A frenare la corsa entusiasmante e forsennata del progresso tecnologico è, talvolta, la più primitiva delle forze, ossia la natura. Chi ha colto in questi avvertimenti dell’ambiente un suggerimento ecologico ha cominciato a ritenere necessaria una riconciliazione tra il progresso umano e le esigenze del pianeta. Così principia la germinazione dell’economia verde: inizialmente solo un modello teorico e, in pochi anni, un fiorire di sperimentazioni, prototipi, quindi di collaudi riusciti di brevetti sostenibili, rinnovabili, ecocompatibili.
La Green Economy, seppur ancora neonata, è già il contenitore di numerose dottrine e invenzioni; per avvicinarsi a questo laboratorio brulicante può essere utile un appello essenziale delle sue produzioni e, potendone prevedere un continuo aggiornamento, il criterio più opportuno par proprio quello di elencare i lemmi verdi secondo l’ordine meno naturale che esiste, ovvero… l’alfabeto!
Auto elettrica
L’auto elettrica è un veicolo che utilizza l’energia proveniente da un sistema di batterie elettriche, ricaricabile tramite una comune presa di corrente. Questa tecnologia aggiudica alle auto elettriche la definizione ecologica di ZEV: Zero Emission Vehicule.
L’autonomia dell’auto elettrica è in continuo miglioramento, come anche le tecniche della ricarica che oggi si è contratta a poche ore e promette di velocizzarsi fino a richiedere pochi minuti. Per quel che riguarda le prestazioni di velocità e accelerazione i modelli elettrici sono competitivi con quelli tradizionali.
Per una circolazione su grande scala due sono le necessità ancora da soddisfare: il moltiplicarsi delle così dette “colonnine”, ossia stazioni di ricarica, e il ridimensionamento dei prezzi d’acquisto.
Secondo Confindustria, alla luce del fatto che nel corso del decennio 2010-2020 molte case automobilistiche amplieranno i modelli in listino con versioni dotate di motore elettrico, il settore potrebbe coprire il 25% del mercato entro il 2020.
In un futuro meno prossimo, ma già prevedibile, sarà possibile ricaricare in modalità wireless, sfruttando il sistema dei campi elettromagnetici. Nell’attesa della rivoluzione senza fili saranno in commercio elettrodomestici per la ricarica “fai da te”, nel box privato, e saranno disponibili servizi ad hoc nei parcheggi pubblici ed aziendali, in questo caso, grazie a pannelli fotovoltaici, anche con il supporto dell’energia solare. Un’ulteriore alternativa potrebbero essere le batterie intercambiabili, distribuite alle stazioni i servizio, restituendo quelle esauste.
Per approfondire l’argomento è possibile consultare siti “a tema” come, ad esempio www.autoelettrica.it.
Chi è appassionato o voglia essere coinvolto attivamente nella eco-rivoluzione automobilistica può cominciare registrandosi al sito della European Electric Road Vehicle Association.
Nella vettura ibrida coesistono il motore elettrico e quello a combustione interna, che provvede a ricaricare le batterie e gli accumulatori che riforniscono di elettricità quello ecologico.
Il termine indica una teoria economica ecologicamente e socialmente sostenibile. Padre del pensiero bioeconomico è il romeno Georgescu-Roegen (Costanza, 4 febbraio 1906 – Nashville, 30 ottobre 1994). Roegen, ispirandosi al secondo principio della termodinamica il quale vuole che alla fine di ogni processo la qualità dell’energia, nonché la possibilità che possa essere riutilizzata, diminuisca rispetto all’inizio, trasferisce il concetto in chiave economica: dopo un primo utilizzo le materie prime possono essere reimpiegate in misura sempre minore e a prezzo di un dispendio energetico via via maggiore. Questo spiega la necessità di vincolare economia ed ecologia.
L’esito di queste premesse è il concetto socioeconomico della decrescita che indica come migliorare le condizioni di vita umane senza aumentare esponenzialmente i consumi, ispirandosi a un sistema economico ecologista, umanista e anticonsumista. Per aderire a questo pensiero è necessario abbandonare la convinzione corrente che misura la qualità della vita in relazione con l’oscillazione del PIL.
