La Rassegna Stampa: “La Casa Bianca vuole una Ue più forte”

Pubblicato il 26 Maggio 2010 in , da Vitalba Paesano

Le aperture

Il Corriere della Sera: “Via libera alla manovra tra le tensioni. Berlusconi preoccupato per la troppa severità. No di Cgil e Regioni. Si lavora ancora alle misure, solo oggi la presentazioni ufficiale. Stretta sulle pensioni, risparmi per tre miliardi”. L’editoriale è firmato da Francesco Giavazzi (“Misure necessarie”), che spiega come quello che preoccupa i mercati non sono tanto i deficit ma le prospettive economiche di medio periodo. “Un solo leader europeo pare averlo compreso: Nicolas Sarkozy. E’ l’unico che ha avuto il coraggio di annunciare un innalzamento dell’età pensionabile”, perché tutto il resto – dal blocco degli stipendi alla contrazione di qualche finestra di uscita – non convincerà i mercati.
A centro pagina la notizia dell’incontro tra Barack Obama e Giorgio Napolitano: “Europa più unita. Colloquio alla Casa Bianca tra i due presidenti”. A fianco: “Prete arrestato a Milano. ‘Abusi su un tredicenne’. Il sacerdote accusato dal ragazzo, oggi maggiorenne”.
La Repubblica: “Manovra, scontro nel governo. Via libera con riserva. Stangata per gli enti locali. Sanatoria sulla casa. Drammatico contrasti tra Tremonti e Berlusconi, rinviata la presentazione. Borse a picco. Napolitano da Obama: l’euro non rischia”. In evidenza in prima anche la legge sulle intercettazioni, dopo il sì della Commissione. Andrà in Aula al Senato il 31, forse il governo porrà la fiducia. “Se il cittadino si ribella” è il titolo del commento che Giovanni Valentini dedica alle centinaia di migliaia di persone che si sono chierate contro la “legge bavaglio”.
A centro pagina: “Rai, Santoro ci ripensa: ‘Resto’. Il conduttore: vioplata la riservatezza della trattativa. Anche la Dandini nel mirino”. In evidenza anche uno spazio che R2 dedica alla Giamaica,, dopve sono fino ad oggi almeno 60 i morti per gli scontri tra trafficanti di droga e polizia.
Il Sole 24 Ore: “La manovra taglia per 24 miliardi. Varato il decreto per ridurre il deficit, tensione tra il premier e Tremonti. Confindustria: ok, se le correzioni sono strutturali. No dalle regioni e dalla Cgil. Napolitano: intervento necessario, ma sia equo. Berlusconi: nessun aumento di tasse”. L’editoriale, firmato da Guido Gentili, è titolato: “La realtà bussa a Palazzo Chigi”. Subito sotto un altro editoriale è firmato da Stefano Folli: “Responsabilità per tutti noi”.
A centro pagina le brutte notizie dalla Borsa: “Piazza Affari scivola ancora. Wall Street recupera nel finale. La Germania studia un blocco esteso dello short selling. Tensioni asiatiche e rischio liquidità pesano sulle borse europee”. In prima pagina anche un richiamo per la Corea del Nord, che “rompe con Seul”. “Pronti ad azioni militari”.
La Stampa: “Statali e pensioni, ecco i tagli. Sì alla manovra ma nella maggioranza restano le tensioni. No di Cgil e opposizione. Eliminate le Province sotto i 220 mila abitanti. Pagamenti tracciabili oltre i 5000 euro”. Ieri si è aperta anche la nuova legislatura in Gran Bretagna, con il discorso della Regina Elisabetta: “L’austerity della Regina”. A centro pagina la notizia su Santoro e il suo “dietrofront”. “Ora basta, resto in Rai. Attacca il Cda: troppe fughe di notizie”.
Santoro è in prima pagina anche su Il Giornale (“Michele: troppe fughe di notizie. Ma non diceva che la notizia viene prima della privacy?”). Il titolo di apertura è per la manovra: “Tagli alla spesa, ma non alla gente”. Il quotidiano sottolinea le misure sulle province, “meno soldi ai politici”, “giro di vite sulle auto blu”, ma anche “stretta sui costi della sanità”.
Il Foglio: “La notte della manovra tremontiana, tra vertici e bozze senza numeri. Regioni e Cgil. Assenso di massima degli altri sindacati e delle imprese. Il sì provvisorio del Cdm”. In prima anche un ritratto per Tremonti, “il formidabile supermistro scrutato da analisti politici italiani all’indomani delle dure decisioni di ‘salvezza nazionale’. Di che cosa è fatta la sua leadership? Come si pone per lui la questione del consenso”.
Libero: “Evviva: via dieci province. Ecco la manovra. Decimati gli enti, tolti dieci miliardi alle Regioni, caccia grossa ai falsi invalidi. Tremonti stanga Roma sprecona. Arrivano tasse e blocco delle spese. Il Cav irritato con il Ministro”.
Il Fatto: “Il governo Tremonti massacra la sanità. Berlusconi costretto alla resa dal ministro dell’Economia. Le Regioni e la Cgil dicono no. ‘E’ macelleria sociale'”. Su molte prime pagine la notizia del via libera da parte del ministro Fazio alla possibilità per le cosiddette “donazioni samaritane”: “Trapianti di organi, si cambia. Via libera anche in Italia. Il ricevente non è un parente ma uno sconosciuto. La scelta è puro gesto altruistico”. Commenta positivamente su La Repubblica Umberto Veronesi (“Se prevale il diritto di disporre di sé”). Commenta negativamente Ida Magli su Il Giornale (“Il trapianto è soltanto un gesto di egoismo”).

