In cucina con le erbe e i fiori selvatici

Pubblicato il 30 Aprile 2012 in da redazione grey-panthers

Sabato 28 aprile 2012
alla Rocca di Angera
Alla ricerca di erbe e fiori selvatici da mettere sotto i denti

A qualcuno ricorderà i tempi di guerra, quando, introvabile il caffè, la bevanda si otteneva dalla cicoria o dai semini tostati degli acini d’uva. Ad altri farà riaffiorare ricordi di nonne che, con un pò di erbe riuscivano a combinare minestroni saporosi o a creare contorni stuzzicanti ai piatti più poveri.
Chi non accetta di aver perso per sempre una cultura botanica e culinaria che sapeva sopperire ai bisogni ma anche fornire delizie per i palati, può finalmente riconquistare i saperi perduti partecipando all’incontro-laboratorio che la Rocca Borromeo di Angera sul Lago Maggiore propone per sabato 28 aprile.
Tema del laboratorio sarà “In cucina con le erbe e i fiori selvatici”, ovvero quella che gli esperti definiscono come “Fitoalimurgia”.
Certo è che cucinare con le erbe selvatiche è un ottimo modo per arricchire i nostri piatti di sapori dimenticati e autentici. Quante volte siamo rimasti affascinati dinnanzi alla atavica sapienza di anziane donne che armate di cestino e coltello riescono a raccogliere piante per noi insignificanti e a trasformarle in squisiti piatti? Durante questo incontro viene riproposta questa antica conoscenza; le protagoniste della cucina diventano dunque le erbe umili, quelle che bordano i sentieri e i margini di boschi, quelle che tradizionalmente vengono percepite come infestanti di orti e giardini. Imparare a riconoscerle, saperle raccogliere e impiegare è una grande e antica arte.
Otto ore di laboratori e di ricerche sul campo, anzi tra i prati e i boschi oppure nel Giardino Medievale della Rocca, sveleranno un modo di profumi e sapori che spesso calpestiamo o ignoriamo, inconsapevoli della sua meravigliosa ricchezza. Naturalmente la giornata si aprirà con una introduzione al tema e da imparare ci sarà davvero molto: conoscenze stratificate per millenni che ora, in pochi decenni, stanno sfumando nella indifferenza dei più. Poi si passerà dalle parole ai fatti, andando, naturalmente guidati da esperti, all’interno del giardino per imparare a riconoscere e raccogliere (senza distruggere le protagoniste della giornata) le piante selvatiche. Poi un ulteriore momento di approfondimento e, come naturale conclusione, un laboratorio dove si imparerà a cucinare al meglio ciò che, insieme, si è raccolto. Si sperimenteranno così ricette per salse, contorni, minestroni, polpettine, frittate di piante e fiori. Si anche questi ultimi, da servire in insalate bellissime e profumate o da utilizzare, come i popolari fiori di acacia, per rendere trasformare una banale frittata in un delizioso dessert,
Certo sono, per fortuna, lontani i tempi in cui, per sopravvivere alla carestia alimentare durante la prima guerra mondiale, venivano censite tutte le piante spontanee commestibili in territorio piemontese. Oggi più che indispensabili per cibarsi e sopravvivere, esse sono importanti per la salute. Il periodo più giusto per raccoglierne alcune è proprio questo, dato che la primavera risveglia anche nelle piante gli ormoni che si concentrano soprattutto negli apici e che, per uso umano, sono di estremo beneficio. Tutti sanno di quanto utile sia il comunissimo tarassaco per depurare l’organismo dopo l’inverno, ma il tarassaco non è che uno delle tante. Basti dire che ad essere censite per uso alimentare sono oltre 20 mila piante e 3 mila di esse sono, o forse è meglio dire, erano, entrate nell’alimentazione comune.
Ad Angera si tornerà a sapere che con le piante selvatiche si possono allestire pranzi completi dall’antipasto al dessert e che – come riporta l’Enciclopedia delle Discipline Bionaturali – esse sono reperibili tutto l’anno (secondo la specie), anche nel periodo invernale, e alcune piante sono talmente diffuse e di dimensioni ragguardevoli, ad esempio gli amaranti, i chenopodi, le ortiche, che in poco tempo se ne raccolgono grossi quantitativi”. E, aggiungiamo, lo si fa gratis, basta saperle riconoscere.

Per partecipare al laboratorio (a numero chiuso) è necessario iscriversi telefonando o scrivendo alla Rocca Borromeo di Angera (Via Rocca Castello, 2 21021 Angera VA) tel. 0331 931300, fax 0331 932883 mail. roccaborromeo@isoleborromee.it