Era rosso di capelli, ma già anche questo stava diventando solo un ricordo. A 16 anni era diventato calvo, una caduta improvvisa, rapidissima, aveva lasciato il suo cranio nudo e brillante. Alopecia era stata la sentenza, cercando di dare un nome a una condizione evidente, con una spiegazione, una cura, una speranza. Alex era cresciuto così da calvo anche nell’anima, abituato al dolore della diversità, dello scherno, della sufficienza dei normali. La natura beffarda, poi, gli aveva fatto un ulteriore scherzo, gli aveva dato un cervello di prim’ordine e una bella sensibilità. Non era sopravissuto integro alle battaglie che ogni alieno, alieno per sorte o volontà, deve fare. Con l’animo frammentato, un io disperso, si era trascinato nella vita riducendo la sua presenza, diminuendo le necessità, appiattendo le aspettative, negando qualsiasi possibile progetto che superasse l’ora, l’adesso. Poi, superati i 50, con sua sorpresa sopravvissuto a 10 lustri, si era svegliato.
Tutto quello che era stato non contava più, ora era deciso a prendere in mano la sua vita in modo diverso, benché calvo era comunque un uomo dallo sguardo seducente e quella mattina andò in ufficio con uno spirito diverso dal solito. Prima di iniziare la giornata lavorativa, ci voleva comunque una fermata al bar e, anche in questo, aveva deciso di cambiare le sue abitudini quindi il bar doveva essere diverso, ce n’erano tanti nei dintorni, non restava che scegliere quello che lo ispirava di più in quel momento, allungare il giro non poteva che far bene anche alla sua linea che, ultimamente, non era proprio perfetta. Trovato il bar, entrò e ordinò un caffè, si sedette anche al tavolino, intenzionato ad assaporare anche il caffè in modo diverso dal solito, non come sempre al banco e in maniera fugace senza neppure gustarlo. Decise anche che sarebbe passato dalla palestra la sera dopo il lavoro, per iscriversi, doveva assolutamente tornare in perfetta forma!
(continua…..