La Rassegna Stampa: “Quasi il 60% dei giovani resta a vivere con i genitori.E non per scelta”

Pubblicato il 27 Maggio 2010 in , da Vitalba Paesano

Le aperture

Corriere della Sera: “Berlusconi : i sacrifici sono necessari”, “La Ue promuove la manovra. La Cgil: sciopero generale”, “il premier e Tremonti presentano i tagli: dai manager alle invalidità. E Bossi sulle province: se toccano Bergamo è guerra civile”. A centro pagina: “Quasi il 60% dei giovani resta a vivere con i genitori. ‘Ma non più per scelta”. Il quotidiano ricorda che nell’83 erano il 49%. Poi una foto di Carlà, visto che è rispuntato un vecchio video di lezioni d’amore in 7 lingue. In taglio basso:”Conti in Svizzera, lombardi 2 su 3″. E ancora:”Tanzi, condanna a 10 anni e risarcimento ai risparmiatori”.
Il Sole 24 Ore: “Parte la stretta sull’evasione”, “Berlusconi: sacrifici necessari. Tremonti: cala il peso delo Stato”. In prima pagina il quotidiano ricorda che oggi si tiene, nel centenario di fondazione, l’assemblea annuale di Confindustria: “Marcegaglia: ‘Con voi per l’indipendenza della Confindustria’”.
La Stampa: “Sacrifici indispensabili”, “Berlusconi: abbiamo vissuto al di sopra delle possibilità, ora lotta agli evasori. Giallo sull’abolizione di dieci province”. A centro pagina grande foto di Calisto Tanzi, ieri condannato a Milano in appello a dieci anni di carcere per crack Parmalat: “Deve risarcire cento milioni ma è nullatenente”. A differenza di quanto accaduto in primo grado, Tanzi è stato condannato anche a risarcire i trentamila piccoli obbligazionisti titolari di cedole Parmalat.
Libero: “Un giorno da poveri”, “Berlusconi e Tremonti insieme per chiedere sacrifici: la sinistra ci ha rovinato”. In prima pagina la tradizionale caricatura del quotidiano mostra il premier e il ministro dell’economia (armato di forbici) in abiti rattoppati.
Il Giornale:”La rivolta delle caste”, “Davanti alla prospettiva di limare i loro ricchi stipendi, i parlamentari si impuntano e i magistrati si ribellano, gridando addirittura all’attentato alla loro autonomia. I sacrifici vanno bene, ma solo quelli degli altri…”. In evidenza in prima anche una inchiesta sul numero delle auto blu presenti nelle amministrazioni italiane: “Record mondiale dell’Italia. Lo scandalo delle 629mila auto blu”.
La Repubblica :”Sacrifici indispensabili per l’Italia”. “Il premier con Tremonti: niente tasse e niente tensioni. Bersani: il governo ha fallito. Giallo sulle province da abolire”. In evidenza anche la notizia che la Cgil ha preannunciato uno sciopero generale. A centro pagina il quotidiano offre “rivelazioni del procuratore nazionale Antimafia Piero Grasso sulle stragi del 1993”: “La strategia della tensione venne ‘appaltata’ a Cosa Nostra”. Quelle stragi vennero fatte per “favorire un’entità politica”.
Il Foglio: “Sacrifici condivisi. Il Cav. E Tremonti si mostrano uniti e fieri contro la speculazione. Positive le reazioni di mercati e agenzie di rating. Critiche di Formigoni per i tagli alle Regioni. Sciopero della Cgil”.
Il Riformista definisce Berlusconi”Il portavoce”. Il premier ha presentato”la manovra di Tremonti” leggendo un testo “limato fino all’ultimo momento utile proprio con Tremonti”.
L’Unità apre con la vicenda Consorte e con una foto di Berlusconi sotto il titolo: “Il magistrato: ‘Ha ascoltato la telefonata intercettata’”. Il quotidiano si chiede: “Presidente, può farlo lei?”. Si ricorda che il premier e suo fratello ebbero la registrazione (coperta da segreto) del colloqui Fassino Consorte, quello in cui l’allora segretario Pd disse”Abbiamo una banca?”.

