Una mostra dall’emblematico titolo “Araki Amore” alla Galleria Carla Sozzani di Milano presenta una suggestiva selezione di più di ottanta opere di Nobuyoshi Araki, uno dei più grandi e controversi fotografi giapponesi contemporanei. La mostra inaugurata il 18 novembre rimarrà aperta fino al 12 febbraio 2017.
Nobuyoshi Araki è un artista noto a livello internazionale ed è un infaticabile esploratore delle passioni umane e fine ritrattista, capace di mettersi in profonda relazione con il soggetto che è quasi sempre femminile. Nella mostra emergono i temi classici della sua fotografia: i nudi, il ritratto, a cui si aggiungono colorate composizioni floreali e alcune figure di donne in kimono nei caotici quartieri della città metropolitana.
Molte foto dei suoi nudi – nonostante il rischio a volte paventato negli anni passati di oscenità – sono diventate famose e sono conservate in importanti musei internazionali come il museo Guimet di Parigi o il Metropolitan Museum della Fotografia di Tokyo.
Araki ha oggi 76 anni e, pur continuando a distinguersi per il suo immaginario erotico legato al nudo e al corpo femminile, nei suoi lavori più recenti, che sono esposti nella mostra, la figura femminile appare meno ostentata che in passato ed è evocata come fosse un ricordo, o parte di appunti lasciati su un diario sentimentale. La vita del fotografo giapponese appare in gran parte come una vita spesa a celebrare la bellezza e la caducità di ciò che è destinato a sfiorire. A volte i personaggi femminili delle sue foto vengono posti accanto a figure allusive di bambole-giocattolo e pupazzi, in un gioco apparentemente ironico. Nella composizione delle immagini emerge sempre un interesse particolare al mistero e al fascino dell’universo femminile, un atteggiamento che accompagna da sempre il suo lavoro.
Araki ha cominciato giovanissimo a fare ritratti femminili e moltissimi a una donna giapponese che l’aveva particolarmente affascinato,Yoko, che divenne poi sua moglie. Araki fotografò Yoko anche durante il viaggio di nozze.
L’universo femminile resta comunque un mistero che l’artista non si stanca di esplorare, oggi come più di tre lustri fa, quando a Tokio disse al curatore della mostra, suo amico, sulla natura delle donne: “Attraverso l’obiettivo cerco di arrivare all’essenza delle cose e, nel caso delle donne, di ciò che esse sono realmente, indagando con la macchina fotografica il loro vivere quotidiano, oppure la loro sessualità. Tutte le donne però sono diverse l’una dall’altra, per questo continuo a scattare foto. “
L’atto di fotografare è per l’artista giapponese anche un mezzo per testimoniare il tempo in cui viviamo e per ritrarre senza filtro il mondo che ci circonda con tutte le sue contraddizioni. Nel caso delle donne i suoi scatti cercano di cogliere, senza filtri ideologici, ciò che esse sono, il loro vivere quotidiano e la loro sensualità. Gli scatti di Araki sono una sorta di diario esistenziale dove il fluire della vita è segnato dalle immagini.
Le trasformazioni sociali, i cambiamenti culturali in Giappone e altrove hanno influenzato il suo sguardo. Per esempio nell’uso di particolari giocattoli giapponesi che compaiono nelle sue foto e nelle scene di strada a Tokio. Alcune delle sue fotografie evocano i mostri mitici giapponesi tratti da film di fantascienza come Godzilla. E nonostante il suo approccio molto libero Araki non trascura le eredità giapponesi storiche, mostrando anche donne in scene tradizionali con abiti tradizionali.
Nella mostra alla Galleria Sozzani sono esposte anche tre nuove composizioni di più di 100 polaroid ciascuna, a colori e in bianco e nero, scelte e composte dall’artista e un video-documentario che presenta, per la prima volta in Italia, Nobuyoshi Araki al lavoro in una sessione di nudo con la danzatrice Kaori, realizzato lo scorso anno a Tokio. (Laura Bolgeri)
 
Araki Amore (teaser) curated by Filippo Maggia – Galleria Carla Sozzani, Milan 2016 from Galleria Carla Sozzani on Vimeo.