La Rassegna Stampa: la guerra nascosta dei soldati italiani

Pubblicato il 11 Ottobre 2010 in , da Vitalba Paesano

Le aperture

Sulle prime pagine ancora l’uccisione dei quattro alpini in Afghanistan.
Corriere della Sera: “I Talebani: li abbiamo uccisi noi”, “Rivendicazione per la strage di alpini in Afghanistan. Karzai: stiamo trattando con i ribelli”, “Bombe sugli aerei, è polemica. Apertura dal Pd”. A centro pagina le foto dalla Corea del Nord: “Tra la folla di Pyongyang che trema per il nuovo Kim”, “Racconto della successione in Nord Corea”. In taglio basso: “L’accusa di Berlusconi: gli elettori delusi dal Pdl, non dal governo”, “Affondo del Cavaliere sugli errori dei suoi”. Il quotidiano torna anche ad occuparsi del cosiddetto “dossier Marcegaglia”, con un articolo di Fiorenza Sarzanini che spiega “Così è nata l’indagine del caso Marcegaglia”. L’editoriale in prima è firmato da Francesco Giavazzi: “Chi è ostaggio dell’euro forte”, in cui si spiega perché cresce solo la Germania.
La Repubblica: “I Taliban: ‘li abbiamo uccisi noi’. Polemica sugli aerei con le bombe”, “Oggi il rientro delle salme degli alpini. Il Pd: pronti a confrontarci in Parlamento sulla proposta di La Russa”. E poi: “Berlusconi al Pdl: commessi troppi errori”, “Bersani apre all’Udc”. Giuseppe D’Avanzo scrive della “fabbrica dei dossier al servizio del Cavaliere”. In prima anche un commento di David Grossman sotto il titolo: “Voglio parlare della pace”. E ovviamente si riferisce ai negoziati tra Israele e Anp.: si tratta del discorso da lui tenuto ieri a Francoforte, alla Fiera del Libro, dove gli è stato consegnato un premio della pace.
La Stampa apre con un’intervista al ministro della Difesa La Russa e titola: “‘Via da Herat in anticipo’”. Il ministro propone quella che presenta come una “ipotesi” che “discuteremo con la Nato”. E poi: “la possibilità di armare i nostri caccia con le bombe divide il Pd”. Maurizio Molinari, corrispondente del quotidiano, scrive che però “Obama ci chiede più istruttori”. In alto si dà conto delle parole del Governatore di Bankitalia Draghi al vertice di ieri del Fmi, dopo che il ministro Tremonti aveva, due giorni fa, parlato del ritorno dei banchieri-speculatori: “Il Governatore Draghi: ‘Non vedo un forte ritorno di un rischio speculazioni'”.  In taglio basso: “Berlusconi: ‘Ora basta errori. Gli elettori delusi? Colpa vostra’”.
Il Giornale: “Il centrodestra alla svolta. Berlusconi: gli errori del Pdl. Il premier striglia i suoi: ‘Il calo di consensi non è colpa del governo ma del partito’. E’ un’accusa allo stato maggiore, ma anche un’autocritica: sa che deve tornare ad occuparsi della base e non ha alternative”. A centro pagina, una grande foto della direttrice de L’Unità Concita De Gregorio sotto il titolo: “Cara Concita, ecco chi ti paga lo stipendio”. Dove si ricorda che il quotidiano vive grazie ai finanziamenti pubblici. Un altro articolo a centro pagina torna sulle polemiche del caso Marcegaglia: “La verità sui complotti: ‘Solo elucubrazioni'”. Sono le parole di Rinaldo Arpisella, portavoce della presidente di Confindustria che, secondo Il Giornale, “fa dietrofront” e “frena sulla Spectre” dopo le accuse dei giorni scorsi.   
L’Unità ha una grande foto sulle morti sul lavoro: “L’oltraggio”. Ci si riferisce ad uno “spot-vergogna” il cui testo recita “la sicurezza la pretende chi si vuole bene”, “come se le stragi bianche fossero una questione di autostima dei lavoratori”, “e intanto tagliano..Dimezzate le sanzioni ai dirigenti di fabbriche e cantieri. L’arresto trasformato in ‘ammenda’. Napolitano: ‘Gravi negligenze'”. Di spalla le parole del segretario Pd: “Bersani: prepariamoci, il premier è un osso duro”. E quelle delle “mamme dei ragazzi gay”: “Grazie Tiziano Ferro”, “il tuo coming out sta aiutando i nostri figli”.

