«È stata una cerimonia commovente» disse Umberto Delgado.
La frase gli ronzava in mente da quando tutto era incominciato, alle nove
del mattino. L’aveva concepita in uno di quei silenziosi esercizi di retorica che si imponeva sempre più spesso.
Gli premeva il tono. L’eleganza. E il distacco. Non suscitare compassione. Niente gli dava più fastidio di quei sorrisi di circostanza che chiunque fosse ancora lontano dal Ritiro si sentiva autorizzato a esibire.
«Sì, è stata proprio una cerimonia commovente. Mio figlio ha fatto un ottimo speech. È andato fuori dallo schema. Niente di rivoluzionario, ma ha saputo personalizzare. Ha marcato una certa legittima distanza dalla regola, pur senza disapprovarla.»
L’uomo che sedeva di fronte a lui, nel posto 71, la testa appoggiata al finestrino, annuì. Umberto notò gli occhi lucidi, le labbra serrate, pallide. Eccone qua un altro che non ce la farà, pensò.
Così comincia l’ultimo libro di Lidia Ravera, che racconta un futuro prossimo, così prossimo che è contenuto già nel presente. Ma noi senior siamo forti e riusciremo a leggerlo, apprezzandolo in ogni sfumatura.
La “storia” è presto detta:
Dopo gli anni del “grande disordine” prende il potere un Partito Unico. Lo prende in nome di una soffice e non violenta rivoluzione generazionale, i TQ (trenta-quarantenni) si installano al posto dei padri. E i padri e le madri vengono rottamati allegramente, ma la parola rottamazione non si può usare, è vietata. Li tolgono dalla circolazione al compimento del sessantesimo anno d’età. Gli uomini con gli uomini, le donne con le donne. L’obiettivo del nuovo partito è una sorta di ritorno alla natura: a venticinque anni le femmine devono produrre un figlio, la chirurgia estetica è vietata, sono vietati i matrimoni intergenerazionali (un cinquantenne con una trentenne: non si può) e via normando l’ordine naturale della vita…
Umberto ha sessant’anni, Elisabetta cinquantasei, Matteo trentacinque, Federica venticinque… ciascuno prova a stare al posto che gli hanno assegnato. Ma le cose non sono come sembrano. E alla fine…
Si accettano commenti, come sempre.
PS
Lidia Ravera. Nata a Torino, Lidia Ravera ha raggiunto la notorietà nel 1976 con il suo romanzo d’esordio Porci con le ali, manifesto di una generazione e longseller con due milioni e mezzo di copie vendute in tren’anni (da poco è stato ristampato nei Tascabili Bompiani). Ha scritto ben 27 opere di narrativa. Le più recenti: Maledetta gioventù, Né Giovani né vecchi, In quale nascondiglio del cuore, La festa è finita, Sorelle, Il freddo dentro, Eterna ragazza, Le seduzioni dell’inverno (finalista al Premio Strega 2008), Il dio zitto, La guerra dei figli, A Stromboli e Piangi pure. Ha scritto anche per il cinema, il teatro e la televisione. Nuda proprietà, lo spettacolo teatrale che ha tratto da Piangi pure, per la regia di Emanuela Giordano, con Lella Costa e Paolo Calabresi, è in tournée in questi mesi nei teatri italiani. Da marzo 2013 è Assessore alla Cultura e allo Sport nella Regione Lazio.