L’Italia batte l’obiettivo di Tokyo

Pubblicato il 22 Aprile 2014 in , da redazione grey-panthers

L’obiettivo era – 6,5%. Merito soprattutto della maggiore efficienza energetica dei cicli industriali e delle fonti rinnovabili d’energia, ma un effetto forte è venuto anche dalla crisi economica, che ha ridotto i consumi di energia. Aumentano le emissioni dei trasporti merci (per il just-in-time e l’e-commerce)

In Italia nel 2012 le emissioni totali di gas serra, espresse in CO2 equivalente, sono diminuite del 5,4% rispetto all’anno precedente e dell’11,4% rispetto all’anno base (1990), di fronte a un impegno nazionale di riduzione del 6,5% nel periodo 2008-2012.

Questo il dato comunicato dall’Ispra nell’ambito della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (Unfccc) e del Protocollo di Kyoto che, come ogni anno, ha realizzato l’inventario nazionale delle emissioni in atmosfera dei gas serra per l’anno 2012.
Questa riduzione, riscontrata in particolare dal 2008, è conseguenza sia della riduzione dei consumi energetici e delle produzioni industriali a causa della crisi economica e della delocalizzazione di alcuni settori produttivi, sia – spiega l’Ispra – della crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili (idroelettrico ed eolico) e di un incremento dell’efficienza energetica.

Le emissioni dei principali gas serra – tra il 1990 e il 2012 le emissioni di tutti i gas serra considerati dal Protocollo di Kyoto sono passate da 519 a 460 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, variazione ottenuta principalmente grazie alla riduzione delle emissioni della sola CO2, che contribuiscono per l’84% del totale e risultano, nel 2012, inferiori del 4,6% rispetto al 1990.

Le emissioni di metano (CH4) e di protossido di azoto (N2O) sono rispettivamente pari a circa il 7,6% e 6,0% del totale e sono in calo sia per il metano (-20,6%) che per il protossido di azoto (-25,9%). Gli altri gas serra, gas fluorurati quali idrofluorocarburi (hfc), perfluorocarburi (pfc) e esafluoruro di zolfo (sf6), hanno un peso complessivo sul totale delle emissioni che varia tra lo 0,1% e il 2%; le emissioni degli hfc evidenziano una forte crescita, mentre le emissioni di pfc decrescono e quelle di sf6 mostrano un minore incremento.

I settori della produzione di energia e dei trasporti sono i più importanti, contribuendo alla metà delle emissioni nazionali di gas climalteranti.