Negli anni Settanta noi c’eravamo, noi signore after fifty. Certo c’era chi faceva la rivoluzione e chi stava a casa, c’erano modi più o meno plateali di ribellarsi. Ma chi più chi meno tutte eravamo accomunate da uno stile, da un modo di parlare, di porci, di fare e di vestirci che non somigliava in nulla a quello delle nostre mamme. Che, infatti, erano scandalizzate non solo dalla minigonna, ma anche dai gonnelloni, dagli zoccoli, dai maglioni rubati dal cassetto del babbo o del fratello, da quella noncuranza per quello che si aveva indosso.
Certo la gioventù e la freschezza dell’età aiutano, ma un modo di vestirsi rilassato e disinvolto si è fatto strada allora ed è anche rimasto.
La moda è sempre fatta di corsi e ricorsi e torna sempre al passato per cercare ispirazione, prendendo dettagli o interi outfit dai guardaroba delle nonne e dalle fotografie, per poi rimescolare e reinventare.
Negli anni Settanta però, e noi appunto ce lo ricordiamo bene, la voglia di cambiare era fortissima. Cambiare il mondo, ovviamente. Attraverso le marce, la musica, le parole e le discussioni. E anche attraverso lo stile e i vestiti. Non è certo un caso che ogni epoca, ogni momento storico sia caratterizzato da un certo modo di vestire, che lo esprime, lo racconta e lo consegna anche ai posteri.
Nella mia memoria e penso non solo, la moda degli anni Settanta era una moda che non doveva piacere agli uomini.
Credo fosse molto innovativo, ai tempi (tempi in cui peraltro non si parlava di innovazione e “innovativo” non si diceva certo), che i vestiti non fossero ideati e poi indossati con l’intento di conquistare gli uomini.
E quindi forse, mi sono detta, il ritorno degli anni Settanta proprio ora non dipende soltanto dal fatto che sono passati abbastanza anni per trasformare quello che era solo vecchio in vintage, ma anche perché lo spirito dei tempi e la visione del mondo delle donne sono tornate a essere quelle di “una donna ha bisogno di un uomo come un pesce della bicicletta”. Che era uno slogan degli anni Settanta, ripreso poi da qualche pubblicità, e secondo me molto divertente.
Negli anni successivi ci siamo fermati e siamo pure tornati un po’ indietro, ma per fortuna e grazie anche al movimento #metoo, le donne sono tornate ad alzare la testa, e a vestirsi per se stesse invece che per i loro partner, esistenti o agognati che siano.
Così, con o senza bicicletta, noi ragazze after fifty direi che lo stile degli anni Settanta, pure rivisto in chiave contemporanea, lo sposiamo, lo facciamo nostro, lo reinterpretiamo e ce lo teniamo stretto!
Perché ha tanti elementi a nostro vantaggio:
- La lunghezza delle gonne. Finalmente tante forme diverse, che valorizzano fisici diversi, ma tutte accomunate dalla lunghezza ben sotto il ginocchio. Che ci tiene caldo nei periodi freddi. Che non mette in mostra le gambe, e quindi non ci costringe a evitarle per superati limiti di età. A ruota, arricciate, a tubo, plissè, asimmetriche: direi che le forme possibili ci sono tutte, e anche qualcuna di più! Anche i tessuti sono i più vari: quelli maschili freddi e secchi, i mohair pelosi, il velluto, sì anche a coste.
- La larghezza dei pantaloni. In generale morbidi, stretti e alti in vita, con le pince. Pantaloni che non richiedono un fisico impossibile e che hanno una bella femminilità, in cui non ci si sente costrette, ma si sta comode. Dai, che cosa si potrebbe volere di più?
- Il calore dei pullover. Che di nuovo, ci sono in tante forme e colori, ma in genere accollati, morbidi e avvolgenti. Magari sulle gonne a ruota o arricciate stanno meglio quelli piccoli e corti, ma su tutto il resto maglioni lunghi che si stringono in vita con una cintura, cardigan e oversize saranno la nostra divisa contro il freddo.
- La solidità degli stivali. Che nei nuovi modelli hanno il tacco, ma bello solido, e sono alti. Ce ne sono di più slanciati, di pelle morbida e appena cascanti, da portare con le gonne midi per un’eleganza un po’ da signora e quindi perfetta per noi. Ma ci sono anche tanti biker, più o meno aggressivi, più o meno comodi, che fanno un bel contrasto con le gonne e che ci aiutano a sentirci ancora pronte per conquistare il mondo (del resto le conquiste after fifty sono sempre di più, sempre più belle e sempre più importanti)!
- E infine la bellezza del riciclo e del riutilizzo. Perchè sono certa che parecchi di questi capi che vediamo sui giornali e sul web li abbiamo già nel nostro armadio, magari siamo state indecise se sbarazzarcene, ma qualcosa lo abbiamo tenuto. Ed ecco che, ancora nello spirito dei tempi, di basta sprechi e basta low cost usa e getta, rimescoliamo i nostri vestiti con un effetto nuovo e con la coscienza pulita. Di nuovo, si può chiedere di più?
Io penso che la moda sia divertente oltre che espressiva. Mi piace trovare i significati nascosti ma profondi nelle cose superficiali, e quindi questa è la mia interpretazione.
Se vorrete dirmi la vostra, sapete dove trovarmi.
Spero di esservi stata utile, e vi do appuntamento a novembre!