Manovra

La Repubblica racconta in un retroscena (“Hanno tentato di farmi fuori”, “i sospetti del Cavaliere su poteri forti, Tremonti e Lega”) che “nonostante l’armistizio firmato in extremis, il capo del governo è stato durissimo con il ministro dell’Economia”, perché quest’ultimo avrebbe “costruito la manovra come se volesse smentire tutto quello che ho fatto in questi anni”. L’obiettivo indicato da Berlusconi è quello di”mettere al riparo il federalismo fiscale”, convinti che l’Ue non accetterebbe la riforma federalista se prima l’Italia non dà garanzie sui conti. Il sospetto è che il pacchetto tremontiano contenga in sé una sorta di tesoretto da utilizzare proprio per il federalismo fiscale.  Per frenare l’irruenza del Carroccio, Berlusconi avrebbe deciso di ricucire con Fini, incontrando persino l’odiato finiano Italo Bocchino e riesumando la commissione sui costi del federalismo suggerita dall’ex leader di An.
Il Foglio pubblica ampi stralci del discorso di insediamento che il Presidente del Consiglio Berlusconi tenne alla Camera dei Deputati nel maggio del 2008: “Evviva il Cav pro crescita. Nel 2008 spiegò al parlamento la sua agenda liberale, liberista, sviluppista”. In uno degli editoriali il quotidiano di Ferrara si propone “un’agenda per il Cav”, e si sintetizza: “Per incoraggiare la crescita serve qualcosina di più. Primo punto: giù le tasse. E’ positivo che l’Italia non abbia ridotto gli investimenti in opere pubbliche per l’innovazione – scrive Il Foglio – come sono stati costretti a fare invece Grecia, Spagna e Portogallo, così come è degna di interesse la possibilità di impiantare nuove attività nel mezzogiorno senza Irap. Però serve un impegno più generale per favorire il rilancio produttivo, mettendo a frutto almeno una parte delle risorse liberate, ad esempio, con l’intensificazione della lotta all’evasione.
Sul Sole 24 Ore: “L’Irap zero parte dal sud. Niente imposta per le nuove attività. Tremonti: un test anche per il Nord”.
Il Corriere della Sera scrive che”Bruxelles e l’Ocse promuovono la manovra”. Si dà conto dei giudizi dei vertici dell’Ue e dell’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo, che ieri hanno giudicato positivamente la manovra da 24 miliardi. Barroso, interpellato dai giornalisti, ha spiegato di non conoscere ancora i dettagli delle decisioni italiane, ma che queste vanno”nella giusta direzione”. Il 7 giugno ci sarà la riunione Ecofin e lì l’Italia riceverà la”pagella” dalla Ue.
Lo stesso quotidiano ospita un intervento di commento alla manovra di Lorenzo Bini Smaghi, membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea, dedicato a quel che viene considerato un giusto freno agli stipendi pubblici: Le loro remunerazioni sono aumentate in tutti i Paesi dell’Area Euro ben oltre di quelle dei dipendenti del settore privato. In media, i salari pubblici sono cresciuti in 10 anni del 36 per cento, contro il 24 per cento dei privati, a fronte di un aumento del livello dei prezzi al consumo del 24 per cento. In alcuni Paesi il divario è stato particolarmente elevato, soprattutto dove il debito pubblico è cresciuto maggiormente (leggi Grecia). Non si tratta solo di un problema di finanza pubblica, sottolinea Bini Smaghi, poiché una dinamica salariale eccessiva crea distorsioni sul mercato del lavoro e contribuisce a determinare una perdita di competitività dell’intera economia. In Italia, il divario tra la crescita dei salari pubblici e quelli privati è inferiore a quella di Paesi come Grecia, Irlanda, Portogallo o Spagna, ma rimane rilevante: 43 per cento contro il 25 per cento tra il 1998 e il 2008.

E poi

Su La Repubblica Vanna Vannuccini offre la seconda puntata di un reportage dall’Iran, e in particolare dalla città di Qom: un mausoleo diventato simbolo dell’opposizione. Tra gli ayatollah cresce la convinzione che la completa mescolanza tra politica e religione finisca, alla lunga, per danneggiare l’Islam.
Su Il Giornale: “America in rivolta per la Moschea a Ground Zero. Migliaia di newyorkesi scenderanno in piazza il 6 giugno contro la costruzione dell’edificio, che sorgerà a meno di un isolato dal luogo in cui svettavano le Torri Gemelle”.
Su Il Riformista, notizie del presidente iraniano: “Mahmud attacca. ‘Inaccettabile’ il voltafaccia russo”. Alla vigilia di nuove sanzioni il Presidente iraniano si sente tradito da Mosca, e bacchetta il sostegno agli Usa al Consiglio di Sicurezza Onu. Ma il Cremlino ribatte, denunciando la “demagogia politica della Repubblica islamica” e la sua mancanza di “trasparenza e coerenza”. Nella stessa pagina si parla della possibilità di una nuova guerra in Libano e di truppe al confine con Israele. Potrebbe inziare in estate, il governo nega ma restano gli indizi.
Sul Sole 24 Ore: “Teheran contro Mosca: amici degli americani”, “dopo l’appoggio della Russia alle sanzioni Onu”.
Su L’Unità, intervista a Marta Dassù, dopo la visita del Presidente Napolitano negli Usa: “Una Europa forte per Obama è utile”.
Sul Corriere della Sera, intervista a Richard Holbrooke, rappresentante speciale della Casa Bianca, che dice: “In Afghanistan un ruolo politico per l’Italia”, “l’inviato di Obama: a voi la guida dell’ovest”. Parla della ricostruzione del Paese, del contributo italiano, degli sforzi del governo Karzai contro la corruzione, del ruolo del vicino Pakistan. “Cosa rappresenta l’Afghanistan per la Nato? E’ il test più importante della sua storia”. E non è solo una missione umanitaria: “E’ una missione nell’interesse della sicurezza nazionale degli Stati Uniti e dei nostri alleati europei.

(fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo, Paolo Martini)