Di qui il fiorire di iniziative anticonsumistiche come i gruppi d’acquisto solidale (GAS), gli eco-villaggi, l’utilizzo dei bio carburanti…
Per approfondire l’argomento è possibile visitare il sito del Muovimento per la Decrescita Felice, o quello dell’Associazione per la Decrescita.
Tra le aree web di discussione in tema c’è il portale delle riflessioni sulla decrescita.
La casa passiva rinuncia agli impianti di riscaldamento tradizionali economizzando il calore del sole. Perché un edificio sia compatibile con questa modalità autosufficiente deve essere costruito (o ristrutturato) secondo alcune norme bioedili, specifiche tecniche costruttive, impiegando sistemi di coibentazione e utilizzando materiali che favoriscono il massimo sfruttamento dell’irraggiamento solare e, contemporaneamente, una sensibile riduzione dei consumi energetici nonché una dispersione termica minima.
La costruzione di una Casa Passiva è certamente più onerosa rispetto a quella di un’abitazione convenzionale ma l’investimento iniziale è compensato dal risparmio sulle bollette e dal valore che l’immobile acquisisce guadagnando posizioni nella classificazione dell’efficienza energetica, oggi incentivata da leggi e decreti e tenuta in considerazione nel mercato delle compravendite immobiliari.
Alcune navigazioni internet a riguardo possono essere:
www.casapassiva.com, sito ricco d’informazioni che promuove la cultura delle abitazioni a basso consumo ed impatto ambientale ed il risparmio energetico;
www.passiv.de, il portale di case passive di Darmstadt, Research and development of high-efficiency energy systems;
www.cepheus.de, l’indirizzo dell´Istituto Case Passive Standard Europeo;
www.passive-on.org, per saperne di più circa il progetto di ricerca e diffusione patrocinato dal programma europeo SAVE Intelligent Energy che mira alla promozione di Case Passive nei climi caldi.
Per chi non fosse pago di curiosità ecco i siti www.passivehouse.com, www.energon-ulm.de e http://www.expost.it/dedicati rispettivamente alla prima casa passiva, all’edificio passivo al momento più grande in Germania ed al primo edificio pubblico passivo in Italia.
Infine l’indirizzo del Centro di Fisica edile, www.tbz.bz
La densità energetica è la quantità di energia accumulabile in un dato sistema o regione dello spazio. Si esprime in unità di volume o di massa. Un esempio pratico è la misurazione di quale carburante per alimentare veicoli o altro possa essere approvvigionato in maggior quantità in un dato spazio: tra tutti i combustibili e carburanti, l’idrogeno possiede la maggiore densità energetica. Un chilo di idrogeno contiene la stessa energia di 2,1 kg di gas naturale o di 2,8 kg di benzina…
Come è noto, le fonti di energia a maggiore densità sono la fusione e la fissione nucleare.
La densità energetica è tenuta in grande considerazione nel campo della dietetica, poiché, in ambito alimentare, rappresenta il rapporto tra il potere calorico di un cibo e il suo volume.
Questa metafora descrive e nomina una condizione naturale che è caratteristica del Pianeta: i gas serra presenti nell’aria permettono alle radiazioni solari di passare attraverso l’atmosfera mentre ostacolano parzialmente la dispersione del calore riemesso dalla Terra, evitando squilibri termici e regolando e mantenendo la temperatura del globo entro valori vitali.
L’IPCC, la Commissione Intergovernativa sul Cambiamento Climatico istituita dalle Nazioni Unite ha costatato che la temperatura superficiale globale del pianeta sarebbe aumentata durante gli ultimi 100 anni, concludendo che “la maggior parte dell’incremento osservato delle temperature medie globali a partire dalla metà del XX secolo è molto probabilmente da attribuire all’incremento osservato delle concentrazioni di gas serra antropogenici”. Questa ipotesi è all’origine di un ampio dibattito scientifico circa la necessità di adottare contromisure al surriscaldamento globale che, se progredisse, sarebbe sempre più deleterio per l’ecosistema terrestre.
L’esigenza di una politica energetica si è imposta all’attenzione delle istituzioni europee in seguito alle due crisi del petrolio del 1973 e nel 1979.
Più in generale, l’aumento esponenziale del fabbisogno energetico mondiale ha condotto molti Paesi a sottoscrivere, nel 1997 il Protocollo di Kyoto, vincolandosi a una politica energetica di maggiore responsabilità. Innanzitutto è stata prevista la riduzione di gas serra prodotti artificialmente, nonché la promozione di fonti energetiche alternative a quelle inquinanti, in primis, quelle rinnovabili.
