C’erano le esercitazioni militari oggi, in preparazione delle sfilate che si terranno a giorni, per l’anniversario dell’indipendenza. Ci sono sbattuto contro due volte, prima mentre andavo a prendere Philippe e James, due 13enni ex militanti nell’LRA, rapiti a 9 anni, scappati a 12. Adesso stanno in un collegio lager che è il migliore della provincia e probabilmente di tutto il nord del Paese.
Miglior collegio che dà fagioli e riso ai bambini e i bimbi devono provvedere a una loro personale integrazione di proteine, comprandosi pesci minuscoli che friggono in olio di palma.
Li vado a prendere perchè devono essere vaccinati, almeno così ci sembra. Andando da loro stamattina verso le 10 vedo un migliaio di soldati che divisi in gruppi si esercitano. La marzialità prussiana non ha mai avuto un gran successo in questo bel continente, e difatti molte gambe e braccia escono dall’armonia pretesa. Sorrido e continuo per la strada rossa, ma non polverosa, perche ha appena piovuto e piccole pozzanghere (dove poi alla fine della stagione delle piogge compariranno i buchi mostruosi) sono sparpagliate per la strada. Li vedo poi ancora alle 17, sempre meno marziali, mentre sto andando a farmi un giro nell’aria fresca del dopo temporale: ci sono molti verdi paesaggi senza fine, con lembi di cielo fra le nuvole residue, di un blu commuovente. I rampicanti lungo le strade avviluppano gli alberi più diversi e li ricoprono tutti di fiori a campana, celesti e bianchi. I bambini mi salutano, i grandi pure, sono conosciuto, è un giro classico; fino all’aeroporto non c’e’ nessuno, non c’e’ polvere perche è asfaltato e la giornata è fantastica. Li riincontro sulla strada, conto 4 gruppi che marciano cantando e c’è un superiore che bacchetta in mano, li segue e li guida. I soldati sono più gruppo che plotone, ma sorridono e sono benevoli, dopo tutta una giornata di marce, mi sembra eroico. Passo di fianco a loro che occupano tutta la strada e li accarezzo con gli occhi, passando abbastanza lentamente vicino. I fucili sono stranamente lucidi, direi nuovi se non fossero modelli di AK. Sicuramente da qualche parte continuano a costruirli i AK, sembra economico, potente e versatile, un best seller nel continente. Hanno tute mimetiche stanche e sottili ma non rotte, le scarpe sono scarponi semipesanti, sporchi ma dall’aria robusta. Sono contenti di vedermi passare vicino, sanno che me la sto godendo e mi sembra che siano contenti dell’intermezzo gratuito che gli offro. In questa cultura del teatro, ogni happening è sempre benvenuto. Io mi esibisco leggero e sorridente e poi sparisco con la potente Yamaha da 100 cc.
Contributo di Pio Iglesias