmente in vigore del 2009 (Council Directive 2009/71/EURATOM).
Attualmente viene prodotto dal nucleare il 27,78% dell’energia dell’UE. Sono 14 gli Stati dell’Unione europea che hanno scelto l’opzione nucleare. In tutto ci sono 143 centrali in funzione nell’UE: Belgio (7 centrali), Bulgaria (2), Repubblica Ceca (6), Finlandia (4), Francia (58), Germania (17), Ungheria (4), Olanda (1), Romania (2), Slovacchia (4), Slovenia (1), Spagna (8), Svezia (10) e Regno Unito (19). Italia e Polonia hanno in programma di costruire centrali nucleari. La Francia produce il 76,29% della sua energia dal nucleare; la Lituania il 71,12%; la Slovacchia il 57,67%; la Germania il 23,3%, il Regno Unito il 13,48%, la Spagna il 18,8%. Non hanno il nucleare, oltre all’Italia, Austria, Cipro, Danimarca, Estonia, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Polonia e Portogallo.
Secondo le informazioni di cui la Commissione europea dispone, ci sono 4 unità/reattori in costruzione e 24 unità/reattori previsti o proposti. Queste informazioni risalgono a gennaio 2011, prima cioè degli avvenimenti in Giappone.
Gli Stati sono responsabili per la sicurezza delle centrali nucleari in Europa. La direttiva sulla sicurezza nucleare stabilisce il quadro legale in questo settore, rendendo vincolanti gli standard dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA). L’UE è anche responsabile per la protezione radioattiva e le misure di salvaguardia. I livelli di radioattività attualmente registrati nell’UE sono nella norma.
Il budget europeo a disposizione della sicurezza nucleare per il 2011 è di 900 milioni di euro, e comprende il decommissionamento di alcune centrali (in Lituania, Slovacchia e Bulgaria). Il budget totale per il periodo 2007-2013 è di 4 miliardi e 61 milioni di euro.
(Fonte: Commissione Europea – Rappresentanza a Milano)