Afghanistan

Scrive La Stampa che la prossima settimana il ministro della Difesa La Russa incontrerà il generale Petraeus. E l’interessato, in un’intervista al quotidiano, spiega che sarà l’occasione per avanzare un’ipotesi di exit strategy del contingente italiano dall’Afghansitan, ovvero quella di lasciare entro la fine del 2011 nella zona ovest solo degli addestratori e non spostare i reparti operativi nelle altre zone, “anche se ci venisse chiesto”. Spiega La Russa: “la nostra strategia è per prima cosa conquistare il terriotorio, addestarre gli afghani, dare alla politicia di Kabul la possibilità di gestire in proprio la loro polizia ed esercito. Potrebbe avvenire che la nostra zona ovest entro il 2011 venga largamente consegnata al governo afghano, più altre zone. a questo punto dovremmo affermare il principio che noi non andiamo in questa zona”. Ma precisa: “non prenderemo decisioni unilaterali”. Sulla proposta di armare i bombardieri, ricorda di esser stato contrario e che tutti gli altri Paesi lo hanno fatto. “Se avessi scelto di armare gli aerei non avrei avuto bisogno di chiederlo al Parlamento perché il problema è il modo di utilizzare gli aerei. Se io lancio una bomba per difendere una colonna militare rimane una missione di pace. Non è l’arma che qualifica la missione, ma il modo come la usi. Ora io dico che la situazione è cambiata e c’è una maggiore pericolosità: non me la sento di cambiare da solo questa impostazione e chiedo al Parlamento che deve decidere. Ho visto che Rutelli è a favore, Fassino ha fatto una grande apertura, Parisi ha detto è giusto armare gli aerei ma questo cambia la natura della missione. Io dico che non è vero perché l’Italia ha usato le bombe sganciandole in Kossovo duranet i lgoverno D’Alema: una missione che noi abbiamo votato”.
Sulla stessa pagina, il senatore Pd Ignazio Marino, intervistato, dice: “Se è guerra io non ci sto più”, “le bombe sono strumenti il cui unico uso è uccidere, non si tratta di istruire la polizia locale o creare barriere difensive”.
La Repubblica offre ai lettori un’inchiesta in cui si racconta “la guerra nascosta dei soldati italiani”: avevano capito che “il 2010 sarebbe stato un anno difficile”, alla fine del 2009 la Brigata Sassari è stata costretta per 72 ore di fila a combattere sotto i razzi, bisognava garantire l’uso della ‘Ring road’, l’unica strada che collega l’intero Paese. “Bakwa e la valle del Gulistan, dove sono stati uccisi i quattro alpini, erano prima controllate dai marines. E nessuno si sognava di considerarli ‘pecekeeping'”. Negli ultimi sei mesi gli Alpini hanno sempre più difficoltà a chiamare ‘missione di pace’ lo stillicidio di attentati e scontri, e spesso il Lince non basta più.
Sul Corriere Lorenzo Cremonesi, in un reportage, racconta: “Herat rinasce con gli italiani, ma fuori è terra di nessuno”, “le aziende riaprono, l’occupazione riparte, l’universitò decolla”, “La città di nuovo sicura, ma la guerra si sposta in provincia”.
L’Unità intervista il generale Fabio Mini, ex comandante Nato, che dice: “I raid non servono. Il ministro parla solo all’industria militare. Agli Usa non mancano gli ordigni, ma non hanno ancora risolto i problemi, E con i blitz aerei aumentano le vittime civili”.

