La Rassegna Stampa: Pensioni, il Governo accelera

Pubblicato il 7 Giugno 2010 in , da Vitalba Paesano
Le aperture

La Repubblica: “Allarme debito, l’Europa accelera. Cameron agli inglesi: ‘Lacrime e sangue’. La Germania vara la manovra: tagliati 15 mila statali. Intervista a Roubini: la Merkel sbaglia”. “Calderoli: ‘Sacrifici per calciatori e Rai’, ed è scontro. Frenata sul condono”. A centro pagina: “Benedetto XVI critica Israele. ‘Sta destabilizzando il Medio Oriente'”. “Il Papa: ‘Ma l’estremismo arabo è una minaccia”. In prima pagina anche un richiamo alla campagna sulle intercetazioni: “Legge bavaglio, l’affondo del Pdl”.  E poi: “Celentano: ‘Se Masi oscura Annozero spegniamo….  Di spalla un articolo di Roberto Saviano: “E veleni dell’Ecomafia che investe sulla crisi”. 
La Stampa: “Pensioni, il governo accelera. Brunetta: ‘Nel 2015 l’equiparazione donne-uomini per gli statali’. Il ministro: la decisione nel prossimo Consiglio dei ministri. Allarme debito, Berlino e Londra preparano i sacrifici”. Un richiamo in prima pagina dà conto del richiamo del ministro Calderoli sui premi per i calciatori. In alto il quotidiano si occupa della visita a Torino del Capo dello Stato: “Napolitano a Torino. ‘L’Unità d’Italia non è centralismo’ Attenuare il divario nord-sud’. Presentato al Presidente l’archivio digitale de La Stampa”. In prima anche il discorso pronunciato dal Presidente ieri a Santena: “I disegni di Cavour dalle Alpi alla Sicilia”. Sulla visita del Papa a Cipro: “Bagno di sangue senza la pace in Terra Santa. Il Papa: ingiusta l’occupazione di Israele”. L’editoriale è firmato da Lucia Annunziata: “Se Benedetto parla come Obama”.
Corriere della Sera: “Calderoli: tagli al calcio. Scontro sull’esponente leghista. ‘Meno soldi per premi e ingaggi’. Insorge la Nazionale”. Il titolo di apertura è dedicato al Papa (“Richiamo del Papa sul Medio Oriente. ‘Basta tensioni, si rischia un bagno di sangue’. Israele, i cristiani e l’egoismo occidentale'”. A centro pagina: “Chi attacca Finmeccanica è un nemico dell’Italia”, Lo ha detto il ministro Frattini, intervistato dal quotidiano milanese.
Il Giornale: “Un esercito di papponi. Oltre mezzo milione di amministratori pubblici. Ci sono persino assessori al Perdono. E tra bonus, contributi e sussidi lo Stato distribuisce a pioggia 300 miliardi all’anno”. L’editoriale è firmato da Vittorio Feltri, che torna sulle polemiche su Israele: “Israele è i ‘pacifisti’, la verità viene a galla”.
L’Unità: “Manovra analfabeta”. Si parla dei tagli alla cultura della manovra economica, e della protesta oggi a Roma dei lavoratori dello spettacolo (editoriale di Vincenzo Cerami).
Il Messaggero: “Pensioni, si alza l’età per le donne. Pubblico impiego: Brunetta: innalzamento già nel prossimo consiglio dei ministri. Per le dipendenti statali si va verso i 65 anni dal 2016”. A centro pagina: “Medio Oriente, monito del Papa. La visita a Cipro. Critica all’occupazione israeliana nel documento sinodale”.

Case e inchieste

Da sabato l’ex pm Di Pietro è protagonista delle pagine politiche del Corriere della Sera sulle vicende legate ai rapporti con Balducci e con l’inchiesta Anemone-Zampolini. Oggi torna a scrivere delle modalità dell’acquisto di un immobile, fornisce spiegazioni scrivendo che ha partecipato a una asta pubblica da parlamentare europeo e non da ministro, e che questo non è vietato. Il giornalista autore degli articoli ribadisce che “la valutazione dei comportamenti di un uomo politico può esulare dalle carte giudiziarie”.
Su La Stampa un retroscena firmato da Guido Ruotolo parla di un presunto “tesoretto” scoperto ad Angelo Balducci, ex provveditore ai lavori pubblici di Roma ed ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, oggi in carcere. Ci sarebbe un prestanome titolare di vari conti correnti riconducibili alla famiglia di Balducci. Il conto emerge dalle carte della Procura di Perugia, mentre questa settimana si annuncia importante per l’inchiesta, visto che mercoledì si tiene l’udenza davanti al gip per il commissariamento delle aziende del gruppo Anemone costruzioni.