La politica energetica italiana è dipendente in una percentuale elevata alle fonti estere di approvvigionamento, soprattutto dopo la rinuncia al nucleare avvenuta in seguito all’incidente di Chernobyl del 1986. Nel 1988 un Comitato tecnico elaborò un Piano Energetico Nazionale, fondato sul risparmio energetico, lo sviluppo e la diversificazione delle fonti nazionali e la protezione dell’ambiente; seguirono norme sul risparmio energetico e agevolazioni fiscali.
Tornando alla dimensione mondiale, a partire dal 1992 con la Conferenza di Rio, e in seguito in maniera
sempre più vasta, intensa e frequente, si sono svolti importanti Summit sul rapporto tra uomo, ambiente e sviluppo responsabile.
Tra i siti internet di istituzioni e associazioni internazionali ed italiane si segnalano: www.iea.org, portale dell’International Energy Agency un’organizzazione autonoma con la finalità di promuovere energia affidabile, accessibile e pulita per i suoi paesi membri; www.enea.it, indirizzo web dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.
Oggi il concetto di qualità sopravanza per importanza quello di quantità di energia a disposizione, questo sorpasso è il risultato di alcune considerazioni ispirate dall’inesorabile crescita di richiesta energetica.
Prima osservazione in proposito è che la qualità dell’energia è incostante a causa dell’impossibilità di una distribuzione impeccabile. Ogni tipo di energia che venga fornita capillarmente ha lunghi tracciati da percorrere e, durante il tragitto dalla centrale all’utente finale, può parzialmente disperdersi e diminuire d’intensità.
Un altro contributo negativo all’economia del sistema energetico è il diffuso utilizzo di motori, elettrodomestici e impianti casalinghi fuori norma, guasti o obsoleti.
Uno studio recente dell’Unione Europea ha indicato che il risultato di una politica attenta in tal senso porterebbe a un incremento dell’efficienza energetica del 20%. Conseguenza di tali osservazioni è il piano d’azione energetico programmato dall’UE, noto come “20-20-20” in previsione della sua conclusione positiva entro l’anno 2020. La strategia prevista per aumentare la qualità energetica prevede dunque di informare e incoraggiare la società civile a un ricambio di tutte le dotazioni tecnologiche superate o fuori norma (automobili comprese).
Compito delle istituzioni deve essere, invece, quello di rivolgere le proprie forze alla ricerca di nuove e rinnovabili fonti di energia.
Il risparmio energetico deve essere uno degli obiettivi fondamentali delle economie affermate ed emergenti, poiché può contribuire, insieme con il concetto di sostenibilità, a diminuire costi e sprechi e a salvaguardare le risorse energetiche destinate all’esaurimento; naturalmente in attesa di uno sviluppo delle energie rinnovabili sufficiente al sorpasso di quelle tradizionali.
Per saperne di più è possibile acquisire numerose informazioni tra cui anche il testo della Normativa Italiana del Risparmio Energetico, sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico, www.sviluppoeconomico.gov.it.
All’indrizzo dell’Associazione Italiana delle Enrgy Service Company, www.assoesco.org, sono raccolte tutte le attività e i servizi delle società operanti nel settore energetico che offrono ai loro clienti la possibilità di razionalizzare i consumi di energia elettrica e termica, abbassare i costi della bolletta elettrica e del gas, valorizzare economicamente l’azione di efficienza energetica, finanziare gli investimenti di efficienza energetica, produrre energia da fonti rinnovabili, realizzare progetti di cogenerazione, progettare e gestire impianti energetici.
Molte e precise informazioni circa l’efficienza energetica, le fonti rinnovabili, il nucleare, l’ambiente ed il clima, la sicurezza e la salute, le nuove tecnologie e la Ricerca di Sistema Elettrico sono contenute nel portale dell’ENEA, acronimo di Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, www.enea.it.
(a cura di Olga Orlandi)
La crescente attenzione sulle auto elettriche la possiamo testimoniare anche ni concessionari che quanto meno a livello di richieste informazioni se non proprio di volontà di acquisto sta subendo una impennata anche a livello dell’usato.