La manifestazione Oriente Occidente torna a Rovereto, fino al 12 settembre, per la sua 41esima edizione accompagnando il pubblico attraverso un viaggio, fisico e metaforico, in uno dei Festival di danza contemporanea più importanti d’Italia. “Dopo lunghi mesi di isolamento e di privazione degli spostamenti, avvertiamo il viaggio e l’incontro con l’altro come necessità e la ricerca di un altro possibile, da sempre caratterizzante dell’essere umano, si fa più urgente che mai. Da qui – spiegano gli organizzatori – l’idea di un programma contaminato da artisti che, nomadi per natura, rifiutano di radicarsi in un’identità fissa, esplorando nuovi territori, desiderosi di lottare e recuperare l’istintività del contatto: 51 eventi, di cui 37 spettacoli e 14 conferenze, una ventina tra coreografi e coreografe, costruiscono un programma caratterizzato da grandi spettacoli internazionali e un importante panoramica sulla danza italiana”.
Mette in scena la ribellione di una comunità potente Hofesh Shechter, con Political Mother Unplagged. Col tema della denuncia, Maguy Marin è di ritorno a Oriente Occidente con il suo Umwelt. Racconta la spasmodica ricerca dell’incontro con l’altro la poetica nomade di Peeping Tom, mentre Wang-Ramirez porta a Rovereto un vero un faccia a faccia tra movimento e musica. Mira a debellare l’isolamento il percorso Europe Beyond Access finanziato Creative Europe, che vede la presentazione di quattro duetti coreografati da: Diego Tortelli, Faizah Grootens, Venetsiana Kalampaliki e Roser López Espinosa. Dallo stesso progetto nasce anche lo spettacolo di Chiara Bersani per la compagnia svedese Spinn, in cui si rimugina sul tema dell’attesa. Sullo stesso tema anche The Fifth Winter di Mal Pelo che poi continua in Bach, assolo interpretato da Federica Porello.
Torna al Festival Michela Lucenti con due spettacoli sui madrigali, in una riflessione sulla contemporaneità del Barocco: Figli di un Dio ubriaco. Incursioni fisiche sui madrigali di Claudio Monteverdi e 20 DI/VERSI. Madrigali contemporanei. Nel solco del viaggio inteso come incontro, si trova Choròs. Il luogo dove si danza (Alessio Maria Romano), mentre è un viaggio di esilio Elegìa delle cose perdute, progetto di Zerogrammi nato da un viaggio in Sardegna, il cui paesaggio diviene cornice del film correlato allo spettacolo, I Poveri. Pablo Girolami con Manbuhsona viaggia invece alla scoperta dell’origine dei propri istinti a partire dall’osservazione dei corteggiamenti degli uccelli. Daniele Ninarello continua il suo lavoro nelle sale del Mart. NOBODY NOBODY NOBODY. It’s ok not to be ok, si pone l’obiettivo di dare voce e forma al processo di autocoscienza. Un “urlo”, questa volta di una generazione negata, emerge dalla rilettura della stravinskiana Sagra della primavera di Carlo Massari, con il debutto di Right.
Oriente Occidente, torna quest’anno ad attraversare la città. Tra le sfaccettature dell’amore si muove Loredana Parrella, che ci farà inseguire la sua Juliette on the Road. Nei parchi, lo spettacolo di À Fleur d’Airs, compagnia francese di danza aerea che proporrà un lavoro sulla bellezza di volare. E proprio al cielo invita a guardare anche Chouf le ciel! di CIE Colokolo, collettivo di circo contemporaneo. Completa il programma la rassegna Linguaggi, un’ampia proposta di conferenze su come la pandemia abbia ridefinito il concetto di mobilità e amplificato la vulnerabilità sociale ed economica. Con il titolo di Voci da lontano farà da apripista, tra il 20 e il 31 agosto, una serie di incontri online, trasmessa sulle pagine Facebook della Libreria Arcadia e di Oriente Occidente.