Quelli fra il 2001 e il 2010 sono stati gli anni più caldi mai registrati nel pianeta. Non solo: i livelli di piogge e neve sono stati “estremi” e hanno provocato alluvioni e cicloni disastrosi in tutti i continenti e la siccità nell’Africa dell’est e nel nord America. Lo sostiene la Wmo, World meteorological organisation, l’agenzia meteorologica dell’Onu, secondo la quale “il decennio 2001-2010 è stato il più caldo da quando sono iniziati i rilevamenti nel 1850, con le temperature del territorio e della superficie marina di circa 0,46 gradi celsius più alte rispetto alla media di lungo termine di 14 gradi”.
Il “trend” è proseguito anche nel 2011, che è risultato l’anno più caldo mai registrato. “Il mondo si sta riscaldando a causa delle attività dell’uomo, che stanno avendo impatti potenzialmente irreversibili sulla terra, sull’atmosfera e sugli oceani”, ha detto il segretario generale del Wmo, Michel Jarraud.
E l’Italia è al centro dei cambiamenti climatici. La scorsa estate la pianura Padana è stata fra le regioni europee che hanno registrato il più elevato numero di sforamenti di ozono a terra. Un inquinante che causa patologie respiratorie e altre malattie mortali. È la denuncia dell’eurodeputato dell’Idv, Andrea Zanoni, che cita un rapporto pubblicato dall’Agenzia europea per l’ambiente. “Da troppi anni le amministrazioni regionali stanno ignorando il fatto che i cittadini del nord Italia respirano tutti i giorni veleno”, afferma il parlamentare italiano. “Su 343 stazioni istallate nel nostro paese ben 149, cioè il 43%, hanno registrato un numero superiore alla soglia di sforamenti di ozono. E solo tre stazioni, in tutta Europa, hanno raggiunto il pericoloso record di 300 microgrammi per metro cubo, una delle quali si trova proprio in Lombardia”.