Finmeccanica

Il Ministro Frattini, intervistato dal Corriere della Sera, parla della manovra: “Ci vuole rigore, siamo allineati al contesto internazionale. Stiamo anche meglio di altri Paesi. Un margine di miglioramento serve per fare di più”. Si può toccare il sistema degli enti locali, “parlare di sole sei province (da abolire ndr) è riduttivo. Può essere l’inizio di una sforbiciata, ma si può anche puntare a quelle che hanno sforato il patto di stabilità. Una soppressione tout court non si può fare con un tratto di penna, ma almeno quelle che non sanno tenere i conti a posto vanno messe in mora”. Sull’età pensionabile delle donne il ministro parla di una “ragionevole mediazione” tra la legge italiana e le richieste europee. Sul condono edilizio dice che “il prezzo politico sarebbe più alto del beneficio”. Infine una domanda sulla inchiesta Finmeccanica: qualcuno scorge lo zampino statunitense. C’è che gioca all’instabilità? Risposta: “Quelle sugli Stati Uniti mi sembrano solo balle. Si è cominciato con l’energia, il progetto South Stream come ragione di veleno da parte della Casa Bianca”, racconta il ministro, spiegando che lui stesso e poi Scaroni hanno incontrato l’Amministrazione americana. E aggiunge: “Se ci sono interessi occulti che hanno interesse a destabilizzare i nostri grandi gruppi industriali, strategici per il Paese, vanno contrastati. Guarguaglini ha fatto bene a fare una denuncia contro ignoti: forse c’è anche un attacco agli interessi nazionali, chiunque abbia in mente qualcosa di fatto è un nemico giurato dell’Italia”.

Papa, Medio Oriente, Turchia

Sul viaggio del Papa  a Cipro e sulle sue parole (“L’occupazione di Israele dei territori palestinesi sta creando difficoltà nella vita di tutti i giorni, impedendo la libertà di movimento, della libertà economica e religiosa”, è “un’ingiustizia politica imposta ai palestinesi”) scrive Lucia Annunziata che ancora più rilevante è la sua precisazione nel sottolineare la gravità dell’occupazione, definita un atto “che nessun cristiano può giustificare con pretese teologiche”. Il riferimento, scrive Annunziata, “è fra i più duri e coinvolge quell’enorme movimento di neo-evangelici (in Usa alcuni ne contano 50 milioni) che giustificano con il percorso della fine della storia l’esistenza di Israele, e militano al suo fianco”. Altrettanto importante è la considerazione di Papa Benedetto XVI sulle ragioni della distanza tra mondo musulmano e visione cristiana: “soprattutto per il fatto che i musulmani non fanno distinzione tra religione e politica, il che mette i cristiani nella situazione delicata di non cittadini”. Il Papa, dice Annunziata, parla come l’Obama che si rivolse al Cairo agli arabi, spostando l’accento dalla ragione di questo o quello stato alle ragioni della cittadinanza: diritti umani, diritti civili, libertà, benessere, ovunque essi vengano violati: “un discorso – scrive Annunziata – che certamente ha in parte allontanato gli Usa dal loro ruolo di difensori senza se e senza ma di Israele, che ha però il merito di poter suonare la stessa campana dappertutto e in tutte le orecchie. Dalla diplomazia alla società civile, si direbbe in gergo europeo”.
Delle dichiarazioni del Papa si occupa ampiamente anche La Repubblica: “Il Papa: ‘occupazione ingiusta, Israele destabilizza la regione’. Ratzinger: una soluzione per i territori o sarà bagno di sangue. Il Papa ha sottolineato il ruolo fondamentale dei cristiani mediorientali dicendo che le comunità locali devono trasformarsi in “minoranze attive”, e non “ghettizzate”, superare le divisioni liturgiche e le rivalità tra le varie Chiese cattoliche orientali, recuperare la trasparenza nella gestione del denaro. E infine, si è prodotto in una chiara denuncia del fondamentalismo islamico, che è “una minaccia per tutti”. I cristiani del Medio Oriente rappresentano “una ricchezza” non solo per la Chiesa ma per l’intero mondo democratico.
Sull’inserto R2 de La Repubblica si riassume così quello che viene definito “Il dilemma turco”: “Entrare in Europa o puntare all’egemonia in Medio Oriente?”. E’ Guido Rampoldi a proporre ai lettori un viaggio in un Paese al bivio, dopo le ultime tensioni con Israele. La sfida a Israele sul blocco di Gaza segna il desiderio di imporsi come potenza egemone. Alleato dell’occidente, ma culturalmente legato al resto del mondo islamico, il governo di Ankara cerca di imporsi come mediatore con i Paesi arabi, ma la svolta è piena di rischi. Marco Ansaldo intervista il ministro turco per l’Europa Egemen Bagis, che conferma come l’ingresso in Europa sia ancora per la Turchia una priorità della politica estera turca. Su Israele: “E’ inaccettabile che il blitz sia stato fatto a una nave civile che portava aiuti umanitari in acque internazionali. Questo è terrorismo di Stato. Noi continueremo a stare dalla parte delle leggi internazionali”.
La Stampa: “Netanyahu dice no all’inchiesta dell’Onu”. I dirigenti israeliani -scrive il quotidiano- hanno ribadito che l’Onu non ha voce in capitolo per investigare sul blitz, respingendo così nella sostanza il progetto del segretario generale Onu Ban Ki-Moon di affidare all’ex premier neozelandese Palmer l’incarico di far luce sull’espisodio insieme ad esponenti di Israele, Turchia, Usa. In una breve, ancora su La Stampa, si scrive che il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner ha proposto che sia l’Ue ad effettuare il controllo dei convogli umanitari navali e terrestri diretti a Gaza.
Su L’Unità: “Viaggio nell’Israele dei pacifisti minacciati dai falchi. A Tel Aviv più di diecimila in piazza Rabin per dire no al blitz militare e chiedere giustizia per i palestinesi di Gaza. Il leader storico Ury Avnery circondato da un gruppo di ultrà. Sternell: ‘E’ un campanello d’allarme'”. E’ Umberto de Giovannangeli a firmare il reportage, accompagnato da un’intervista al capo negoziatore palestinese Saeb Erekat, che dice: “La battagli adel mare un boomerang per Israele”, “Il mondo ha visto dove può portare l’unilateralismo, ma non cadremo nella trapola di fermare la trattativa”.

