Sono tante le donne che durante il lungo periodo della pandemia da Coronavirus hanno dato prova di una grande determinazione nel combatterla e nel contrastarne gli effetti, sia in privato sia nei ruoli pubblici. E questo è avvenuto nell’anno trascorso non solo nei Paesi europei, ma anche negli Stati Uniti d’America e in molte parti del mondo. E ancora oggi, in questo nuovo anno, che speriamo sia veramente nuovo, molte donne continuano ad assumersi compiti e ruoli importanti, sia nel settore pubblico sia in quello privato, per debellare in tutti i modi e con tutti i mezzi disponibili il virus.
Fra le tante donne protagoniste in questa lotta contro la pandemia da Coronavirus, forse la più nota in Italia, che si è espressa come esperta consulente spesso con consigli di pratica realizzazione, è la scienziata Ilaria Capua, comparsa più volte sugli schermi televisivi. Capua, 54 anni (è nata a Roma nel 1966) virologa e ricercatrice con un lungo percorso formativo, è laureata in medicina veterinaria, ha dedicato diversi anni allo studio delle malattie infettive e ha scoperto per prima il virus dell’influenza aviaria. Il suo lavoro di ricerca è documentato da tante pubblicazioni scientifiche. Ha avuto per qualche tempo anche un ruolo politico in Italia come parlamentare: è stata nel 2013 Vicepresidente della Commissione Cultura, Scienza, Istruzione della Camera. Oggi vive negli Stati Uniti, dove dirige il Centro di eccellenza One Health dell’Università della Florida ed è considerata una scienziata e una virologa a livello mondiale, più volte premiata e riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale. Molti sono i suoi articoli di approfondimento su riviste specializzate nel settore della ricerca dei virus. Recentemente ha pubblicato anche alcuni libri di genere divulgativo sulla salute e i virus, fra cui un testo di facile consultazione che titola con consapevole saggezza: “Il Dopo. Il virus ci ha costretto a cambiare mappa mentale e a mettere la scienza al centro delle nostre conoscenze” (ed. Mondadori, 2020).
Un altro personaggio femminile, oggi riconosciuta come una donna importante, da tenere presente in futuro per il suo valore soprattutto in campo politico, è Kamala Devi Harris, la nuova Vicepresidente degli Stati Uniti d’America accanto al Presidente Joe Biden. Prima donna della storia in questo importante ruolo, che ha poteri rilevanti. Kamala Devi Harris ha 56 anni, due lauree, una in Scienze Politiche e l’altra in Economia, conseguite alla Howard University di Washington, era già politicamente conosciuta in America: nel ruolo di senatrice dello stato della California si è messa in evidenza con una risoluta presa di posizione nella difesa ambientale e nella lotta contro gli stupefacenti. Disponibile a un ruolo democratico, si è sempre mostrata favorevole al piano di assistenza sanitaria gratuito per tutti gli Americani. La sua immagine è comparsa di recente anche in Europa e in Italia, non solo durante la campagna politica e l’elezione a presidente di Joe Biden del 7 novembre, ma in particolare quando, il 29 dicembre scorso, si è fatta vaccinare davanti alle telecamere commentando: “E’ stato facile, facciamo tutti la vaccinazione, per salvare vite”.
Tra i personaggi femminili ed europei efficienti non va dimenticata Christine Lagarde, Presidente della BCE, che dal 2019 sta portando avanti con successo il lavoro in campo economico di Mario Draghi alla Banca Centrale Europea. La Lagarde ha 65 anni, è nata a Parigi, non è una vera economista, ma è un avvocato con grande sensibilità e prudenza e sa coniugare autorevolezza e apertura al dialogo verso i consiglieri più tecnici. Sono doti femminili di apertura e dialogo che in molti casi sono utili, specie in questi tempi di crisi economiche scatenate dal Covid. Come molte donne, è un personaggio che con costanza sa lasciare il segno: recentemente, alla fine del primo anno di mandato, tracciando un bilancio su se stessa, ha anche sottolineato che le donne hanno due poteri determinanti: quello del portafoglio e quello della vita. “Prima di tutto hanno il potere del portafoglio, perché in molte occasioni sono le donne a decidere sui consumi. Poi contribuiscono con il potere della vita. Sono convinta che dare alla luce un figlio ti dia un senso di prosperità, di trasmissione… E’ davvero speciale” (la Lagarde ha due figli grandi ). E ha sottolineato con forza che è importante che i nostri figli ereditino un mondo sostenibile e abitabile, che si possa trasmettere alle generazioni future.
Ha anche rivelato alcuni dettagli del programma per contrastare il cambiamento climatico, con un personale incoraggiamento delle iniziative promosse a livello internazionale e un forte impegno della Banca Centrale Europea ad assecondarle. Certo non sono queste iniziative tipiche di un personaggio delegato a programmi e impegni economici centrali. Ma anche in questo caso Christine Lagarde ha sottolineato come le donne abbiano svariati poteri che possono essere utili a tutti.
In Europa, e soprattutto in Italia, va presa in considerazione l’importanza dell’accademica Suor Alessandra Smerilli, 47 anni, docente di Economia e Statistica nella Pontificia Università Auxilium in Vaticano, anche lei conosciuta, perché è stata intervistata alcune volte in televisione. E’ fra le più strette consigliere della Segreteria Generale del Papa e fa parte del Comitato di donne per le Pari Opportunità, voluto dalla ministra Elena Bonetti costituito per il dopo emergenza sanitaria. Nei suoi discorsi ha messo in rilievo più volte come siano importanti i compiti e le competenze delle donne che hanno spesso una marcia in più, perché hanno una maggiore flessibilità. Suor Smerilli è anche autrice di veri trattati e di libri che danno indicazioni per un mondo più equo, più attento ai bisogni degli esseri umani e più rispettoso del nostro pianeta. In occasione della Giornata Mondiale della Pace del 1°gennaio ha affrontato i temi cruciali che erano contenuti nel messaggio del Papa fra cui un principio importante, che “non c’è pace senza la cultura della cura”. “Ma sappiamo anche che non c’è pace senza sviluppo”, ha precisato Suor Alessandra Smerilli, divulgando e commentando il discorso. Quindi “possiamo dire che non c’è sviluppo senza la cultura della cura”. Siamo i custodi dei nostri fratelli, e prendersi cura vuol dire anche coltivare e custodire la Terra, l’ambiente e le persone.