Prima l’appello al ripensamento sull’addio al nucleare, ora l’azione. Shinobu Tokioka, sindaco di Oi, una città nella prefettura di Fukui, ha infatti approvato i piani per rimettere in funzione due reattori nucleari il cui spegnimento era stato approvato subito dopo lo tsunami e l’incidente di Fukushima dello scorso anno.
In un’intervista con un giornale locale, il sindaco ha affermato di avere preso questa decisione dopo la verifica, da parte di una commissione d’inchiesta, che tutte le misure di sicurezza dell’impianto fossero in regola. La cittadina di Oi era senza energia nucleare dal 5 maggio scorso e il sindaco Tokioka – il quale, va detto per completezza d’informazione, è anche a capo di una società che fornisce tubi per il raffreddamento della centrale – ha sostenuto che la carenza di energia ha reso necessario il ripristino delle centrali.
La decisione è avallata anche dal primo ministro Yoshihiko Noda, che ha confermato il suo via libera. Il premier nel fine settimana ha disposto infatti il riavvio delle due unità della centrale di Fukui, che da sola vale 14 impianti sui 50 presenti nel Paese, spenti per manutenzione di routine e controlli sulla sicurezza. “Ora che abbiamo la comprensione da parte delle autorità locali, la decisione finale del governo è di far ripartire i reattori 3 e 4 di Oi”, ha affermato Noda.
La pressione per il riavvio del nucleare in Giappone si è fatta sempre più forte in questi ultimi tempi: richieste per riaccendere i reattori sono venute dalla regione di Kansai, nel Giappone orientale, dove sorge la città industriale di Osaka che rischierebbe di vedere ridotta la sua capacità produttiva. A questo proposito la società che gestisce gli impianti, la Kansai Electric Power, ha previsto che se non si ripristinasse l’operatività delle centrali il deficit di energia sarebbe del 15% già dai prossimi due mesi.