“Bisogna sviluppare le capacità del sistema Italia nel campo dell’innovazione, dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili. Il tessuto delle imprese è pronto a scattare: ha bisogno solo di una cornice di sicurezza delle regole e di una ragionevole liquidità”. È la ricetta spiegata alla platea di Solarexpo dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini, che è intervenuto con coraggio a Verona per tentare di spiegare agli inferociti operatori di quanto sia difficile il compito, assegnato dal Governo Monti, di dare certezze per il futuro a un intero settore, allontanando gli speculatori degli ultimi anni e, contemporaneamente, e far quadrare i conti in materia di incentivi. Lo ha fatto nel corso dell’incontro inaugurale: “Stati generali delle rinnovabili e dell’efficienza energetica in Italia” che ha visto la partecipazione di quasi tutte le associazioni delle rinnovabili (erano venticinque sul palco di cui solo sette del fotovoltaico).
Tra qualche buffetto alla platea “le rinnovabili sono una risorsa e non un costo per l’economia, come spesso afferma una parte di Confindustria” e qualche distinguo, come “non potevamo andare avanti così sugli incentivi al fotovoltaico, era necessario intervenire perché i conti erano completamente fuori controllo”, il Ministro è riuscito a scontentare gran parte dei rappresentanti delle organizzazioni di tutela lasciando Verona prima che potessero scagliargli addosso tutte le accuse del caso. “Sono stato richiamato a Roma – ha detto – per trovare una soluzione con le Regioni” (che, peraltro, non è stata trovata, visto che il via libera della Conferenza delle Regioni è vincolato all’approvazione respinta dal Governo dell’aumento del tetto economico da 500 milioni a 1 miliardo, all’esclusione dagli impianti soggetti a registro quelli di potenza inferiore a 20 kW, al ripristino del premio per rimuovere l’amianto con il made in Europe).
I punti salienti del suo intervento?
- In termini di economia globale Clini ha posto l’attenzione sul fatto che le fonti fossili nel mondo ricevano ancora oggi incentivi, che sono sei volte superiori rispetto a quelli delle fonti pulite (“su questo punto tutti i governi occidentali saranno presto chiamati a dare una risposta”) e che gli investitori internazionali in termini assoluti hanno impiegato i propri capitali più nelle rinnovabili che in oil&gas.
- Sulla questione incentivi, il ministro ha spiegato che il taglio era necessario e su quel fronte poco sarebbe cambiato ma – ha voluto far capire alle orecchie più attente – ci poteva essere, adesso, una strada diversa da percorrere, indirizzata sulla fiscalità energetica-ambientale da includere nei decreti “Innovazione” e “crescita” che stanno per essere delineati. E su questo punto, anche se non in maniera esplicita, le associazioni sono state invitate ad elaborare proposte precise e che possano avere un’adeguata copertura. Da questo e forse non dagli auspicati cambiamenti della Conferenza – Stato Regioni si potrà dunque ripartire.