La tutela dell’ambiente (e degli animali e della biodiversità) è finalmente entrata a far parte della Costituzione Italiana. “L’inserimento in Costituzione della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi rappresenta il coronamento di un percorso che nasce dalla sensibilità dei cittadini e conferisce forza a questi temi qualificandoli come beni fondamentali. Un segnale forte, una sfida per tutti noi ed una responsabilità maggiore che consentirà di portare avanti azioni di tutela più convinte ed efficaci per la salute e la qualità della vita, stabilendo definitivamente che l’ambiente è un diritto di tutti, come spesso ha dichiarato il Capo dello Stato”: questo il commento a un traguardo storico da parte di Stefano Laporta, Presidente di ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e SNPA (Sistema nazionale protezione ambiente). Alla luce della grande attenzione cui sono sottoposte negli ultimi anni le tematiche ambientali, in molti potrebbero stupirsene, eppure, prima di oggi, l’ambiente non era menzionato all’interno della nostra Costituzione se non per indicare, nell’articolo 117, che la sua tutela era materia di competenza esclusiva statale.
Al momento l’Italia è solo il quinto Paese al mondo ad aver inserito la tutela di animali e ambiente nella propria Costituzione. Infatti, dopo discussioni portate avanti dalle più famose associazioni ambientaliste e dalla nota onlus LAV (Lega Anti Vivisezione), approvata alla Camera con 468 voti a favore, 1 contrario e 6 astenuti (quasi un plebiscito) lo scorso 8 febbraio 2022 (“una giornata epocale” a detta dell’attuale ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani), la Legge costituzionale 11 febbraio 2022 n. 1 recante “Modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione in materia di tutela dell’ambiente” è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale.
I dettagli della nuova legge costituzionale
L’articolo 9 fa parte dei principi fondamentali della nostra Costituzione. Era inizialmente composto da due commi che facevano già riferimento alla tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico ma in cui l’ambiente in sé non veniva menzionato. A questo articolo è stato pertanto aggiunto un terzo comma (di seguito in grassetto) in cui non si parla solo di tutela di ambiente ma anche di biodiversità, ecosistemi e animali: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.
L’articolo 41, è invece parte della sezione della Costituzione relativa ai diritti e doveri dei cittadini (titolo III, rapporti economici), ed è costituito da tre commi a cui sono state aggiunte ora delle ulteriori specifiche (di seguito in grassetto): “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”.
L’economia deve pertanto tutelare la salute e l’ambiente al pari della sicurezza, della libertà e della dignità umana e le istituzioni possono da ora orientare l’iniziativa economica anche a fini ambientali oltre che sociali. Con questa riforma, l’ambiente passa dall’essere pensato in chiave esclusivamente antropocentrica ad un’interpretazione più oggettiva ed universale, in quanto diviene un “valore costituzionalmente protetto”. Queste modifiche sono la prova che “ecologia ed economia possono camminare insieme”, come sostenuto da Rossella Muroni, deputata di Facciamo Eco ed ex presidente nazionale di Legambiente, “un modo per indicare la direzione dello sviluppo sostenibile e riaffermare che mai più nessuno deve permettersi di chiedere agli italiani di scegliere tra lavoro da una parte e salute e ambiente dall’altra”. Queste modifiche non devono infatti essere viste come un traguardo, bensì come un punto di partenza, soprattutto per le generazioni future. Non a caso l’attuale presidente della Camera Roberto Fico ha evidenziato la necessità di interpretarle come ”un segnale chiaro del Parlamento che dovrà essere un faro per il presente e il futuro del nostro Paese”. Difatti, per assicurare che il diritto alla tutela dell’ambiente, ora finalmente presente all’interno della nostra Costituzione, sia garantito è necessaria la progettazione e la messa in opera di strumenti legislativi e attuativi ancora non presenti nel nostro ordinamento. Si pensi semplicemente all’assenza di una Legge per la protezione del clima, che non risulta ancora in discussione.
Queste due storiche modifiche costituzionali sono la parabola ideale per evidenziare l’importanza dello stimolo al cambiamento sulle istituzioni da parte di associazioni e cittadini, senza l’impegno dei quali un simile risultato non sarebbe mai stato possibile. Anche quando le questioni in esame ci sembrano di poco conto, o pensiamo di essere troppo piccoli e troppo pochi per fare la differenza, teniamo sempre a mente quanto sia importante ed efficace stimolare riflessioni negli altri e confrontarsi per pensare insieme a come orientare i nostri cambiamenti e abitudini verso la sostenibilità. Pensiamo ad esempio a ridurre l’apporto di carne nella proprie diete o a porre una maggiore attenzione ai trasposti. Un passo alla volta, un piccolo cambiamento alla volta, una conversazione alla volta, sommando l’impegno di tutti l’impatto benefico sul nostro Pianeta avrà una portata che non siamo nemmeno in grado di immaginare. Un mondo migliore è sicuramente possibile, ma renderlo realtà dipende da tutti noi.