Senza voler rispolverare declinazioni passate, la rosa si usa ancora. Eccome! Sono tante, tantissime e riescono ad affascinare tutti. Ma ora, occhio alle bacche, quelle della rosa.
Regalano fiori e profumi, esse, e in inverno prorompono in frutti di tutte le tonalità del rosso, passando dall’arancio, al porpora, al rosa al verde al mogano….. fatte a bottiglia a fiasco ovali tonde lisce pelose spinose lucide. Regina indiscussa di queste meraviglie è in assoluto la Rosa rugosa . Non tutte le rose producono cinorrodi ( così si chiamano le bacche), più la rosa è ricca di petali meno bacche produrrà, se poi si tagliano le corolle ormai sfiorite, addio bacche! Da ricordare…..
Grossi vistosi e quasi neri sono anche i cinorrodi della Rosa pimpinellifolia , rosso vivo e abbondanti quelli delle Rosa eglanteria, rosso-arancio, penduli a forma di fiaschetta quelli della Rosa moyesii (cinese), arancioni, grandi a forma di pera quelli della Rosa macrophylla, gialli aranciati coperti di spine quelli della Rosa roxburghii. Tutte queste specie, così vistosamente ricche di bacche hanno fiori a corolla semplice, guarda un po’ che bella compensazione. Rimane l’ultima, la Rosa canina, la selvatica per antonomasia, il porta innesto per eccellenza, la spontanea per tradizione. Quante volte l’abbiamo notata, anche se discretamente inserita in contesti silvani, sia per le sue bianche fitte corolle piccine, portate da rami dolcemente arcuati, sia per i suoi frutti arancione vivo, così impiegati per marmellate ed infusi ricchi di vitamina C. Bene, tutto questo dire per arrivare alla scelta di rose arbustive e non, da collocare sia in terrazzo che in giardino; che bello nelle giornate fredde dalla luce stemperata potersi soffermare su colori sfolgoranti, condurre gli occhi su macchie vivaci che rallegrano i grigi stagionali. Piantate a gruppi, per gioire dei fiori prima, colpi di colore, dei frutti dopo, pennellate fosforescenti. Poi, più avanti, parlerò delle corolle delle rose, delle forme, dell’abbondanza, della durata, del profumo.
Ora è giunto il momento di potarle, le rose. Munitevi di cesoie affilate, il taglio deve sempre essere netto; se volete indossare i guanti sceglieteli leggeri, il tatto non deve sparire sotto pellami o tessuti robusti. Dovete sentire anche con il tatto quello che state facendo, se evitate i guanti è anche meglio e se vi pungete malamente disinfettatevi, of course. I rami delle rose non sono grossi, e voi dovete intervenire vicino a zone delicate. Spesso il guanto impedisce manovre leggere. La potatura si può fare in due tempi: ora, quella che serve ad accorciare i rami più lunghi, i più disordinati, a contenere prorompenti forme selvagge. Questo in previsione di eventuali nevicate sotto le quali i rami più lunghi potrebbero malamente spezzarsi. In marzo, poi si procederà alla potatura più precisa, di contenimento, di sfoltimento, di ripresa dell’armonia e della forma originaria dell’arbusto.
Nell’ordine: potatura di rimonda, cioè tagliare tutti i rami morti o moribondi, sono neri o quasi, mezzi vuoti, quasi secchi. Pulire bene anche all’interno della pianta, l’aria deve girare, il sole deve entrare. Poi, nell’accorciare il ramo, non andate troppo per sofismi, accorciatelo e basta, sempre con taglio obliquo con la parte in discesa verso l’esterno, di poco sopra la gemma (5mm) e dalla parte, appunto, opposta alla gemma stessa, così l’acqua sgronda via. Poi a marzo vi dirò il resto. Ricordate che la rosa fiorisce sempre sul ramo dell’anno, per cui sopporta anche potature drastiche. Senza fare sfaceli, però, c’è sempre metodo, in tutto. A marzo, dunque….La prossima volta vi parlerò delle rose che vengono dal passato, quelle botaniche. Da terrazzo, da giardino.
Dede Mussato
grazie Dede per queste istruzioni che è sempre bene ripassare e anche a Vitalba per aver pubblicato! ciao, maria
Ciao Dede, permettimi di non essere d’accordo con alcune tue osservazioni.
“più la rosa è ricca di petali meno bacche produrrà”
questo è vero solo parzialmente nel senso che sovente la grande produzione di bacche è tipica di alcune rose botaniche, ma ha poco a che fare col numero dei petali.
Una delle specie con più alta produzione di cinorrodi, come giustamente hai segnalato, è Rosa rugosa (scusa ma non so come inserire il corsivo in questo testo) ma lo sono anche le sue varietà e ibridi, cioè la produzine di bacche dipende dalla specie (o dalla cultivar) non dal numero di petali.
Un esempio per tutte il fiore di ‘Roseraie de l’Hay’ è stradoppio ma la sua produzione di bacche è generosissima ed esse hanno la forma tipica delle rose rugose.
Altra affermazione non esatta è che TUTTE le rose fioriscono sui rami dell’anno, guarda che moltissime botaniche fioriscono sui rami dell’anno precedente, un esempio per tutte la R. moyesii.
Inoltre la potatura delle antiche varietà da giardino e degli ibridi primari è assolutamente sconsigliabile, se non per eliminare lo sfiorito e il secco pena l’indebolimento della pianta in maniera abbastanza seria.
E lo so ben io che, per esigenze di spostamento, ho dovuto potare una ‘Charles de Mills’ e che da due anni non solo non sto vedendo un fiore ma l’arbusto in generale ha subito un’alterazione grave sia in termini di portamento sia di robustezza dell’arbusto stesso.
Le rose che necessitano di potature drastiche sono le HT, le floribunda, e le paesaggistiche e in genere le moderne e nemmeno tutte tutte.
Scusami se mi sono permessa questa precisazione, ti auguro una buona giornata.
Vorrei contattare Carla che con tanta precisione ha fornito informazioni. Posso chiederle di scriverci a grey-panthers@grey-panthers.it ? Grazie vp
Secondo noi amanti delle rose, delle loro sfumature e delle loro inebrianti fragranze qui manca un contributo… e noi vorremmo tanto ofrirlo a tutti gli amanti di questo fiore antico e sempre affascinante.
Una rosa per tutti!