Il futuro del nucleare nei paesi non Ocse è ancora molto roseo nonostante Fukushima. Lo prevede un rapporto del World Energy Council (WEC) dal titolo: “World Energy Perspective: Nuclear Energy One Year After Fukushima”.
Il rapporto sottolinea che attualmente circa 50 paesi stanno utilizzando, sviluppando o considerando l’energia nucleare come parte del loro mix energetico. Circa la metà di questi paesi sono “nuovi entranti” nel settore nucleare. Più di 60 reattori nucleari sono in costruzione, principalmente in Cina, Russia, India e Sud Corea. La crescita nell’utilizzo del nucleare è guidata essenzialmente da paesi non-OCSE – gli stessi paesi che stanno vivendo una sempre crescente domanda di energia. In questi paesi sono localizzati 39 dei 63 reattori nucleari attualmente in costruzione in tutto il mondo (tra cui 26 in Cina, 10 in Russia, 7 in India).
Sempre il rapporto rileva che sono scarsi i tentativi per giungere a una governance globale del settore nucleare, ribadendo la necessità d’azione.
Tra le priorità la principale riguarda la necessità d’informazione verso il pubblico sulle questioni riguardanti le tecnologie di generazione da nucleare, la sicurezza, i costi, i benefici e i rischi. “Dal rapporto emerge con chiarezza che l’energia nucleare giocherà un importante ruolo nel futuro mix energetico, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, a condizione che la sicurezza nucleare e la trasparenza siano continuamente rafforzate”, ha dichiarato Pierre Gadonneix, Presidente del World Energy Council. “Sono certo – ha aggiunto – che per i nostri leader mondiali si presenti una reale opportunità per promuovere una soluzione consensuale su questo tema e dimostrare, di conseguenza, che un’effettiva governance internazionale, dove le economie emergenti partecipano nel modo più ampio possibile, può avere successo”.
Ayed Al-Qahtani, Senior Project Manager del WEC, ha rilevato che “l’incidente di Fukushima non ha portato ad alcun arretramento significativo nei programmi di energia nucleare, ad eccezione di Germania, Svizzera, Italia e Giappone. L’avanzamento di molti programmi nazionali di energia nucleare, in particolare nei paesi non OCSE, è stato rallentato, ma non vi è alcuna indicazione che il loro orientamento al nucleare sia diminuito a seguito di Fukushima”. Nei casi in cui i governi nazionali hanno modificato i loro piani per il nucleare, il rapporto sottolinea il ruolo che l’opinione pubblica ha avuto nell’influenzare tali decisioni.
Il report completo lo puoi leggere qui: www.worldenergy.org