Nel tratto di costa ligure che da Ventimiglia si estende fino ad Arma di Taggia, la parola inverno è bandita. O meglio, trasformata in un dolce passaggio dall’autunno alla primavera, con temperature che non scendono sotto i 10°, rare piogge e giornate piene di sole anche a dicembre. È certamente nel clima il segreto del successo turistico di queste località di mare, che da Ventimiglia, città di confine, si susseguono inanellandosi quasi senza interruzione: la ridente e mite Bordighera, Ospedaletti, fiorita e accogliente, la mondana Sanremo, la stazione balneare di Arma con il suo borgo antico sulla collina, Taggia.
Il microclima temperato ha permesso anche lo sviluppo della coltivazione di fiori, la più importante e antica attività di questo territorio. Una visita consente di ammirare le tante bellezze storico-artistiche, i giardini, le spiagge, ma anche di visitare le numerose aziende floricole le cui serre punteggiano costantemente il paesaggio, dal mare alla collina.
La perla della nobiltà europea
Bordighera è un punto di partenza ideale per un itinerario lungo la Costa dei Fiori: ingentilita da ville nobiliari e giardini, ha una passeggiata a mare di oltre due chilometri ed è costellata di palme rigogliose e cascate di bouganville, che accompagnano le passeggiate verso la collina. La sua storia turistica è relativamente recente: furono gli inglesi a scoprirla circa a metà del XIX secolo, e tanto la apprezzarono da stabilirvi colonie di semi-residenti. Uno di essi, lo studioso Clarence Bicknell, fondò a Bordighera il museo-biblioteca che porta il suo nome, un luogo delizioso, con un giardino botanico da visitare anche solo per il maestoso e inquietante esemplare di Ficus Magnolioides (il cui tronco ha inglobato e stritolato il muretto adiacente e invaso di radici aeree e terrestri l’area circostante). Oltrepassato il porticato del museo Bicknell, ornato da un glicine centenario, si entra in una piccola cattedrale della cultura, con pareti adornate da migliaia di antichi volumi, reperti archeologici, collezioni di farfalle, raccolte numismatiche (ingresso libero, tel. 0184.263694). Anche Claude Monet trascorse alcuni mesi (nel 1884) a Bordighera , conquistato dai colori del paesaggio e della natura. Quanto la cittadina fosse ambita dalla nobiltà europea lo si deduce da una passeggiata lungo l’elegante via Romana, leggermente rialzata rispetto alla costa, in cui sono allineate splendide ville Liberty, alcune firmate dall’architetto francese Charles Garnier, che progettò anche l’edificio dell’Opéra a Parigi.
Fiori, cactus e storie di famiglia
Discesi dalla via Romana, merita una passeggiata il lungomare pedonale che dal centro città (stazione ferroviaria) conduce a Capo Sant’Ampelio. Qui c’è un’ampia rotonda a strapiombo sul mare e una piccola chiesa sulla scogliera in cui sono conservate le reliquie di Sant’Ampelio, protettore della cittadina. Da questo punto, in qualche minuto di cammino si arriva alla città alta, il nucleo storico del paese, con vie strette e una bella cinta di mura.
Una visita a Bordighera non è completa senza dedicare qualche ora allo straordinario Giardino Botanico Pallanca, che riunisce migliaia di cactacee (piante grasse). Il giardino, aperto al pubblico, ospita all’interno anche la residenza privata della famiglia Pallanca, i cui progenitori, nell’Ottocento, fondarono l’azienda agricola da cui ebbe origine questo straordinario insediamento botanico. Oggi Barth Pallanca, insieme ai due figli Giacomo e Gio Batta (titolari di uno studio di progettazione paesaggistica), si prende personalmente cura del Giardino e delle migliaia di specie rare racchiuse tra serre e terrazze a strapiombo sul mare.
Tutte le rose di Sanremo
Città dei fiori, città della musica, città del Casinò: molti sono gli appellativi di Sanremo, cittadina popolosa e moderna, adornata da palme e giardini come da una corona multicolore. Dopo la visita alla tranquilla Bordighera, l’itinerario prosegue a Sanremo tra lunghi viali su cui affacciano vetrine di alta moda (le boutiques delle grandi firme italiane e internazionali si ammirano lungo Corso Matteotti), nei tanti locali per l’aperitivo serale nella zona pedonale (le traverse tra corso Matteotti e via Roma), infine lungo il bel porto turistico, dove barche a vela e piccoli grandi yacht stazionano tutto l’anno.
Sui dolci declivi alle spalle della città, costellati da ville immerse nel verde, si trovano alcuni dei più noti coltivatori di rose di tutta Europa. Tra questi c’è l’azienda Nino Sanremo, oggi gestita da Rinaldo e Marco Sartore, padre e figlio, alla quarta generazione nella conduzione dell’azienda. “Le rose sono una specialità di Sanremo” conferma il giovane Marco Sartore, “sin dall’inizio del Novecento. Il commercio di fiori recisi fu nel dopoguerra l’attività principale dei floricoltori sanremesi, ma oggi la concorrenza del mercato estero ha costretto a differenziare l’offerta. Per questo ci siamo specializzati in rose per giardini, per l’urbanistica (la rosa sembra essere un fiore molto resistente anche all’inquinamento urbano) e per i collezionisti, che da noi possono trovare le specie più rare, anche antiche”. La famiglia Sartore ha l’esclusiva per la produzione e la diffusione delle più pregiate tipologie di rose, come la Rosa Mystica creata da Antonio Marchese, che lo scorso anno è stata selezionata dal Vaticano come fiore dedicato alla Madonna. È un fiore unico, di cui i Sartore sono gli unici rivenditori autorizzati: i petali sono cangianti, dal giallo tenue al rosa intenso, il profumo è persistente. Nasce solo su queste colline, nella terra che da sempre è la “Costa dei fiori”: e da qui raggiunge i giardini di tutto il mondo