La vita media delle donne e degli uomini negli ultimi decenni, nei Paesi sviluppati, è aumentata al ritmo di un trimestre guadagnato ogni anno che passa. Il risultato è che molti di noi, sopratutto in Europa, ma non solo, abbiamo conquistato nell’ultimo secolo più di vent’anni di vita. E si può parlare di longevità, se si confronta la durata odierna della vita con quella del passato.
E’ stato inoltre rilevato che l’Italia è il Paese europeo con maggior numero di persone con più di 65 anni. Si calcola che chi ha felicemente raggiunto e superato questa età, che possiamo definire “matura”, rappresenta il 34,8% della popolazione. Un numero che sorprende molti. Ma se ci guardiamo attorno, nei vari luoghi di incontro, cinema, teatri, negozi, autobus, scopriamo che una gran parte delle persone hanno una certa età. O appartengono, come la definiamo noi, alla grey-age, che non vuole dire età grigia, perché in effetti è un’età piena di risorse e prospettive.
Edoardo Boncinelli, genetista di fama, esperto di biologia molecolare, professore all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, autore di numerosi saggi sui nostri geni, sul cervello, la mente e l’anima, analizza questa nuova longevità in un interessante libro intitolato “L’età conquistata” (ed. Solferino). Insieme al fratello Vieri Boncinelli, affermato psicologo e ginecologo, spiega anche dal punto di vista biologico, come è avvenuto questo prolungamento dell’esistenza, quali sono le ragioni fisiche e biologiche della vita più longeva. E dà alcuni suggerimenti per vivere al meglio questa trasformazione, e per mantenerci in forma il più a lungo possibile. Inoltre si sofferma anche su un aspetto, spesso tralasciato quando si parla della vita da una certa età in poi, la sessualità, che ha un ruolo importante in ogni fase dalla vita.
E’ risaputo, ricorda il prof. Edoardo Boncinelli, che i progressi della medicina, il miglioramento delle tecniche diagnostiche, hanno collaborato a realizzare questo prolungamento della vita. Ad esempio il controllo e la cura della pressione alta, con i tanti diuretici e betabloccanti che ci sono oggi, hanno in molti casi allungato la vita media di una decina d’anni. Gli antibiotici hanno avuto diversi effetti positivi, ma anche il semplice gesto di lavarsi le mani con il sapone e l’igiene appropriata del corpo hanno evitato alcuni contagi di malattie infettive, che agivano soprattutto negli anni giovanili, ma non solo. L’alimentazione ha anch’essa un ruolo importante nel processo di allungamento della vita, sostiene con consapevolezza scientifica il prof. Boncinelli. Ed è fondamentale anche per la mente. Perché mangiamo? Perché dobbiamo introdurre dentro di noi un flusso continuo di materia, di energia e di informazione. Il nostro cervello rappresenta il 2% della massa corporea, ma necessita del 20% delle calorie che introduciamo con il cibo.
Occorre introdurre nell’organismo cibo ricco di antiossidanti, ribadisce il prof. Boncinelli e, con la sua esperienza di biologo e fisico spiega come controllare e diminuire il formarsi di radicali liberi che creano tossicità nell’organismo. Per esempio mantenere una alimentazione varia ed equilibrata, a base dei prodotti tipici della dieta mediterranea con abbondanti verdure, cereali, pesce, legumi e una quantità moderata di latticini, niente superalcolici e un consumo moderato di vino, sono buone regole.
Molte ricerche hanno dimostrato che una diminuzione dell’apporto calorico allunga la vita. Anche se il prof. Edoardo Boncinelli ha confessato con compiaciuta ironia – in un incontro alla presentazione del suo libro – che avendo conservato a lungo un olfatto molto acuto e una certa golosità, quando in casa sente certi odori, o meglio profumi, di certi cibi di cui è goloso, ha sempre avvertito in bocca sensazioni piacevoli. E può anche spiegare, con una base scientifica, che quando si immagina un sapore, anche se non ci si nutre della sola sensazione e del ricordo, si attivano le stesse aree del cervello e gli stessi meccanismi che entrano in azione quando ci si appresta a nutrirsi. Perciò si può avere il fenomeno dell’acquolina in bocca e dei succhi gastrici che si attivano. L’odore di un cibo è molto importante, e lo si percepisce spesso prima che compaia in tavola. La corteccia cerebrale fa la sintesi dei vari stimoli, dei vari segnali che entrano in azione quando ci si appresta a nutrirsi. Quindi se il peso corporeo tende a crescere e le tentazioni sono tante, occorre un semplice ma rigoroso controllo della propria golosità.
Parlando di allungamento dell’esistenza è importante considerare la qualità della vita, non soltanto la durata. E vale il principio generale che “chi vive bene invecchia meglio.” Ad esempio chi ad esempio ha una relazione affettiva soddisfacente, ha più chances di invecchiare bene: il prof. Edoardo Boncinelli confessa che, da questo punto di vista, lui si ritiene fortunato, perché da sempre ha un bellissimo rapporto con la moglie e la famiglia.
