La Rassegna Stampa: “Camere paralizzate, in un anno dieci leggi”.

Pubblicato il 26 Ottobre 2010 in , , da Vitalba Paesano

Le aperture

Il Giornale: “Fini apre ai comunisti. L’annuncio della crisi. Il presidente della Camera minaccia la caduta del Governo sulla giustizia e prepara il terreno per il ribaltone. ‘Nessuna preclusione a chi ha creduto nell’utopia socialista’”: L’editoriale è firmato da Vittorio Feltri ed è dedicato alle parole di domenica di Sergio Marchionne: “Cara Fiat vattene pure”.

Libero ha una caricatura del Presidente della Camera firmata da Benny, in cui Fini è nei panni di un Totò da avanspettacolo: “Le comiche iniziali. Fini sceglie il palco di un cabaret per lanciarsi alla conquista del nord. Parola d’ordine: viva i magistrati, e una crisi di governo sulla giustizia per mandare al potere chi non è stato eletto”. Editoriale di Maurizio Belpietro: “Meglio Marchionne che continuare a mantenere la Fiat”. In taglio basso, la scalata di Unipol: “Fassino: ‘Abbiamo una banca’. Ma indagano il fratello di Silvio”.

Il Sole 24 Ore: “Fiat, Fini contro Marchionne”, “il leader Fli attacca l’Ad Fiat: ‘Senza l’Italia la Fiat farà meglio? Ha parlato da canadese’. Critici Sacconi e Bersani. Bonanni: dice il vero”.

Il Riformista: “Terminator Fini”, “Governo tecnico. E’ questo l’obiettivo del presidente della Camera che aspetta solo l’incidente. Intanto attacca l’Ad della Fiat e annuncia: ‘Rischio crisi sulla giustizia’”. Una foto di Marchionne con il tradizionale maglione, a centro pagina, sotto il titolo: “La corrente del golfino”. Scrive il quotidiano che Marchionne scompagina il non ancora nato Terzo polo: da un lato la corrente del golfino capitanata da Casini, dall’altra gli antisergio guidati da Fini e sostenuti o almeno non avversati da Montezemolo.

Il Foglio descrive “la lotta continua di Sergio”, ovvero “i veri obiettivi e i molti limiti della ruvida strategia di Marchionne”. Parla di “ansie per lo scorporo auto e per la fusione con Chrysler”. Guido Viale invece sostiene che le clamorose sortite pubbliche di Marchionne nascondono il vuoto di investimenti del Lingotto. Il quotidiano riproduce in prima pagina il messaggio integrale del vescovo di Antiochia dei Siri, il vescovo libanese ha riservato pesanti bordate all’islam politico e agli stati teocratici musulmani, sottolineando che il Corano “ordina di imporre la religione con la forza, con la Spada”. E il quotidiano dice che l’Osservatore Romano (ribattezzato ‘Silenziatore romano’) ha preferito limare il testo del vescovo.
Per quel che riguarda le vicende del “palazzo”, il Foglio parla di “segnali ambigui” tra il Cav e Fini e di un ministro Alfano che starebbe studiando un modo per far debuttare il suo lodo dal 2013. E ancora, sul palazzo, “ci sarà un motivo se Berlusconi non ha mai attaccato Vendola?”. Berlusconi ritiene che la sua avanzata isolerà il partito centrista allontanandolo dal Pd, sospingendolo fra le braccia del centrodestra.
 
La Repubblica: “Fini, sulla giustizia rischio crisi. ‘La legge deve essere uguale per tutti’. Lodo Alfano reiterabile, il Pdl tratta”. E poi: “Il Guardasigilli: sullo scudo niente barricate. Casin al Pd e Fli: pronti al governo dei responsabili. Bersani: evitiamo Berlusconi al Quirinale”. A centro pagina: “Berlusconi jr indagato per i nastri su Fassino. Caso Unipol, accusato Paolo, il fratello del Cavaliere”.

Il Corriere della Sera: “Fini: rischio crisi sulla giustizia. Avvertimento del presidente della Camera. Il Cavaliere: non mi farà perdere la pazienza. Alfano disponibile a rinunciare alla reiterabilità dello scudo”. In evidenza anche un titolo su Marchionne, che “scuote la politica”. A centro pagina: “Portai ad Arcore l’audio della telefonata Fassino-Consorte”. “Parla il tecnido dei pm. Indagato Paolo Berlusconi”. Il titolo di apertura del quotidiano milanese è dedicato alla vicenda rifiuti: “Maroni su Terzigno: ‘Cercano il morto’. Agguati alla polizia sul fronte della discarica. Il premier a Bertolaso: Avanti con l’accordo'”. A partire dalle rivolte di questi giorni Angelo Panebianco firma l’editoriale: “Classe (per nulla) dirigente”.

La Stampa apre con Fini: “Rischio crisi sulla giustizia”, “l’alt di Fini: la legge è uguale per tutti. E il Pdl frena sul Lodo Alfano. La sfida di Marchionne divide: ‘Si dimostra più canadese che italiano'”.
A centro pagina una foto da Torino: “Un muro per separare cristiani e musulmani”. Spiega il quotidiano che nel campo nomadi hanno costruito una barriera per dividere serbi e bosniaci e impedire ai bambini di mescolarsi e giocare insieme. Sono i rom ad aver costruito una cancellata sostenendo che serbi e bosniaci non si devono mischiare.
In alto una foto tra cumuli di immondizia a Napoli: “Rifiuti, Maroni: ‘Siamo pronti ad usare la forza’. Il Viminale: c’è chi vuole il morto. Napoli, la  Digos: infiltrati dei clan tra i manifestanti”. In prima anche le notizie sulla Serbia: “Nell’Ue se consegna il generale Mladic”. E l’indagine Unipol: “Nuova accusa a Paolo Berlusconi, ‘svelò al fratello il contenuto della telefonata tra Fassino e Consorte'”.

