Si è tenuto oggi a Milano il “Green Italy Day, per dare risalto, da parte della Commissione Europea, ai temi della rivoluzione verde che cambierà la nostra vita (molto prima di quanto ci possiamo immaginare).
Per l’Europa, infatti, green economy vuol dire non soltanto un ambiente migliore e un’aria più pulita, ma anche grosse opportunità economiche e di occupazione. Quello delle rinnovabili, ad esempio, è uno dei settori a forte crescita di lavoro, in controtendenza rispetto a molti altri settori industriali che non riescono più, per diverse ragioni, a garantire forti sbocchi per chi cerca lavoro.
Questa scelta è determinata da fatti certi e da sfide comuni a tutti: la domanda mondiale di energia che cresce, e con essa il numero di automobili, soprattutto in certi Paesi come la Cina; cresce la popolazione mondiale, ma cresce anche la dipendenza dell’UE dalle importazioni di petrolio e gas; crescono le emissioni globali di CO2, e i prezzi dell’energia salgono, ora che la crisi in molte parti del mondo è superata. Fortunatamente, crescono anche – e di molto – gli investimenti nel settore delle rinnovabili, la tecnologia e la ricerca.
Considerando il settore come strategico, l’Unione europea ha fissato, d’accordo con i suoi 27 Paesi membri, degli obiettivi quantificati e calendarizzati, e un sistema di sanzioni chiaro e vincolante, come quello in vigore, finora, sulla stabilità della moneta. La crescita, insomma diventa una vera priorità di riferimento dell’azione comunitaria, proprio come la stabilità.
E allora la risposta europea è forte. Entro il 2014 si realizzerà il mercato unico dell’energia, rendendo indipendenti la distribuzione e la produzione, coordinando l’attività dei regolatori e delle Authority, investendo nella modernizzazione e lo sviluppo delle reti.
Sono già in vigore importanti direttive europee che rivoluzionano l’approccio all’energia: quella sull’etichettatura, la Eco Design sui prodotti legati al consumo di energia come serramenti, isolanti, rubinetti; quella sull’efficienza energetica nell’edilizia, che imporrà ai nuovi edifici, pubblici nel 2018 e privati nel 2020, l’indipendenza energetica.
Sulla mobilità sostenibile, le politiche per le auto ibride, le auto elettriche; il Patto dei Sindaci con oltre 2000 comuni aderenti e i piani d’azione per tagliare le emissioni dalle aree urbane che costituiscono il 70% del totale (budget dell’iniziativa 2,5-2,8 mld €); l’iniziativa Smart Cities, ovvero una trentina di città che puntano a un taglio del 40% del CO2 entro il 2020.
E ancora, forti investimenti per le rinnovabili: tra 58 e 71 mld € in ricerca di base, progetti pilota, diffusione commerciale di qui al 2020. E molte iniziative in calendario per il 2011, sull’efficienza energetica, le materie prime, la biodiversità, le reti elettriche intelligenti, che riducono gli sprechi, la performance energetica degli edifici privati l’efficienza dei generatori d’elettricità e degli impianti di riscaldamento, e quella delle infrastrutture industriali. E la recente proposta della Commissione sulla tassazione dell’energia che consentirà di pagare meno quella prodotta da fonti rinnovabili rispetto a quelle dai combustibili fossili.
Insomma, dove c’è la volontà di fare, l’Europa funziona. E l’aria di primavera sarà sempre più pulita.
Matteo Fornara
Direttore della Rappresentanza a Milano