Manovra

Sulla manovra La Stampa intervista il segretario della Cgil Epifani: “Pagano i più deboli, ricetta vecchia”. Epifani dice di aver chiesto a Tremonti cosa succederà alle liquidazioni del pubblico impiego, “quando verranno pagate. Ci sarà un interesse sul ritardo? Risposte vaghe. Ho chiesto cosa succede a chi ragginge i 30 anni di servizio nel pubblico impiego cn il congelamento delle finestre. Nessuna risposta. E via così. Le pare che potrei avere un giudizio?”. Dice Epifani che i tagli gli sembrano tutti concentrati sul lavoro dipendente, “ricetta vecchia che tra l’altro lascia fuori chi guadagna molto. Sul fronte dello stimolo all’economia mi pare che invece non si faccia nulla”. Rispetto ad altri Paesi europei, che pure stanno tagliando le spese, quella italiana per Epifani è una manovra “modesta”.
Libero elenca 71 enti che si vedranno tagliare i finanziamenti perché “non hanno risposto alle richieste di informazione” dell’Amministrazione pubblica. Tra gli altri la Fondazione De Gasperi, il Museo Storico della Liberazione di Roma, il Meeting per l’Amicizia di Rimini, la Fondazione Craxi , l’Istituto di Studi filosofici.
Il Sole 24 Ore in una delle molte pagine interne dedicate ad illustrare tutte le misure contenute nella manovra, spiega invece il condono edilizio: “Case fantasma all’appello fiscale. Regolarizzazione a buon mercato, ma resta il rischio demolizione”. In sostanza, dopo la verifica su tutti gli edifici e gli ampliamenti che non risultano al catasto. I proprietari avranno tempo fino alla fine dell’anno per denunciarli. Chi rispetterà la scadenza pagherà le sanzioni ridotte di un terzo e le imposte arretrate solo a partire dal 1 gennaio. I vantaggi per l’erario e per i Comuni sono illustrati dal quotidiano di Confindustria, che spiega anche le criticità: se l’immobile può comunque essere abbattuto è difficile che i proprietari si autodenuncino, pagando, per poi vedersi comunque eliminato l’immobile. Dunque servirà una qualche forma di condono edilizio. Un altro articolo spiega che in Parlamento “sul condono mascherato è già battaglia”. 

Napolitano

Il Sole 24 Ore racconta la visita del Presidente Napolitano negli Stati Uniti, e scrive che tra l’altro sono stati ricordati i caduti italiani in Afghanistan. “La Casa Bianca vuole una Ue più forte. Obama ha chiesto che vi sia “un’Europa più assertiva e più unita”. Il quotidiano sottolinea che nonostante l’apparente distacco politico del Presidente Usa dal forte legame transatlantico (Obama ha cancellato il vertice semestrale con l’Europa) per il Presidente Napolitano sarebbe sbagliato pensare che l’apertura Usa a importanti Paesi emergenti come Cina, India, Brasile o Russia avvenga a svantaggio dell’Europa stessa: “E’ vero, Obama sembra molto più aperto nei confronti delle potenze emergenti, tiene conto delle nuove realtà della politica mondiale ma non possiamo avere un complesso: sappiamo che occorre coinvolgere la Russia e le nuove potenze emergenti davanti alle sfide del nostro tempo, terrorismo, proliferazione nucleare, Medio Oriente compresi…”
A margine della visita di Napolitano negli Usa, il Corriere della Sera intervista il generale James Jones, consigliere per la sicurezza del Presidente Obama: “Europa al centro delle alleanze Usa. Ma sull’energia non sia ostaggio”. Dice il consigliere: “Noi pensiamo che sia sempre meglio avere fonti energetiche diverse. Ma non pretendiamo di dettare ad alcun Paese le sue scelte in materia. Possiamo dare consigli. E in questo caso il consiglio è che diversificare sia comunque l’opzione giusta, specie se si è in grado di farlo, evitando di restare ostaggio di un monopolio. Perché rinunciare a un vantaggio competitivo e acquistare maggiore indipendenza energetica?”.