Il Fatto quotidiano: “La Camera lavora tanto sulla coda dei cani”. “Prima di una  lunga vacanza l’Aula costretta ad affrontare solo temi secondari. Le altre leggi? Mancano i soldi per farle. Racconta il quotidiano che Montecitorio ha tenuto una sola seduta di lavoro in una settimana, occupandosi di maltrattatementi sugli animali. E che ora chiude per 20 giorni. 
Della stessa notizia si occupa il Corriere della Sera: “Camere paralizzate, in un anno dieci leggi”. “Dal primo gennaio l’Aula di Montecitorio si è riunita 126 volte, il Senato 92”. “L’attività è ridotta al minimo. Le cause? Pochi soldi, priorità e tempi dettati dal governo”.

Esteri

In prima pagina Il Foglio riferisce del discorso con cui il premier britannico David Cameron ieri ha offerto agli imprenditori britannici “un grande scambio per evitare che l’enorme taglio alla spesa pubblica ripiombi il Paese nella recessione”. “Ciò di cui ho bisogno in cambio da voi è un impegno a creare ed innovare, a investire e crescere, a sviluppare e rompere le barriere”. Per Il Foglio, dopo i colpi di scure c’è anche un piano per la crescita e Downing Street punta su immigrazione di talento (mostrando pragmatismo) e treni ad alta velocità.
Sul Sole 24 Ore: “Cameron: allentiamo le quote per gli immigrati”. Il premier si è appellato al settore privato, che ha ricordato essere l’unica “chiave di accesso per tornare alla crescita”. E ancora, parole sue: “Non vi impediremo – ha chiesto agli industriali – di prendere i migliori talenti nel mondo, anche se il fenomeno migratorio deve restare entro limiti sostenibili”. Cameron ha insistito sul National Infrastructure plan, che ha un costo di 200 miliardi di sterline, per il quale il premier dice di esser pronto a contribuire con risorse pubbliche al 20 per cento. Il resto spetterà ai privati. Poche ore dopo il ministro dell’industria, il libdem Vince Cable, ha attaccato la City, avara nel garantire finanziamenti e linee di credito, nonché la politica aziendale di tanti manager per i quali ha invocato un nuovo codice deontologico. Poi ha detto che il governo vuole metter mano alle pensioni pubbliche per garantire una riforma che dia a tutti un “assegno decente”.
Leszeck Balcerowicz, già vicepremier e ministro delle finanze polacco, intervistato da Il Sole 24 Ore, dice che anche l’Europa avrebbe bisogno dei Tea Party. Nel senso che, di fronte alle crisi e ai salvataggi di Paesi tecnicamente falliti, sostiene che “per avere bilanci pubblici in equilibrio non basta cambiare il patto, inasprire le sanzioni e aumentare la sorveglianza. Bisogna cambiare la mentalità dell’opinione pubblica perché la disciplina fiscale è impossibile con l’attuale sistema di welfare”.
Una intera pagina de Il Foglio è occupata dal resonto di un inviato (Luigi de Biase) tra i gruppi ultranazionalisti serbi, balzati alla scena dopo l’episodio della partita sospesa con la nostra Nazionale. Il Paese è pieno di ufficiali in congedo che hanno combattuto in Kosovo e Bosnia e hanno fatto i contractor in Iraq. Tifosi e ultranzionalisti non sono una cosa sola, come si crede: i primi sono legati alla malavita, i secondi sono legati ai politici.
Bernard-Henry Levy propone ai lettori del Corriere una denuncia-appello chiedendo una mobilitazione degli europei sulla vicenda Sakineh, anche alla luce dell’arresto di suo figlio nello studio del proprio avvocato. Scrivere ai presidenti del consiglio, ai ministri degli esteri, e, soprattutto, alle autorità giudiziarie iraniane, di cui si forniscono indirizzi (Head of the Judiciary, Howzeh Riyasat-e Qoveh Qaaiyeh, Pasteurt Sont, Vali Asr Ave, South of Serah-e Jomhouri, Teheran, 131 681 47 37, Iran)

Dossier

Su La Repubblica una intera pagina dedicata alla raccolta differenziata, “virtuosa solo al Nord”. Con l’allarme lanciato da Federambiente, secondo cui è davvero poca la differenziata, perché metà spazzatura va in discarica. Il dato nazionale è che il 45 per cento dei rifiuti è finito in discarica nel 2008. A Venezia si butta nelle cave solo il 3 per cento degli scarti. A Roma la quota sale all’80 per cento. Un analogo dossier del Corriere racconta invece la storia di 3 comuni italiani che hanno saputo organizzarsi: Novara, Lucca e Salerno. In un anno e mezzo la raccolta differenziata a Salerno è passata dal 7 al 75 per cento.

E poi

Su La Repubblica una anticipazione del nuovo libro di Nadia Urbinati, “Democrazia rappresentativa”. Si riprendono le tesi sulla incompatibilità tra democrazia e rappresentanza, figlia della dottrina della sovranità, evidenziata da Montesquieu e Rousseau.

(Fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)