Il 2011 è stato fra i dieci anni più caldi della storia, alla luce dei dati registrati a partire dal 1880. L’anno passato l’aumento della temperatura è stato maggiore di 0,51 gradi rispetto alla metà degli anni Novanta. Sono questi i dati presentati dalla Nasa e basati sulle rilevazioni costanti della temperatura di superficie fatte dall’istituto Goddard per gli studi spaziali, Giss, di New York.
Il 2011 si colloca al nono posto della graduatoria, con 0,12 gradi di differenza rispetto al 2010, l’anno più caldo finora registrato dal Giss.
“La Terra si sta riscaldando senza sosta e negli ultimi anni questa tendenza è in aumento”, osserva la Nasa. Basti pensare che si concentrano dal 2000 in poi nove dei dieci anni più caldi registrati dal 1880 a oggi. Prima del 2000, l’altro anno “rovente” era stato il 1998. “Sappiamo che il pianeta sta assorbendo una quantità di energia maggiore di quella che emette – spiega il direttore del Giss, James E. Hansen. – Continuiamo a osservare una tendenza verso temperature sempre più alte e il 2011 è stato fra i più caldi nonostante il passaggio della Nina e la bassa attività solare degli ultimi anni”.
Il fenomeno, com’è ovvio, investe anche il nostro paese. Sulla base dei dati Isac-Cnr, l’autunno, che è normalmente la stagione della pioggia, nel 2011 è stato particolarmente siccitoso destando molta preoccupazione nelle campagne e nelle città dove in alcuni casi, come in Romagna, si è temuto per il razionamento dell’acqua. “Gli effetti del caldo e della siccità nel 2011 si sono già fatti sentire con il crollo della presenza di funghi e tartufi, che necessitano di acqua per crescere, mentre nelle campagne si è verificato un calo nei raccolti di olive da olio, meno 5%, e uva da vino con una vendemmia di qualità ma al minimo storico di 40 milioni di ettolitri, oltre il 13% in meno rispetto allo scorso anno”, sottolinea la Coldiretti.