Pd, Pdl

Intervistato a ‘Che tempo che fa’, il segretario Pd ha detto, come sintetizza il Corriere: “si vota in primavera, pronti a un esecutivo con l’Udc”. E annuncia ‘contatti con Vendola e Idv”, definendo Berlusconi “un osso duro”. Il segretario sente di avere un compito storico: “liberare il Nord da Bossi e l’Italia da Berlusconi, che sta gettando discredito sulla politica”.
La Stampa riassume così il pensiero di Bersani: in caso di voto anticipato, “che probabilmente ci sarà a marzo”, occorre fare una “proposta a tutte le forze d’opposizione”, anche per cambiare la legge elettorale.
La Repubblica intervista l’Udc Rocco Buttiglione, che dice: “Vogliamo fare una coalizione che contenda a Berlusconi i voti di tanta gente sconcertata, ma che non vuole avere nulla a che fare con Di Pietro e con l’area della sinistra alternativa”. Di fianco, Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera, spiega: “vogliamo riconoscere al Pd la responsabilità di ‘dare il la’ su ciò che sarà il perimetro della coalizione. L’Udc? Per noi è come far passare un cammello nella cruna di un ago. Se il Pd ci riesce, staremo a vedere. Ma mi pare che sia l’Udc a non avere intenzione di far parte del centrosinistra”.
Delle “tensioni nel centrodestra” parla Il Giornale dando conto del messaggio inviato da Berlusconi alla Festa della Dc di Gianfranco Rotondi. “E’ tempo che il Pdl diventi un partito vero, e questo lo puoi fare soltanto tu”, ha detto il Cavaliere rivolgendosi allo stesso Rotondi. Quest’ultimo sottolinea che per quanto il messaggio del premier sia critico, non voleva coinvolgere i triumviri che guidano il Pdl: “Verdini non ha colpe, perché è come se fosse alla guida di una macchina senza motore” (Rotondi).
Un retroscena de la Stampa scrive che “i forzisti del Pdl attaccano”, accusando: “gli ex di An spadroneggiano”. E’ una “guerra tra fazioni” e “nel mirino ” c’è anche Verdini, di cui dicono che “è cotto e tiranneggia”. I tre coordinatori Bondi, Verdini e La Russa, “ciclicamente vengono messi sul banco degli imputati”, ma “fanno spallucce”, “non pensano di dimettersi, non si sentono sfiduciati”; “del resto lo stesso Berlusconi non ha chiesto loro di togliere il disturbo”. Spiega un un insider  di Palazzo Grazioli: “vuol dire che non ha sufficienti margini di libertà”, non può fare a meno dei tre signori che hanno le chiavi del partito. Oppure, osservano altri, “al Cavaliere non gliene frega nulla del partito”.
La Repubblica: “Il Cavaliere rivoluziona il partito, ‘Prima delle elezioni cambio tutto'”. Il quotidiano parla di un nuovo simbolo, nuovo statuto e una donna al comando: “un partito a sua immagine”, “dal volto giovane”, “che sia tutt’uno col ‘governo del fare’. Poche pedine alle leve di comando e dalla volontà blindata. ‘Voglio un Pdl più berlusconiano. E voglio un partito vero, con dirigenti locali rinnovati, cancellando ogni residua cellula finiana sul territorio'”: questo sarebbe l’orientamento espresso dal Cavaliere ai suoi. In vista di uno showdown, si lavora già ad un nuovo simbolo, dato che quello del Popolo della Libertà risulta co-firmato con Gianfranco Fini, come l’intero statuto del partito. E quindi il suo utilizzo esporrebbe a possibili ricorsi legali.

E poi

Su La Repubblica ci si occupa delle elezioni in Austria: “il vento di destra su Vienna la rossa”, “lo xenofobo Strache al 27 %, ‘Non siamo estremisti ma basta immigrati'”.
Sul Corriere si scrive che il premier israeliano Netanyahu ha deciso di “accontentare l’estrema destra” con l’approvazione di quella che il quotidiano definisce la “legge della discordia”: il giuramento di fedeltà allo Stato ebraico, che sarà obbligatorio per arabi e stranieri. 
Su La Repubblica, attenzione anche per il Sinodo delle Chiese del Medio Oriente iniziato ieri: “Il Papa: ‘Vivere in Medio Oriente è un diritto dei cristiani'”. Preghiere al Sinodo in ebraico e farsi, l’arabo tra le lingue ufficiali.

(Fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)