E poi

Su Il Giornale: “Ecco il piano per l’islam moderato in Italia. Creare un albo degli imam, censire le moschee e limitarne l’apertura incontrollata. Così il Viminale coinvolge l’ala musulmana meno radicale per promuovere rispetto delle leggi e pacifica convivenza. E isolare gli estremisti”. Il quotidiano dà la parola a Gamal Bouchaib, presidente del “Movimento musulmani moderati”, che vanta oltre 250 adesioni ed è nato pochi mesi fa, che spiega tra l’altro: “Non possiamo più tollerare le modalità esagerate con cui si continuano ad aprire moschee. Negli ultimi anni c’è stato un aumento inflazionato ed abbiamo concluso che l’andamento non può più mantenere questa crescita, perché non si dà una sua dignità neppure al culto, non si può pregare in un buco”. Nei prossimi giorni dovrebbe riunirsi per la seconda volta il Comitato per l’islam italiano, l’organismo convocato dal ministro Maroni che sta elaborando proposte per l’islam italiano.
Nelle pagine interne de Il Giornale un articolo dedicato alla situazione ad Haiti sei mesi dopo il terremoto: “Che fine hanno fatto i soldi per ricostruire Haiti? La macchina della solidarietà ha racimolato 15 miliardi di dollari per l’isola distrutta dal terremoto. Eppure i lavori non partono, le organizzazioni umanitarie non investono i fondi, pesa la corruzione locale”. Si sottolinea soprattutto il fatto che dei molti soldi raccolti dalle organizzazioni di beneficienza, solo una piccola parte è stata spesa.
Su La Repubblica, intervista a Zahra Rahvanard, moglie di uno dei leader dell’opposizione, l’ex candidato riformista Moussavi: “Porteremo la libertà in Iran”. Spiega: “Da un anno gli iraniani sono sottoposti a varie forme di oppressione, solo perché hanno chiesto che fine hanno fatto i loro voti”, oggi il popolo iraniano “non chiede solo dove è finito il suo voto, ma libertà, democrazia, stato di diritto. Queste richieste vanno molto oltre le iniziali richieste”.
Su Il Corriere della Sera si parla di un libro dello scrittore francese “neo-reazonario” Eric Zemmour, le cui dichiarazioni qualche tempo fa fecero scandalo: “i francesi dell’immigrazione -ha sostenuto in una trasmissione tv- vengono fermati dalla polizia e controllati più degli altri perché la maggioranza dei trafficanti sono neri e arabi”. Nel nuovo libro si esalta la Francia che è Asterix e Napoleone, fatta di bambini che si chiamano Jacques. Zemmour -discendente da nonni ebrei algerini- non è nuovo a polemiche contro il “declino dell’uomo bianco di fronte alla virilità islamica” o contro l’aborto, che “ha impedito a sette milioni di francesi di nascere”.

(fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)