I consigli del Signor Marco

Pubblicato il 28 Ottobre 2016 in , , da Clementina Coppini

Marco è un tipo piuttosto saggio. Tanto per cominciare ci invita a considerare il valore del tempo presente. Suggerimento utile in tempi come questi, in cui siamo tutti concentrati ad analizzare il nostro passato e a pensare a ciò che faremo, mentre trascuriamo il presente, che è ciò che dovrebbe interessarci di più.

Anche nell’ipotesi che tu debba vivere tremila anni o magari diecimila, ricordati questo: nessuno perde una vita diversa da quella che in quell’istante egli ha né altra vita vive se non quella che in quell’istante egli perde.”

Perché non è infinito il tempo in cui restiamo su questa Terra, sapete?

“Insomma, una cosa devi ricordare: in tempo brevissimo anche tu, anche costui sarete morti; e poco dopo neppure il vostro nome rimarrà.”

Di conseguenza perché uno se la deve prendere per ogni torto presunto o vero che subisce? Non conviene.

Togli il giudizio della tua mente e sarà tolto il sono stato offeso. Togli il sono stato offeso e sarà tolta l’offesa.” Tutto considerato, “perché debbo io tormentare me stesso? Io che neppure un altro, per quanto stava in me, ho voluto tormentare?”

Piuttosto meglio fare come Leopardi, cioè concentrarsi sull’infinito e non sulla siepe che da esso ci separa. Non considerare troppo importante il corpo e non farsi rovinare le giornate dagli impegni e dalle brutte persone che purtroppo capita d’incontrare. A che serve? “Tutte queste cose vai tu perseguendo oppure fuggendo, proprio convinto che la vita duri in eterno. Ancora un poco e chiuderai gli occhi e colui che t’accompagna al cimitero un altro penserà a fargli il funerale.”

Considera che “assolutamente piccola cosa è l’intervallo della nostra vita. E pur breve, lo devi riempire con fatiche e travagli attraverso innumerevoli prove, e in compagnia di certa gentaglia! E poi, questo povero nostro corpo! Non far quindi grande conto di quella piccola cosa. Piuttosto volgi lo sguardo dietro a te: un abisso di tempo. E davanti, un altro infinito.”

Chi siamo noi? Particelle infinitesimali, un nulla. Inutile considerarsi chissà chi, pensare di sopravvivere e se stessi e attribuire esagerato valore al successo.

Quanti nemmeno conoscono il tuo nome! Quanti prestissimo lo dimenticheranno! Quanti quanti di coloro che oggi ti coprono di lodi domani ti copriranno d’insulti! Pensa a quanto poco vale il ricordo, la gloria e qualsiasi altra cosa.”

Bisogna pertanto vivere senza prendersi troppo sul serio, senza essere troppo attaccati alla vita e senza temere la morte. “Se un uomo considera unico bene l’istante; se giudica egual cosa aver compiuto azioni conformi a retta ragione in grande numero o in numero più esiguo, se per lui non fa differenza poter contemplare il mondo più lungo o più breve. Per costui certo la morte non costituisce motivo di paura.”

Il Signor Marco, che raccoglie le sue riflessioni nei Ricordi, di secondo nome faceva Aurelio. Era un filosofo ma anche un valoroso soldato. Di mestiere faceva l’imperatore di Roma (dal 161 al 180 d.C.). Proprio lui, che stava in cima al mondo, ci ricorda che siamo piccola cosa e viviamo in piccole case facendo piccole cose.

Piccolo è il tempo in cui si vive, piccolo il ristretto angolo della terra ove ciascuno abita e piccola fama presso i posteri, sia anche una fama assai lunga, pur sempre ottenuta per successiva vicenda di piccoli uomini destinati immediatamente a morire, piccoli uomini che non conoscono nemmeno se stessi.”

Lui invece si conosceva bene ed è sempre un piacere ascoltarlo.