“Ma che belle parole! Luciano Rispoli” – Il fascino discreto della radio e della Tv
di Mariano Sabatini
Vallecchi Firenze
pag. 232, euro 16
La scommessa sulla radio e sulla tv, Luciano Rispoli la fece fin dal 1954, anno di nascita ufficiale del piccolo schermo. Da quel giorno, tra incarichi dirigenziali e l’ideazione-conduzione di programmi di successo (“Parola mia” e “Tappeto volante” su tutti), non si pentì mai di aver speso con tutta la passione e l’intraprendenza che lo caratterizzavano l’intera vita adulta nell’ambito della comunicazione, dell’intrattenimento colto e del giornalismo popolare ai più alti livelli. In quasi sessant’anni di carriera divenne uno dei volti più popolari e amati. E tuttora viene sovente citato per la sua classica esclamazione entusiastica (“Ma che belle parole!”) dinanzi alle dissertazioni linguistiche del prof. Beccaria. È infatti divenuta frase idiomatica. E come sostiene il critico d’arte Vittorio Sgarbi, basta essere ricordati per una frase; come “Allegria!” per Mike Bongiorno.
Nel 90ennale della nascita, il 12 luglio 1932, raccontare in questo libro la parabola professionale di Luciano Rispoli, all’insegna della passione bruciante, significa attraversare e, in alcuni casi, ribaltare la storia dei mass media. A lui si devono la proposta del primo talk show in Italia con “L’ospite delle due”, l’intuizione del titolo “Bandiera gialla” e della “Corrida”, che tra l’altro Corrado non aveva intenzione di fare, mentre con Adriano Magli diede vita contro il parere del direttore Leone Piccioni allo storico, rivoluzionario “Chiamate Roma 3131”; in tal modo aprendo il mezzo radiofonico, fino ad allora molto formale e istituzionale, alla partecipazione diretta del pubblico. Nacque così la radio moderna, così come la conosciamo e come ancora viene vissuta. Con ricadute anche sulla Tv. Ed è proprio sul piccolo schermo che Rispoli arriva ad acquisire una vasta popolarità mai disgiunta da senso della misura, gusto, contenuti. Questo libro intende essere un omaggio al suo impegno ma anche ai tanti che lo ricordano e continuano ad apprezzarlo.
L’autore: Mariano Sabatini
Ha scritto per i maggiori quotidiani, periodici e web. Ha firmato programmi di successo (“Tappeto volante”, “Parola mia”, “Uno Mattina”, “Campionato di lingua italiana”) per la Rai, Tmc e altri network nazionali; ha condotto rubriche in radio e continua a frequentare gli studi televisivi come commentatore. Pubblica racconti per riviste popolari e ha partecipato a varie antologie narrative. Dal 2001 ha scritto diversi libri di carattere saggistico, tra cui “Scrivere è l’infinito” (Vallecchi, 2021) e una fiaba dal titolo “Una cagnolina non vola mica” (Chiaredizioni, 2021). “L’inganno dell’ippocastano” (Salani, 2016) è il suo primo romanzo, che si è aggiudicato il premio Flaiano e il premio Romiti Opera prima 2017 ed è tradotto nei paesi di lingua francese. A questo ha fatto seguito “Primo venne Caino” (Salani, 2018), sempre con Leo Malinverno – giornalista investigatore – come protagonista.