Esteri

Il Foglio occupa in prima pagina di David Petraeus, il generale americano a capo del Comando centrale Usa, ieri di nuovo al centro di uno scoop del New York Times. “Il generale americano sguinzaglia squadre speciali per combattere Al Qaeda e l’Iran atomico”. La domanda che il quotidiano si pone è: “Perché Petraeus è finito nell’ennesimo scoop del New York Times”. La fonte sarebbe interna alla stessa amministrazione, per la solita inimicizia tra militari e Cia. L’articolo del New York Times è pubblicato integralmente da La Repubblica: “Iran, Arabia Saudita, Yemen, Somalia: sì di Obama alle operazioni segrete”. Petraeus ha ordinato un forte potenziamento delle attività militari sotto copertura, con l’obiettivo di destabilizzare i gruppi militanti e contrastare le minacce provenienti dai Paesi sopra menzionati. La direttiva segreta sarebbe stata firmata a settembre e autorizza l’invio di truppe delle forze speciali in nazioni tante alleate che nemiche allo scopo di raccogliere informazioni e stringere legami con le forze locali. Per il New York Times vi è un autorizzazione anche ad attività di ricognizione che potrebbero aprire la strada a possibili raid militari in Iran. L’obiettivo è quello di mettere in piedi reti capaci di penetrare, destabilizzare, sconfiggere o distruggere Al Qaeda o altri gruppi combattenti, oltre a preparare il terreno per futuri attacchi da parte di forze americane o locali. Si mira a creare piccole squadre di militari che colmino vuoti informativi sulle organizzazioni terroristiche. Il nome ufficiale della direttiva è “Ordine esecutivo per la creazione di una task force interforze per la guerra non convenzionale”. Se ne parla anche su Il Riformista, dove si sottolinea che le possibili missioni di ricognizione in Iran potrebbero rendere possibile uno strike: questo tipo di azioni clandestine era una specie di brand dell’Amministrazione Bush e – come tali – duramente criticati da democratici e liberal americani. Ma oggi – sottolinea Il Riformista – il Nobel Obama ne è diventato il principale sostenitore.
Anche sul Corriere: “Raid, bombe, sabotaggi: via alla guerra segreta in Medio Oriente”, “il Presidente Usa approva il piano del generale Petraeus e amplia le incursioni delle forze speciali”.
Uno degli editoriali de Il Foglio è dedicato a quelli che definisce “gli schiaffi di Damasco”: “Dopo il palestinese Abu Mazen, dopo l’egiziano Mubarak, dopo il saudita Turki Bin Faisal, anche il presidente siriano Bashar El Assad ha stroncato la politica mediorientale di Barack Obama: ‘L’America non ha influenza sulla politica in Medio Oriente, perché non sta facendo niente. Tutti sanno che la trattativa condotta da Mitchell non porta a niente’. Il coro della disillusione araba verso la politica estera americana si ingrossa sempre di più. Ed è innaturale controcanto delle speranze che Obama aveva suscitato con il suo discorso di quasi un anno fa, il 4 giugno 2009 al Cairo”. Rinvii, scadenze mai rispettate (leggi Iran), l’Amministrazione Obama pare non essere munita di un piano B nel caso la strategia del dialogo con il Cairo fallisca. E questa è la Siria che i Democratici si illudevano fosse il perno per giocare la svolta in Medio Oriente: un rough state che insieme a Iran e Corea del Nord scopre di avere, grazie alla contraddittorietà della politica di Obama, amplissimi spazi di manovra.
Il Corriere della Sera si occupa della “mobilitazione” lanciata dalla Corea del Nord, che si è detta pronta a colpire il sud. La scorsa settimana il regime nordcoreano aveva proceduto alla lettura di un messaggio del suo leader Kim Jong Il alla nazione, in cui si invitavano i compatrioti a “prepararsi alla guerra se Seul, appoggiata da Stati Uniti e Giappone, ci attaccasse”. Ieri invece i tecnici della Corea del sud hanno rispolverato un armamentario che giaceva inutilizzato da sei anni: enormi casse acustiche capaci di sparare musica occidentale ed esortazioni alla defezione per chilometri, dentro il territorio della Corea del Nord. La marina militare di Seul condurrà esercitazioni congiunte con gli Usa nel mar Giallo. Pyonyang la accusa di violazione delle proprie acque territoriali ad ovest della penisola, dove la linea di demarcazione tra i due Paesi non è mai stata riconosciuta dal regime del Nord. La Corea del Sud si prepara a lanciare volantini da palloni aerostatici spinti sopra il 38° parallelo, allestendo tabelloni luminosi su cui mostrare messaggi di propaganda. Non vi sono prove incontrovertibili di una mobilitazione generale della Corea del Nord, ma l’imprevedibilità di Kim Jong Il e dei suoi generali non lascia tranquilli. In visita a Pechino, la Segretaria di Stato Usa Clinton ha sottolineato una certa disponibilità dei cinesi a lavorare insieme per un raffreddamento del clima tra le due Coree.

E poi
 
Sul Sole 24 Ore si parla della Costa del Sol spagnola, dove dopo il boom econoomico sono arrivati i problemi e i debiti. “Il crollo delle entrate immobiliari lascia i comuni in gravi difficoltà”. Si parla della città di Benalmadena, Andalusia, tra le più indebitate del Paese. 
Su Il Foglio una intera pagina è dedicata a “Zapatero dimezzato. Il lìder paga il prezzo della crisi, la Spagna la sua costosa non organizzazione”.

(fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo, Paolo Martini)