Francesca Zajczyk e Elisabetta Ruspini
Mutamenti della paternità in Italia e in Europa
editore Baldini Castoldi Dalai
pagine 224
prezzo 17 euro
Si discute sui mutamenti delle relazioni genitoriali e sulle nuove paternità. Se, da un lato, la crescente presenza delle donne nel mondo del lavoro porta gli uomini a riscoprire l’importanza del rapporto con i figli, permane dall’altro un differente approccio, maschile e femminile, nell’adempimento del compito di genitore. Laddove la maternità assorbe la donna totalmente, la paternità sembra non implicare un ridisegnarsi delle priorità nel contesto familiare. Ma come interpretare allora gli elementi di novità che si profilano in maniera sempre più evidente nei “nuovi padri”? Come vivono il proprio ruolo? Come gestiscono il tempo e le nuove responsabilità? Questo volume tratteggia i “nuovi” genitori, evidenziando significative disparità, ma anche interessanti similitudini, tra differenti contesti europei. Pur riconoscendo le innegabili peculiarità di genere che ancora persistono, il volume testimonia la volontà di dare voce alle nuove paternità, spesso in tensione fra tradizione e modernità, testimoniando le caratteristiche sociali, economiche e culturali dei partner. I padri del futuro? I cambiamenti che investono l’identità maschile sono un punto di partenza nel ridurre le asimmetrie di genere – in questo senso, si riflette anche sull’importanza delle politiche dei congedi parentali – per raggiungere un maggior equilibrio nella difficile sfida di essere padri (e madri) nella società postmoderna.
(fonte: Cinqueminuti GfK Eurisko)
Nella misura in cui la genitorialità paterna viene vissuta nel contesto delle separazioni coniugali (4 milioni in Italia) detta paternità viene stravolta innaturalmente, secondo quanto imposto dei servizi sociali, giudici e, peggio, avvocati. E’ una distorsione statisticamente rilevante che incide fortemente sulla dissertazione ed analisi del fenomeno. Un libro sulla paternità merita un capitolo (almeno) a parte sui guasti ad essa, imposti dai Tribunali, che non si applicano invece alla maternità (salvaguardata per prassi discriminatoria del genere maschile, nel diritto di famiglia).