Tra dicembre e gennaio il Quartetto di Milano ospita una serie di concerti con i grandi nomi del concertismo internazionale affiancati dai loro discepoli ed eredi: András Schiff e Schaghajegh Nosrati, la PYO Pasquinelli Young Orchestra e Gautier Capuçon con Jérôme Ducros
(in apertura: PYO Pasquinelli Young Orchestra_ ©Silvia Lelli)
Dopo gli archi, il principe incontrastato delle stagioni del Quartetto di Milano è il pianoforte, che in questa 160° stagione è rappresentato in 6 serate da alcuni dei maggiori protagonisti della scena internazionale, tra gli ospiti storici ed esclusivi del Quartetto, in veste solistica, in formazioni a quattro mani e a due pianoforti.
Il 3 dicembre, Sir András Schiff in formazione a due pianoforti, assieme alla giovane interprete bachiana Schaghajegh Nosrati, sua allieva nonché assistente alla Barenboim-Said Academy di Berlino si dedica per la prima volta in Italia all’Arte della fuga BWV 1080. Tra le opere più enigmatiche e intellettualmente stimolanti di Johann Sebastian Bach, probabilmente composta alla fine degli anni 1740 e rimasta incompiuta, consta per la parte ritenuta autentica, di quindici fughe e quattro canoni, tutti segnati con l’indicazione originale di contrappunti e costituenti un trionfo, di virtuosismo polifonico, forse concepito non tanto per l’esecuzione quanto per lo studio approfondito e dettagliato della forma musicale. L’opera culmina nel celebre Contrapunctus XIV, dove – annota Carl Philipp Emanuel Bach – “nel punto dove avrebbe dovuto apparire al controsoggetto il nome B.A.C.H., l’autore è morto”, lasciando l’ascoltatore sospeso a una indecifrabile conclusione aperta. Il concerto inaugura la nuova serie concertistica fortemente voluta dalla direzione artistica del Quartetto, Masters & Rising Stars, che presenta con cadenza regolare all’interno delle programmazioni di Stagione alcune serate di cui sono protagonisti i grandi nomi del concertismo internazionale affiancati dai loro discepoli ed eredi.
Il concerto di Natale, domenica 15 dicembre alle ore 17.00, è un omaggio al centosessantesimo anniversario della Società del Quartetto offerto da 160 giovani, strumentisti e coristi, rispettivamente, del PYO Pasquinelli Young Orchestra, del Coro SONG e dei Giovani Cantori di Torino, con i solisti Barbara Massaro soprano e Francesca Biliotti contralto, diretti da CarloTaffuri, Pilar Bravo e Carlo Pavese. Il programma della serata intitolata 160 x 160: SONG per il Quartetto comprende alcuni classici “per la Notte di Natale” come il Concerto grosso in sol minore op. 6 n. 8 di Corelli e il Gloria in re maggiore per soli, coro, tromba, oboe, archi e b.c. RV 589 di Vivaldi. Concluderà la serata una selezione di canti corali dedicati al Natale.
Con l’appellativo di “Ambasciatore del violoncello” del XXI secolo, anche per via del nome del suo strumento, un Matteo Goffriller del 1701, denominato “L’Ambassadeur”, Gautier Capuçon debutta in duo al Quartetto il 14 gennaio insieme a Jérôme Ducros al pianoforte, da oltre un lustro suo partner di esibizioni d’incontrastato successo. I due si dedicano a un programma prettamente romantico comprensivo dei Phantasiestücke op. 73 di Schumann, tra i dialoghi strumentali romantici di maggior impatto emotivo, della Sonata n. 3 in la maggiore op. 69 di Beethoven, piena espressione del suo stile maturo e della Sonata n. 1 in mi minore op. 38 di Brahms (ha cambiato l’ultimo brano, Edvard Grieg – Sonata in la minore op. 36), perfetta esemplificazione della combinazione tra lirismo e rigore formale.
Il 21 gennaio, il Quartetto Ébène ritorna al Quartetto a un decennio dal suo debutto per la società, essendosi frattanto affermato per le sue esecuzioni caratterizzate da “un raro livello di raffinatezza espressiva, sonorità ben amalgamate e gioia elettrizzante” (The Times). Assieme al Quartetto in si bemolle maggiore op. 76 n. 4 Hob.III.78 di Haydn – detto, per il caratteristico movimento ascensionale del suo primo tema “L’aurora”, quarto dei quartetti “Erdödy” (dal nome del Conte cui furono dedicati) – e ai menzionati Divertimenti di Britten, affronta una pietra miliare del repertorio quartettistico, che rappresenta l’evoluzione estrema della terza maniera beethoveniana: il Quartetto n. 13 in si bemolle maggiore op. 130, con Grande fuga in si bemolle maggiore op. 133, come finale, suprema summa del linguaggio contrappuntistico, con la sua serrata logica imitativa e l’elaborazione polifonica delle voci.
Informazioni e biglietti: 02 795393 / 02 76005500 – info@quartettomilano.it
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