Un altro principio generale molto importante che contribuisce a determinare la qualità della vita dopo i sessanta-sessantacinque anni è accettarsi. Accettare con fiducia e speranza gli anni che passano. E avvalersi di tutto quello che abbiamo accumulato con l’esperienza, i contatti di lavoro, le conoscenze. Ma soprattutto continuare ad avere interessi coinvolgenti e possibilmente legami, amicizie e rapporti soddisfacenti. “Molte ricerche – precisa il prof. Boncinelli – dimostrano che le relazioni sociali non solo mantengono e migliorano le capacità cognitive, ma aumentano anche il volume di vari nuclei encefalici e hanno effetti positivi sul sistema immunitario”.
Come esempio positivo ricorda nel libro un’esperienza di cui è stato diretto testimone: sua madre e le zie che, una volta andate in pensione, si incontravano almeno due volte la settimana per giocare a carte con gli amici. E sono invecchiate serenamente e in buona salute.
Ma oggi ci sono anche molti altri modi per avere rapporti con gli altri e comunicare. Come navigare su internet, mandare messaggi per via elettronica e usare il cellulare. Anche se le relazioni mediatiche non hanno lo stesso impatto sul cervello dei rapporti diretti de visu è ampiamente dimostrato che hanno effetti positivi. Bisogna essere aggiornati sulle nuove tecnologie ed essere capaci di usarle a tutte le età, anche per la propria sicurezza. Ideare, programmare, compiere viaggi, brevi o lunghi che siano, procurano nuovi incontri e nuove esperienze, che incentivano le conoscenze anche di altre culture e alla fine, oltre che piacevoli, contribuisco a tenere allenata la mente.
Un altro fatto importante, sottolinea Boncinelli, è tutto quello che riguarda il fisico e il movimento. Ci si deve impegnare ogni giorno, soprattutto quando con gli anni subentra una certa pigrizia, e fare esercizi, uscire, muoversi in ogni occasione possibile. “L’attività fisica regolare aumenta la materia grigia del cervello: una camminata di mezz’ora tutti i giorni è in grado di accrescere dell’1% lo spessore dell’ippocampo anteriore in un anno”. E’ una analisi scientifica e non una semplice raccomandazione. E questi fatti, legati a una attività fisica, contribuiscono a conservare e addirittura a migliorare le nostre capacità legate alla memoria e il nostro orientamento. E sembra che questo miglioramento avvenga per la produzione di una speciale proteina. Se poi ci si dedica con passione a una attività creativa, che può essere artistica, scientifica o anche più semplice, ma comunque creativa, il coinvolgimento che ne deriva fa molto bene, oltre che al cervello, anche alla salute in generale.
In effetti i grandi artisti e scienziati hanno spesso vissuto a lungo e bene, producendo opere significative anche in tarda età. Come ad esempio Platone che è vissuto fino a 90 anni e ha scritto le basi della filosofia, Michelangelo che ha lavorato fino a 89 anni compiendo negli ultimi anni un’opera straordinaria come la Pietà Rondanini, Tiziano che è vissuto oltre gli ottanta sempre molto attivo e ha lasciato opere di grande interesse fra cui la famosa “Venere d’Urbino” e la “Danae” conservata al Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli.
Parlare di sessualità dopo una certa età in passato il più delle volte creava disagio, o addirittura un certo sdegno in molte persone che non volevano affrontare l’argomento. Oggi la sessualità è accettata e studiata a tutte le età della vita. Se la coppia invecchiando riesce a mantenere una comunicazione corporea con un minimo di contenuto erotico – cosa accertata dalle statistiche con considerevoli percentuali – si rinforza anche il loro legame relazionale. E molto spesso diminuiscono le incomprensioni, certe intolleranze reciproche e certi gesti aggressivi. Inoltre le fantasie erotiche aumentano i livelli degli ormoni sessuali, attivano il desiderio in maniera naturale e possono a volte diminuire o addirittura sostituire certi complessi interventi di farmaci. Restare sessualmente attivi permette inoltre di mantenere una maggior autostima, soprattutto nell’uomo.
Il libro di Edoardo e Vieri Boncinelli ci spiega ampiamente questi fatti. I mutamenti che intervengono con l’età nella dinamica sessuale e nei rallentamenti della funzionalità, non sono sempre tutti negativi. Anzi, con il passare degli anni l’affettività e i comportamenti erotici della coppia, sia pure con altri tempi e durate efficienti, possono essere importanti elementi di comunicazione e di compenso. E rincuorano anche di fronte a certe aridità che si avvertono in giro. “Il cuore non ha rughe” diceva un tempo la saggia Madame De Sévigné. La potenzialità degli affetti, dei sentimenti e degli istinti non invecchia e permane in molti casi fino a tarda età. Occorre crederci e fare di tutto per potenziarli.