Italia rumorosa, il 42,6% delle fonti supera i limiti

Pubblicato il 29 Luglio 2014 in da redazione grey-panthers

Secondo l’Annuario dei dati ambientali e il Rapporto Rifiuti Urbani, presentato a Roma in questi giorni, l‘Italia è un paese rumoroso, dove l’inquinamento acustico rappresenta ormai uno dei maggiori problemi ambientali. Secondo l’Annuario dei dati ambientali dell’Ispra, il 42,6% delle sorgenti di rumore oggetto di controllo, nel 2012, ha presentato almeno un superamento dei limiti normativi.
I controlli sono stati più diffusi per quanto riguarda le attività di servizio e commerciali (il 57,7%) seguite dalle attività produttive (31,5%). Una delle possibili risposte a questo problema sempre più sentito è la classificazione acustica, che deve essere approvata dai comuni: al 31 dicembre 2012 esisteva solo nel 51% dei centri abitati italiani.
Le regioni con la percentuale di comuni zonizzati più elevata su fronte del rumore rimangono Marche e Toscana (97%), Valle d’Aosta (sale al 96%), Liguria (84%), Lombardia (sale all’83%), mentre quelle che registrano percentuali inferiori al 10% sono Abruzzo (7%), Sardegna (3%) e Sicilia (1%). La percentuale di popolazione residente in comuni che hanno approvato la classificazione acustica è pari al 56,5%, con forte disomogeneità sul territorio nazionale.
Le sorgenti maggiormente controllate risultano, anche per il 2012, le attività di servizio e commerciali (57,7%) seguite dalle attività produttive (31,5%).
Il rumore rappresenta il fattore di disturbo più evidente e più frequentemente segnalato dalla popolazione che risiede nelle vicinanze degli aeroporti. Le caratteristiche morfologiche e orografiche e la forte urbanizzazione del territorio sono tali per cui molto spesso queste infrastrutture sono localizzate in prossimità delle aree urbane. In particolare, l’aeroporto Pastine di Ciampino, compreso nel territorio di Roma, Ciampino e Marino, è il secondo aeroporto del Lazio per movimentazione aerea.
Dal 2008, anche a seguito del significativo incremento del numero di voli dovuto allo sviluppo delle compagnie low cost, l’Arpa Lazio ha installato una propria rete di stazioni di misura dislocate in prossimità di ricettori abitativi e sensibili lungo le traiettorie di decollo e atterraggio, finalizzata al monitoraggio acustico delle attività aeroportuali e alla verifica del rispetto dei limiti normativi. Con l’approvazione della zonizzazione aeroportuale (2010), nell’intorno aeroportuale sono vigenti i limiti di rumorosità espressi in Lva (livello di valutazione del rumore), mentre all’esterno l’aeroporto, oltre a garantire il rispetto del limite Lva inferiore ai 60 dBA (decibel acustici), deve concorrere insieme alle altre sorgenti al rispetto dei limiti della classificazione acustica comunale, espressi in LAeq (livello acustico equivalente).
Il monitoraggio acustico effettuato dall’Arpa Lazio nel 2012 ha consentito di riscontrare livelli annuali di Lva superiori ai limiti in due postazioni di misura e livelli medi di LAeq superiori ai limiti in altre due postazioni, in particolare presso due edifici scolastici sono stati riscontrati livelli superiori a 10 dBA del limite diurno relativo alla Classe I di 50 dBA.