Trentadue milioni di euro investiti per posare pannelli fotovoltaici e migliorare l’efficienza energetica nei 19 negozi italiani, che diventeranno venti da agosto con l’apertura del punto vendita di Chieti. Il 75% di rifiuti differenziati e il 23% (100% tracciato) di legname utilizzato per i mobili proveniente da foreste certificate Fsc (Forest stewardship council). Il 24% del cotone a standard Better cotton initiative, cioè da piantagioni senza pesticidi. E 5.400 articoli acquistabili on line entro fine 2012 per lasciare a casa l’auto e rispettare l’ambiente.
Sono questi i numeri più verdi nel verde del nuovo “Report ambientale & sociale” dell’Ikea, che il mobilificio svedese ha presentato giovedì 15 marzo a Milano nello scenario sostenibile della cascina Cuccagna, l’orto urbano a due passi da porta Romana.
Ma non è solo il green a luccicare. Ikea sta rafforzando la produzione in Italia, già oggi terzo paese al mondo della manifattura al servizio del gigante del mobile fai da te: “Nel 2011, grazie a un accordo con Confindustria Piemonte, abbiamo trasferito nel biellese e sul lago d’Orta una parte della produzione di rubinetti e giocattoli precedentemente realizzati in Cina e Malesia”, annuncia Lars Petersson, l’amministratore delegato di Ikea Italia. Una scelta produttiva a chilometri zero “che ci permette di risparmiare sui costi di trasporto e migliorare la qualità dei prodotti”, spiega l’ad. Una scelta, com’è evidente, in piena controtendenza rispetto alla fuga a est di molte aziende italiane. “Solo pochi anni fa il nostro paese produceva il 4% dei prodotti Ikea, oggi siamo all’8%”, conferma Valerio Di Bussolo, responsabile delle relazioni esterne.
Tornando al green, i negozi Ikea sono ormai alimentati per l’89% con fonti di energia rinnovabile (più 6% sul 2010): grazie anche al contributo del geotermico, il 100% è a un passo. Ed entro il 2015, ha assicurato Lars Petersson, sarà raggiunto l’obiettivo “zero discarica”: tutti i rifiuti saranno riciclati o inviati al recupero energetico.