Le aperture
Il Giornale: “Berlusconi e Bossi, sfida a Fini”, “Si accelera sul federalismo”, “Subito ‘la madre di tutte le riforme’: una legge prevista nel programma di governo ma che il presidente della Camera vede come il fumo negli occhi. Se si metterà di traverso, subito al voto. Altrimenti si andrà avanti”. E poi: “La tensione nel Paese resta alta: prese d’assalto le sedi della Cisl, accuse alla Fiom”.
Il Riformista: “Siamo tutti cislini”, “Uova e fumogeni a Roma. Azione di estremisti nella capitale. Militanti Fiom accusati di un’irruzione nel Lecchese. Scritte contro il segretario a Ivrea. Dura condanna di Epifani. Sacconi: atti terroristici”. A centro pagina: “Il Cav. s’arrende al governo tecnico”, “Berlusconi torna colomba: troppo rischiosa la strada delle elezioni”. In taglio basso due notizie di esteri: “Dream ticket: Hillary salverà Obama?”, dove si riferiscon rumors a Washington secondo cui i due potrebbero correre insieme in ticket per le presidenziali del 2012. E dall’Afghanistan: “E adesso Karzai tratta col mullah Omar”.
La Repubblica apre citando le parole del Presidente del Consiglio: “No al voto, temo governo tecnico”. “Berlusconi: oggi il federalismo, tra due settimane la riforma della giustizia”. E poi: “Ancora assalti alla Cisl. Epifani: via i violenti”. A centro pagina la grande foto di Sarah e il crollo dello zio che ammette l’uccisione, “la madre lo scopre in diretta tv”. In prima l’intervento di Walter Veltroni, che invita a togliere da una chiesa romana del boss della banda della Magliana De Pedis.
La Stampa: “Berlusconi: niente elezioni”, “Il premier: ‘Federalismo entro marzo’. Ma Bossi insiste: si voterà”. Si riprendono poi nell’occhiello le parole del presidente del Consiglio: “Mai minacciato il voto anticipato, daremo subito attuazione ai cinque punti del programma”. E il commento di Casini: “E’ rinsavito”. Sotto la testata la notizia della decisione di un tribunale di Firenze sulla legge 40: “Fecondazione, legge rinviata alla Consulta. Il governo: va difesa”. I dubbi si riferiscono al divieto di fecondazione eterologa contenuto nella normativa. A centro pagina, l’epilogo del giallo di Sarah: “Uccisa dallo zio e nascosta in una buca”. Ancora in prima: “Doppio assalto alal Cisl. Bonanni: squadrismo”, “Uova e fumogeni degli antagonisti contro la sede nazionale. Epifani: cacciare i violenti dalla Cgil”.
Corriere della Sera: “Berlusconi allontana il voto”, “‘Mai minacciate le urne, con la crisi si rischia il governo tecnico’”, “Il premier accelera sul federalismo: mi fido dei finiani. Accordo sulle commissioni”. L’editoriale è firmato da Dario Di Vico: “Come trattare con i cinesi. Il caso Prato, la visita di Wen JiaBao”. In prima pagina anche un richiamo per la sentenza del Tribunale di Firenze sulla fecondazione assistita (“legge rinviata alla Consulta”) e un articolo di Pierluigi Battista (“Le critiche a Israele e i veri nemici”) dedicato alla manifestazione per Israele che oggi si terrà a Roma.
Il Sole 24 Ore: “Il federalismo fiscale accelera. Oggi il via al maxi decreto sui prelievi fiscali. Berlusconi: niente voto, se cado rischio di esecutivo tecnico. Solo le regioni che riducono l’Irap potranno aumentare l’Irpef”. In evidenza anche una foto che raffigura i fumogeni contro la sede nazionale della Cisl: “Attacchi al sindacato. Uova e fumogeni contro la sede nazionale della Cisl”. A centro pagina: “Fmi, la ripresa è fragile, aumento il rischio debiti”.
Il Foglio: “Uno scontro nucleare ricorda alla Nato quanto è molle l’Alleanza. Dove finisce la deterrenza? Rasmussen vuole il disarmo delle testate atomiche, i tedeschi sono favorevoli, Parigi e l’Europa dell’Est si oppongono. ‘Così rischiamo l’irrilevanza’”. In prima pagina in evidenza anche un articolo dedicato alla politica interna: “Un Cav di Governo. In un solo giorno Berlusconi rilancia i cinque punti per riprendere a governare sul serio, rafforza la maggioranza confermando lo status quo nelle commissioni (Fini accontentato) e ritrova il sorriso in diretta tv”.
Libero: “Le squadracce del sindacato”, “escalation di violenza. Nuove aggressioni alle sedi Cisl. La Cgil se ne lava le mani ma già di recente la Fiom aveva colpito. Bonanni e il ministro Sacconi contro i manganelli rossi”. L’editoriale del direttore Belpietro insiste: “Fini che non lascia è l’unico mistero rimasto a Montecarlo”. E sulla situazione del governo: “Il Cav non vuole votare: non mi fido dei miei…” ,in cui si racconta la paura di un esecutivo tecnico.
