Pietro Citati- “Leopardi” – ed. Mondadori – Euro 22,00
Un viaggio affascinante alla scoperta di un Leopardi segreto, che si svela a poco a poco attraverso la sua biografia, ricca di inedite rivelazioni, e nell’analisi minuziosa e colta delle sue opere.
Il racconto inizia dal “natio borgo selvaggio”, in cui Leopardi (Recanati 1798 – Napoli 1837) trascorre un’infanzia felice insieme ai suoi fratelli e sotto l’occhio vigile del padre, Monaldo, personaggio di grande peso nella difficile esistenza di Giacomo. Sarà l’unico periodo spensierato e di “allegrezza pazza” del poeta, colpito ben presto da una malattia allora sconosciuta, la tubercolosi ossea, che non solo gli causa dolori indicibili e sempre più invasivi, ma lo trasforma in un omuncolo alto un metro e quarantun centimetri con due gobbe (molti anni dopo, a Napoli, Leopardi si divertirà ad esibire queste sue deformità distribuendo numeri del lotto a chi glieli chiedeva).
Nasce in lui un’infelicità profonda e disperata, acuita da una grande depressione psicotica. Chiuso nella biblioteca del palazzo avito, dove il padre “…uomo bizzarro e estroso, insieme meschino e donchisciottesco”, vorrebbe rinchiuso per sempre quel figlio che ama di un amore assoluto e dispotico, Leopardi lavora allo Zibaldone, scrive dolcissime poesie e impara l’arte della sopportazione del dolore nella ricerca della felicità in amori che sceglie di non vivere. Si innamora di alcune donne, ma nello stesso tempo nutre passioni intense per uomini d’ingegno come Pietro Giordani e Antonio Ranieri, ai quali scrive lettere tanto appassionate da far supporre una tensione omosessuale. Ma Citati esclude il sospetto, e attribuisce gli slanci del poeta all’atmosfera romantica di inizio Ottocento, ispirata alle idee di Rousseau.
Nel 1819 Leopardi decide di evadere dal suo carcere dorato. Viaggia, va a Roma, Pisa, Bologna, Firenze, Napoli. Lontano da Recanati ha momenti di sconforto, la malattia si aggrava impedendogli perfino di scrivere e di leggere. Senza il riscatto della letteratura per lui non esiste nulla, cade la rete delle sue illusioni. La sua “favola” della vita finisce proprio a Napoli, città che ama e detesta insieme.
Pietro Citati, da oltre cinquant’anni una importante firma della saggistica e narrativa italiana, ci regala con questo libro il ritratto straordinario di un poeta fuori dal tempo, immenso nella sua estraneità alla vita.
Questo libro è suggerito da Donatella Cantani. Giornalista di qualità, ha lavorato nelle redazioni di diverse testate femminili per circa trent’anni, passando da collaboratrice a redattrice e terminando la carriera come caporedattore. Ha un figlio e una adoratissima nipote, e occupa il suo tempo libero dividendosi tra affetti, assidue letture e volontariato sociale.