Burqa, Islam
Ieri il sottosegretario all’Interno Mantovano ha illustrato il parere inviato dal Ministro Maroni alla commissione affari costituzionali della Camera, che sta esaminando una serie di proposte di legge per introdurre il divieto del burqa. Corriere della Sera: “Il governo: vietare il burqa ma senza nominare l’islam”. Il governo suggerisce al Parlamento di disciplinare la materia facendo riferimento esclusivo a profili di ordine pubblico, in modo da deconfessionalizzare la legge. Si è deciso quindi di accogliere il parere espresso nei mesi scorsi dal “comitato per l’Islam italiano”, che aveva sottolineato come il Corano non citasse mai l’uso del niqab e del burqa.
Se ne occupa anche La Repubblica secondo cui il governo ha dato le seguenti indicazioni ai legislatori: bisogna tener conto della “considerazione di ordine pubblico” secondo cui “persone travisate in modo da non essere riconoscibili non possono essere identificate dalle forze dell’ordine, individuate dai conoscenti e, se del caso, descritte dai testimoni. La riconoscibilità delle persone deve essere garantita, tanto più a fronte del rischio internazionale collegato al terrorismo”. Ma il governo raccomanda di “omettere dai testi di legge ogni riferimento alla religione all’Islam, limitandosi alla formulazione secondo cui nel divieto devono da intendersi compresi gli indumenti denominati burqa e niqab, prescindendo dalle motivazioni che spingono le persone a indossarli”. Si suggerisce anche di introdurre norme per cui l’autorità locale di pubblica sicurezza può prevedere deroghe al divieto all’interno di luoghi aperti al pubblico, che consentirebbe di indossarli dalle moschee.
Su Il Foglio ci si occupa del Sinodo speciale per il Medio Oriente che si terrà a Roma domenica prossima. Le Chiese dell’Islam, scrive il quotidiano, vengono a Roma per raccontare anche di persecuzioni crescenti, ma sarà centrale quello che il politologo Vittorio Emanuele Parsi definisce un rapporto tradizionalmente “asimmetrico”, basato sulla ricerca di un equilibrio tra le parti, più che su una equidistanza tra mondo musulmano ed ebraismo. Che si traduce nel tentativo di un congelamento dello status quo, ritenuto utile a tutelare la presenza di cristiani in quei luoghi, sebbene secondo Parsi esso non sembri aver dato molti frutti negli ultimi decenni. Anche il dialogo con l’ebraismo ha subito qualche frenata negli ultimi tempi, secondo il quotidiano.
E poi
Su La Repubblica si racconta lo scoop del Washington Post sul negoziato segreto tra il Presidente Afghano Karzai e i taleban, che sarebbe partito con il placet dell’Amministrazione Usa. Il quotidiano scrive che i ribelli hanno accettato il dialogo temendo di essere scavalcati dai gruppi più radicali. Tra le richieste al governo: il ritiro Nato ed esser tolti dalla lista nera dei terroristi.
Su La Stampa: “Karzai tratta in segreto con i leader dei taleban”, “il Washington Post: dopo il ritiro Usa potrebbero entrare nel governo”, “il negoziato sostenuto dall’Arabia Saudita, sale la tensione nei territori dell’AfPak”. Washington sarebbe irritata con il Pakistan che non attacca le basi di alleati di Al Qaeda.
Sul Sole 24 Ore una analisi dell’esperto di Taleban Ahmed Rashid sulla possibile exit strategy, dal titolo “la doppia occupazione afghana”. Rashid scrive che “i pashtun si sentono dominati due volte: dagli stranieri e dai loro rivali talebani”. Un errore sta nel fatto che l’esercito afghano, basato sull’arruolamento obbligatorio, manca di un corpo reclutato nel sud. E anche se il numero dei soldati aumenterà, nessuno riuscirà a controllare il territorio.
Su Il Foglio, in prima, ci si occupa, del summit dell’Alleanza Atlantica il mese prossimo a Lisbona: i capi di stato e di governo adotteranno la bozza del nuovo concetto strategico elaborata dal segretario generale Rasmussen, che conterebbe un esplicito riferimento al disarmo nucleare. Per il quotidiano la formulazione con cui si invoca il disarmo delle testate atomiche è vaga: un appello a un mondo senza armi nucleari, come quello lanciato dal Presidente americano Obama nel suo discorso di Praga nell’aprile 2009. E’ un obiettivo di lungo periodo, che però potrebbe rivoluzionare l’essenza della credibilità della Nato come organizzazione di difesa collettiva.
Ma per il momento non c’è accordo: la Germania guida il fronte dei favorevoli al disarmo atomico, ma la Francia è ostile perchè si metterebbe in discussione la sua Force de Frappe e la sua sovranità nucleare. Contrari anche i Paesi dell’est, che temono l’indebolimento della Nato e le minacce della Russia.
La Stampa si occupa di Steve Hilton, “l’ungherese invisibile che ha ideato la big society”. Viene definito “il guru di Cameron” e se ne ripercorre la biografia: dall’odio per il comunismo all’idea di copiare Tony Blair. Ha detto al premier britannico di puntare sull’ecologia, i giovani, le donne. Ed ha sposato miss Google, la vicepresidente delle comunicazioni globali della compagnia. Esprime il “conservatorismo sociale moderno”, la nuova politica sociale (“Se proprio non puoi lavorare ti aiuteremo, ma se puoi e ti rifiuti non hai diritto a vivere alle spalle degli altri”).
Sul Sole 24 Ore il corrispondente da New York racconta la “voglia di partito nei Tea Party”: i gruppi pare stiano cercando punti di convergenza con i repubblicani e questo fine settimana in Virginia si terrà la prima convention del movimento e dei movimenti antitasse in vista delle elezioni di MidTerm.
(Fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)